I vecchi sistemi di riscaldamento inquinano le aree urbane più delle auto: lo studio di Elemens

Oggi è stato presentato da ARSE – Associazione riscaldamento senza emissioni, lo studio di Elemens sui benefici economici e ambientali della geotermia nel settore residenziale.

Una volta era chiamata la Cenerentola delle rinnovabili, oggi la geotermia grazie alla tecnologia avanzate delle pompe di calore ad alta temperatura può essere uno dei pochi strumenti che consentirà al Paese di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030.

“In Italia abbiamo degli obiettivi importanti per il 2030 – afferma Riccardo Bani, Presidente di ARSE. Circa il 40% di produzione elettrica, grazie agli sviluppi degli anni 2000, deriva dalle rinnovabili, mentre per il termico siamo molto indietro. Siamo poco ambiziosi anche sul Piano nazionale energia e clima, sul termico e pompe di calore i finanziamenti sono assai limitati, considerando che più del 60% dei consumi energetici residenziali e industriali servono a produrre calore.”

Su inquinamento da polveri sottili e monossido di carbonio è il settore residenziale ad avere le percentuali più alte nelle aree urbane come indica lo studio presentato. Con un focus sulla pianura padana e i territori preappenninici e prealpini, eliminando gli edifici costruiti dopo il 2005, Elemens ha analizzato circa un milione di edifici residenziali dove le caldaie possono essere sostituite da pompe di calore geotermiche, azzerando le emissioni in atmosfera. Edifici delle pubbliche amministrazioni e del settore terziario non sono stati considerati nell’analisi, ma potrebbero addirittura aumentare i numeri di impianti realizzabili.

Potremmo immaginare di realizzare circa 8 -10 Mtep di produzione di calore attraverso fonti rinnovabili non emissive, con vantaggi economici, ambientali ed energetici. Potremmo arrivare a ridurre le bollette degli italiani di 3 miliardi di euro all’anno, 12 milioni di tonnellate equivalenti di Co2 abbattute, quasi il doppio di quanto ottenuto con il fotovoltaico, 5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio eliminate con un miglioramento anche della bilancia commerciale italiana in quanto grandi importatori di combustibili fossili e con ricadute positive sulla salute” – continua Bani.

Altro elemento che aiuta la diffusione della geotermia, grazie all’avvento del Superbonus, è quello delle comunità energetiche. Elettrificando i consumi termici tramite le pompe di calore si possono condividere i consumi con i soggetti delle comunità energetiche, riducendo le bollette e grazie agli incentivi previsti per l’autoproduzione, abbattendo il costo dell’energia elettrica nei condomini o nelle abitazioni della comunità, aumentando ulteriormente i vantaggi di questa tecnologia. Ci sono poi esempi virtuosi di efficientamento già attuati in alcuni comuni italiani: “come ha fatto il Comune di Milano – afferma Riccardo Bani – potremmo iniziare a pensare che chi ha le caldaie a gasolio le debba necessariamente smantellare. Inoltre le pompe di calore, consumando energia elettrica, incrementale, potrebbero rientrare nelle tecnologie per le quali pagare meno gli oneri di sistema, così da abbassare la bolletta elettrica e accelerando la diffusione della tecnologia sul mercato per raggiungere gli obiettivi prefissati. L’efficientamento energetico che decideremo di mettere in atto avrà benefici nei nostri portafogli, nelle nostre abitazioni e città per i prossimi venti anni, quindi non possiamo perdere questa occasione

Redazione

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