Ecofuturo Festival 2024: il racconto di Gianni Girotto
Comunità cercasi. Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono state protagoniste al Festival di Ecofuturo 2024. Articolo a cura di Gianni Girotto
Ecofuturo Festival ha iniziato la sua 11° edizione con la sessione “Le Comunità Energetiche Rinnovabili: da consumatori a Protagonisti”. I cofondatori Fabio Roggiolani, Michele Dotti e Jacopo Fo hanno introdotto l’argomento e coordinato gli interventi degli ospiti, professionisti del mondo aziendale, ricercatori pubblici e alcuni esponenti politici. Tutti hanno ribadito con forza l’importanza e le potenzialità dello strumento e il fatto che siamo ancora distanti da una situazione ottimale. Il quadro legislativo presenta degli aspetti di incertezza, ma soprattutto l’atmosfera e il quadro politico della maggioranza attuale non è coerente con quanto viene formalmente dichiarato sull’argomento dalla maggioranza stessa.
Successivamente, durante la sessione “Le CER mettono radici: incontro nazionale Comunità costituite”, si sono raccolte le esperienze di chi ha già creato o sta creando una o più Comunità Energetiche. È interessante come stiano nascendo spontaneamente associazioni/fondazioni in cui si mette gratuitamente a disposizione il know-how acquisito, dal momento che non è burocraticamente e tecnicamente facile costituire una CER. (Per approfondire vi rimandiamo alla visione della sessione).
Meno positivo il fatto che si stia diffondendo una generale aspettativa di “pasti gratis”. Una parte della cittadinanza ha erroneamente capito che è possibile fare la transizione energetica senza l’iniziale investimento, sempre necessario, per passare ad una nuova tecnologia che sia dal cavallo al trattore, dal lavare i panni a mano alla lavatrice o scaldarsi con la legna rispetto a una caldaia. È importante ribadire che i benefici economici ci sono eccome, ma non esistono “pasti gratis”, e uno sforzo iniziale va fatto.
La terza sessione della giornata – “Comunità energetiche ed ecologia integrale: ricostruire comunità” – ha posto il focus sulle CER a iniziativa “religiosa” e altre testimonianze di come utilizzare le CER a scopi sociali. Si è ricordato che la Chiesa Cattolica italiana ha da tempo preso l’impegno “Una Comunità energetica per Parrocchia” pertanto la volontà espressa in tal senso è forte. Già nel 2022 partirono i primi progetti ma molti hanno ritenuto di rallentare in attesa della normativa definitiva, che avrebbe consentito di “unire” tante piccole Comunità in una sola grande “madre” o ad un ridotto numero di “madri”. Questa determinazione permane, ma dalle dichiarazioni rilasciate trapela in maniera esplicita una grande prudenza, determinata da quanto già riportato. Ovverosia un quadro legislativo ancora non sufficientemente chiaro e stabile.
Normative di Comunità
Dopo la pausa pranzo, naturalmente “sostenibile” e senza fronzoli, in puro stile Ecofuturo con gli amici Scout a occuparsi della piccola mensa preparata con la purea di patate disponibile anche nella versione senza lattosio (e sempre con alternative vegane), è iniziata la sessione “Profili legali e Statuti delle Comunità Energetiche rinnovabili”. L’artefice europeo della norma, Dario Tamburrano, ha coordinato gli interventi di una serie di esperti giuridici, che hanno fornito le loro interpretazioni sugli ultimi provvedimenti normativi i quali devono essere ancora completamente assimilati ma soprattutto “provati” e sviluppati (e aggiungerei affinati) nella concretezza in misura sufficiente per darne un giudizio veramente equilibrato. Tra gli altri era presente anche l’avvocato Alfonso Bonafede, già Ministro della giustizia. Ha ahinoi confermato la non chiarezza del quadro normativo, solita collaudatissima tecnica della cattiva politica per bloccare uno strumento pur affermando pubblicamente di esserne favorevole.
Nella sessione “Le CER per l’elettrificazione del calore e la geotermia”, si è descritto come le Comunità energetiche non siano solo “elettriche” ma possono veicolare anche il calore, sfruttando vieppiù le sorgenti geotermiche che sono reperibili ovunque. Molto interessante la soluzione proposta per Venezia, che potrebbe diventare una “buona pratica” mondiale sull’utilizzo di queste tecnologie su un’intera città. Questa è, ne siamo orgogliosi, una ennesima idea innovativa di Ecofuturo, che da quando è nata si batte per agevolare la diffusione di questa abbondante risorsa energetica, arrivando persino a presentare in Senato il progetto della prima centrale “a ciclo chiuso”, cioè ambientalmente sostenibile.
Movimento elettrico
Poi si è parlato di mobilità ed è stata confermata la svolta verso l’elettrico, che però non può e non deve essere l’unica soluzione, ma deve unirsi con un intero ripensamento del settore. Si è menzionato il necessario aumento del TPL (Trasporto Pubblico Locale), della mobilità leggera, intesa come bici/monopattini e relative piste ciclabili (altrimenti il cittadino rischia di venir investito dalle automobili). Vi sono altre soluzioni dai nomi inglesi come lo sharing e il pooling. Nel primo caso il noleggio di breve durata dei veicoli e nel secondo la condivisione dei posti auto, in maniera che si viaggi con più passeggeri possibili, diminuendo gli ingorghi. E facendo risparmiare sull’utilizzo del proprio veicolo.
Fondamentale sarà anche la trasformazione delle città, sul modello “dei 15 minuti”, obiettivo che potrebbe far sorridere qualcuno ma è efficace e possibile. Città come Parigi sono già avanti nella sua realizzazione concreta. Interessante la presentazione di Alessandro Macina, noto giornalista della Rai, del suo libro nel quale in modo documentato e scientifico ha fatto chiarezza sulle otto principali “fake news” sulle auto elettriche, delle quali gli italiani cadono troppo spesso vittime.
Durante la sessione sono stati presentati altri due libri: “Gli errori fecondi”, di G.B. Zorzoli, ingegnere tra i massimi esperti energetici italiani e “Comunità energetiche” di Giuseppe Milano, ingegnere ambientale che ne ha sottolineato le positività generali in termini sociali… Continua a leggere l’articolo gratis su L’ECOFUTURO MAGAZINE…
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