Cop26: la bozza del documento finale

Cop26, bozza del documento finale. E’ stata pubblicata nella notte sul sito dell’Unfccc (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici). Il documento dovrà essere esaminato dai singoli governi per le osservazioni.

Dopo lunghi negoziati nella notte e molte ore di ritardo, all’alba di stamani è stata pubblicata una prima, vera bozza di un possibile accordo. Si tratta di una base pubblica. Molte promesse, piccole prime conquiste, ma anche passaggi vaghi e poco circostanziati. Ovviamente attirerà critiche, suggerimenti e polemiche, prima del rush finale dei delicatissimi negoziati, che dovrebbero andare oltre la conclusione ufficiale di venerdì

Temperatura globale

La bozza “riconosce che limitare il riscaldamento globale a 1,5 C al 2100 richiede rapide, profonde e sostenute riduzioni delle emissioni globali di gas serra. Compreso ridurre le emissioni globali di anidride carbonica del 45% al 2030 rispetto al livello del 2010.E a zero nette intorno alla metà del secolo“. 

Il documento “riafferma l’obiettivo globale di lungo termine di tenere l’aumento della temperatura globale media ben sotto 2 gradi dai livelli pre-industriali. E di perseguire gli sforzi per limitare l’aumento di temperatura a 1,5 C dai livelli pre-industriali”. Si “riconosce che l’impatto del cambiamento climatico sarà molto più basso con un aumento della temperatura a 1,5 C. Ciò richiede azioni significative ed efficaci da tutte le parti in questo decennio critico, sulla base della miglior conoscenza scientifica disponibile”.

Combustibili fossili

La bozza “invita le parti a considerare ulteriori opportunità di ridurre le emissioni di gas serra che non sono anidride carbonica”. “Chiede alle parti di accelerare l’eliminazione del carbone e dei sussidi ai combustibili fossili“. E “sottolinea l’importanza critica delle soluzioni basate sulla natura. E degli approcci basati sugli ecosistemi, compreso proteggere e ripristinare le foreste, nel ridurre le emissioni e proteggere la biodiversità”.

Fondo per i Paesi meno sviluppati entro il 2023

Si “accolgono favorevolmente gli impegni accresciuti presi dai paesi sviluppati” per il fondo di aiuti ai paesi meno sviluppati previsto dall’Accordo di Parigi. Impegni che hanno l’obiettivo “di arrivare al più tardi nel 2023 al target dei 100 miliardi di dollari all’anno“. Si “sottolinea la necessità di un aumento del sostegno delle parti ai paesi in via di sviluppo. Oltre l’obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno”. Quindi “nota con rammarico” che neppure il target dei 100 miliardi all’anno dal 2020 “è stato ancora raggiunto”.

Il contributo di giovani e popoli indigeni

La bozza “riconosce l’importante ruolo dei soggetti non statali. Compresi la società civile, i popoli indigeni, i giovani e altri soggetti, nel contribuire agli obiettivi della Convenzione e dell’Accordo di Parigi”.

Cop26 Greta
Greta Thunberg a Glasgow.Photo: Adrian Dennis/AFP (Getty Images)

Greta: “Onu dichiari emergenza globale su clima”

Greta Thunberg e altri giovani attivisti hanno predisposto una petizione legale destinata all’Onu. Si chiede al segretario generale, Antonio Guterres di dichiarare formalmente il problema del surriscaldamento globale come “emergenza climatica sistemica”. Lo riferisce il ‘Guardian’ dopo aver preso visione del documento, emerso a margine della Conferenza internazionale sul clima. La giovane paladina svedese dell’ambiente ha protestato in piazza con decine e decine di migliaia di coetanei, denunciandone i lavori come fallimentari. E additando a più riprese i “bla bla bla” dei leader del mondo.

L’appello di Boris Johnson

“Fare il massimo per “agguantare” il target sul surriscaldamento terrestre non oltre il tetto di 1,5 gradi più dell’era pre-industriale. I negoziatori sono agli ultimi metri, i più duri, per cercare di trasformare le promesse in azione sul cambiamento climatico. Ma vi è ancora molto da fare. In gioco c’è più del destino di qualunque singolo Paese, occorre unirsi per il pianeta. Abbiamo bisogno di eliminare tutti gli ostacoli se vogliamo mantenere l’obiettivo di agguantare gli 1,5 gradi”. Fonte: Ansa.

Cosa è stato concordato finora alla COP26? La scorsa settimana sono stati annunciati una serie di accordi collaterali:

  • Più di 100 leader mondiali hanno promesso di porre fine e invertire la deforestazione entro il 2030, incluso il Brasile, sede della foresta pluviale amazzonica
  • Gli Stati Uniti e l’UE hanno annunciato una partnership globale per ridurre le emissioni climalteranti di metano entro il 2030. Ridurre il metano nell’atmosfera è visto come uno dei modi migliori per ridurre rapidamente il riscaldamento globale
  • Più di 40 paesi si sono impegnati ad abbandonare il carbone. Ma i maggiori utilizzatori del mondo come la Cina e gli Stati Uniti non si sono pronunciati
  • Sono stati annunciati nuovi finanziamenti per aiutare i paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici e ad affrontare i danni e le perdite che comportano. Ma molti dicono che non sia sufficiente

Redazione

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