PFAS: scoperto in USA un metodo per distruggerli

Una nuova speranza per distruggere i famigerati PFAS che tanto assediano anche alcune regioni italiane, arriva dall’azienda statunitense Revive Environmental. Azienda che ha annunciato l’implementazione su scala commerciale della sua tecnologia di distruzione dei PFAS.

PFAS Annihilator: è questo l’ambizioso nome che promette la distruzione di tali sostanze chimiche tossiche da oltre 600 mila litri di percolato al giorno.

Il percolato di discarica viene trattato nell’impianto di Grand Rapids, in Michigan, struttura gestita da Heritage-Crystal Clean. Con la nuova tecnologia pronta per il grande salto commerciale su larga scala. 

David Trueba, presidente e CEO di Revive

Stiamo fornendo una soluzione per questa grande sfida. La nostra missione è ripristinare a livello globale la fiducia delle comunità distruggendo in modo sicuro e permanente la contaminazione da PFAS”. 

Il nuovo PFAS Annihilator è basato su un processo di ossidazione supercritica per l’abbattimento rapido del legame carbonio-fluoro che consente ai PFAS di persistere per decenni o secoli nell’ambiente. Un fluido supercritico è una sostanza mantenuta a temperatura e pressione al di sopra del suo punto critico, essendo così né un liquido né un gas con le proprietà di entrambi. Quando il percolato viene pompato nell’Annihilator, le alte temperature e la pressione lo costringono a sorpassare questa soglia. In meno di 30 secondi, le molecole di PFAS vengono disgregate, fuoriuscendo dal processo acqua limpida contenente sali inerti e fluoruro.

La distribuzione commerciale arriva dopo appena un anno che Battelle ha testato con successo una versione pilota su scala ridotta del PFAS Annihilator nell’impianto di Grand Rapids. Lo studio che c’è dietro inizia però vent’anni fa, e negli ultimi cinque anni ha cominciato ad essere competitivo.

Il nuovo Annihilator non si limita però a distruggere i PFAS nel percolato da discarica. Può debellarli anche quando si trovano in altri tipi di rifiuti, come le acque reflue industriali. La nuova metodologia può essere utilizzato addirittura nella bonifica del suolo e delle schiume antincendio conosciute come AFFF (Aqueous Film Forming Foam). Distruggendo completamente i PFAS la tecnologia si propone capace di soppiantare i tradizionali metodi di smaltimento. 

Leggi anche PFAS e inquinamento delle acque: un aiuto dalle conchiglie

Ad oggi, i rifiuti che contengono PFAS vengono spediti alle discariche o destinati all’iniezione in profondità nel terreno. E in certi casi sottoposti a trattamento termico mediante l’incenerimento, che però potrebbe non distruggerli completamente.

Utilizzati fino dagli anni ‘40, i PFAS hanno anche preso il nome di “forever chemicals”, proprio per le difficoltà nella loro eliminazione. E sono stati utilizzati in un’ampia gamma di prodotti di largo consumo civile ed industriale, dalle pentole antiaderenti ai tessuti resistenti alle macchie, dalle vernici alle placcature in metallo, dagli imballaggi alimentari alle schiume antincendio. Solo successivamente sono state scoperte le loro criticità ambientali e di inserimento nella catena alimentare, con gravi compromissioni della salute pubblica.

Redazione

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