Rinnovabili: Il Decreto Aree Idonee crea un Caos Normativo

Rinnovabili: Pubblicato il Decreto per le Aree Idonee. Il nuovo decreto dà alle Regioni ampi margini nella scelta delle aree idonee e la possibilità di stabilire nuove aree non idonee. Ecco i punti salienti:

Principali Previsioni del Decreto

  • Scadenza per le Regioni: 180 giorni per redigere la mappa delle aree idonee.
  • Aree Prioritarie: Superfici edificate (capannoni industriali, parcheggi), aree industriali, artigianali, per servizi e logistica, e superfici agricole non utilizzabili per altri scopi.
  • Impianti Autorizzati:
    • Aree industriali e cave dismesse
    • Aree interne agli stabilimenti industriali
    • Aree agricole entro 500 metri da un impianto
    • Aree adiacenti alla rete autostradale entro 300 metri

Aree Non Idonee

  • Le Regioni possono designare come non idonee le aree tutelate ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e stabilire fasce di rispetto fino a 7 km dai beni tutelati.

Ruolo del Ministero dell’Ambiente

  • Intervento: In caso di mancata adozione delle leggi regionali entro i 180 giorni, il Ministero dell’Ambiente (Mase) propone uno schema di atto sostitutivo al Presidente del Consiglio dei Ministri.
  • Ritardi: Dal 1° gennaio 2026, se le Regioni non raggiungono gli obiettivi annui in termini di megawatt installati, il Mase può intervenire assegnando un termine per l’adempimento, non inferiore a 6 mesi.

Le Critiche degli Esperti

  • Il Decreto avrebbe dovuto specificare i criteri di riferimento e delegare alle Regioni solo la mappatura territoriale,” afferma Attilio Piattelli, presidente del Coordinamento FREE. “Invece, ha delegato tutto alle Regioni, impiegando ben 930 giorni per essere pubblicato.” Piattelli esprime preoccupazione per il caos normativo che potrebbe disincentivare gli investimenti nello sviluppo delle rinnovabili in Italia, con conseguente perdita di PIL e posti di lavoro. Sottolinea che il Decreto non è allineato con l’obiettivo di +80 GW di nuove rinnovabili al 2030, compromettendo seriamente questo traguardo.
  • «Abbiamo atteso per oltre due anni il decreto Aree Idonee, ma con la versione finale ciò che abbiamo ottenuto è che le aree idonee diventino inidonee. Il limite di rispetto da ogni tipologia di bene tutelata o di pregio che le regioni hanno facoltà di applicare è stato esteso fino a 7 chilometri. In un paese come il nostro, dove anche la piccola chiesetta diroccata, un muretto particolare, possono essere tutelati, nei fatti, con una simile fascia di rispetto c’è il forte rischio di avere poche aree idonee». Così Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura.
  • Celeste Mellone e Ivano Saltarelli di Green Horse Legal Advisory sottolineano che il decreto non prevede sanzioni specifiche per le Regioni che non raggiungono gli obiettivi prefissati.
  • “Il Decreto sembra non condurre alla necessaria chiarezza della disciplina della individuazione delle aree idonee e non idonee alla installazione di impianti rinnovabili. Fa presagire una frammentazione della disciplina su base regionale, con riflessi anche sul sistema autorizzativo, ponendo così seri interrogativi e preoccupazioni anche in capo agli operatori economici operanti nel settore delle energie rinnovabili. Così Anna Maria Desiderà e Camilla Franceschi di Rödl & Partner, che aggiungono: “Il rischio maggiore è che crei maggiore incertezza rispetto al quadro attuale e, allo stesso tempo, che determini un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo“.

Il testo del Decreto pubblicato in Gazzetta: LINK

https://ecquologia.com/piano-nazionale-integrato-energia-e-clima-il-testo-definitivo/

Redazione

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