Global Peace Dividend

Global Peace Dividend: Italia lo sostenga

Global Peace Dividend. Comunicato di Gianni Pietro Girotto, Presidente della Commissione Industria del Senato.

“In linea con quanto previsto dall’iniziativa Global Peace Dividend è necessario e urgente che le spese militari italiane per il quinquennio 2022-2026 siano ridotte del 2% annuo. È l’impegno che chiediamo al Governo con una mozione, di cui sono primo firmatario, che appoggia l’iniziativa nota anche come il Dividendo della pace mondiale“.

“L’appello di 50 Premi Nobel, presidenti di istituzioni scientifiche, leader politici e di organizzazioni non governative è rivolto a tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite. Si chiede di reperire i fondi necessari e adottare azioni comuni per affrontare problematiche ed emergenze sistemiche, come il riscaldamento globale, le pandemie e la povertà estrema. Se tutti gli Stati che fanno parte dell’ONU riducessero del solo 2% le spese militari, si libererebbero risorse per un totale di 1.000 miliardi di dollari da qui al 2030. Metà delle quali potrebbero essere impegnate per il finanziamento di un fondo globale sotto la supervisione delle Nazioni Unite. E la restante metà messe a disposizione dei singoli governi. Teniamo conto che la spesa militare mondiale è quasi raddoppiata dal 2000 al 2020, oltrepassando i 2.000 miliardi di dollari all’anno“.

Global Peace Dividend: Redirect world military spending towards climate, health, and prosperity – SIGN THE PETITION

“Nella nostra legge di bilancio per il 2022, addirittura si tocca il record assoluto di una previsione pari a 25,8 miliardi di euro che. Se tagliati del 2%, consentirebbero un risparmio di ben 516 milioni di euro. Il Governo italiano, considerata anche la situazione congiunturale attuale, non può non farsi promotore di simili iniziative. L’Italia non figura nemmeno tra i firmatari del Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons – TPNW). Trattato adottato dall’ONU il 7 luglio 2017, entrato in vigore il 22 gennaio 2021 e firmato da 86 Stati membri. 59 dei quali hanno già provveduto alla sua ratifica. Nella stessa mozione chiediamo al Governo di firmarlo e presentare tempestivamente alle Camere il disegno di legge necessario alla sua ratifica”.

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Redazione

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