Oli alimentari esausti: troppi finiscono nelle fognature

Olio di frittura, avanzi dei  barattoli di sottoli, scarti alimentari unti rappresentano un rifiuto da gestire in modo differenziato. Ma sono ancore troppi i quantitativi che vengono scorrettamente gettati nel lavandino, andando ad inquinare le acque. È quanto emerge dalla ricerca promossa da RenOils, consorzio per il riciclo degli oli alimentari esausti, e realizzata da CNR-IRSA in collaborazione con Utilitalia.

Nella ricerca si evidenzia che sono oltre 80.000 le tonnellate di oli alimentari esausti raccolti ogni anno in Italia dai Consorzi come RenOils. Ma secondo la stessa ricerca, che ha analizzato la presenza di oli negli impianti di depurazione acque, un quantitativo quasi equivalente, tra le 60.000 e le 70.000 tonnellate, viene smaltito in modo scorretto negli scarichi domestici. A livello medio è come se ogni cittadino italiano usasse un litro di olio l’anno e ne gettasse la metà attraverso le acque di scarico. La ricerca ha esaminato 40 impianti di depurazione in 6 diverse regioni, ripetendo i campionamenti per 3 volte tra agosto 2019 e luglio 2020. In ogni sito di ricerca sono state trovate tracce di grassi vegetali e animali nelle acque trattate, nell’ordine di 5-10 mg/litro. Comunque un valore inferiore rispetto ai dati dalla letteratura scientifica che si riferiscono unicamente alla situazione degli USA.

Il Presidente di RenOils Ennio Fano

La ricerca conferma che è fondamentale potenziare la raccolta differenziata di oli esausti presso le utenze domestiche. In modo da favorire una pratica semplice ma estremamente virtuosa. Il nostro consorzio è già attivo in modo capillare su tutto il territorio nazionale e il comparto della ristorazione è servito in modo efficiente. Lavoreremo con enti locali e aziende di igiene urbana per gestire anche l’olio esausto prodotto dalle famiglie italiane”.

Il coordinatore della ricerca, Giuseppe Mininni

I dati della nostra ricerca si riferiscono principalmente ai rifiuti generati dalle utenze domestiche. Infatti il settore della ristorazione è quasi interamente collegato al servizio di raccolta degli oli esausti. Il 98% dell’olio che abbiamo trovato nei nostri campioni è di origine animale o vegetale e in grandissima parte viene dalle cucine delle famiglie italiane”.

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Redazione

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