I produttori di glifosato impongono il sì della UE: biocottiamoli
Lo stupefacente voto favorevole di un ministro tedesco in scadenza, in contrasto palese con il proprio governo, è l’atto che ha consentito di ridare la licenza per cinque anni all’uso del glifosato nella UE.
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Il dubbio ci era sorto alla lettura di questo articolo (link), dove si vede come la partita dell’acquisizione da parte di Bayer multinazionale tedesca, di Monsanto, produttrice mondiale del glifosato, è ripartita ma ovviamente sarebbe stata del tutto impossibile senza il rinnovo della licenza da parte della UE. Si tratta di una pagina vergognosa della politica tedesca, che segna anche l’indebolimento ulteriore della Merkel e del suo tentativo di fare un governo con i verdi. Noi di Ecquologia riteniamo che l’attenzione della coalizione antiglifosato, alla quale aderisce anche Giga ed Ecofuturo, debba rivolgersi alle grandi associazioni degli agricoltori che, come Coldiretti etc, che non possono fare, come avviene per la prostituzione, in cui la colpa si da solo alle prostitute che vendono sesso per soldi, mentre la colpa è di chi acquista per soldi il sesso delle prostitute. Ci devono dire una volta per tutte se, quando parlano di “Campagna Amica”, si riferiscono ai produttori del glifosato o ai consumatori di prodotti all’ erbicida.
Fabio Roggiolani
Vide Presidente Associazione Giga e Cofondatore Ecofuturo Festival
A seguire un articolo di approfondimento che ci fa conto del rinnovo di cinque anni dell’autorizzazione all’utilizzo dell’erbicida glifosate da parte UE, grazie al voto della Germania
I paesi UE riuniti nel Comitato d’appello hanno votato a favore del rinnovo dell’autorizzazione dell’erbicida glifosato per cinque anni. Gli equilibri sono stati spostati dal voto positivo della Germania. La coalizione italiana #Stopglifosato: una brutta pagina oggi a Bruxelles, negato totalmente il principio di precauzione, terremo alta la pressione sia a livello nazionale che internazionale.
Tra le proteste degli ambientalisti della coalizione europea Stop Glyphosate, che si sono incontrati oggi davanti alla sede della Commissione Europea a Bruxelles, con indosso maschere del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e del commissario della Salute, il lituano Vytenis Andriukaitis, è stata approvata l’autorizzazione all’uso del glifosato proposta dalla Commissione europea per altri cinque anni prima della messa al bando a partire dal 2022. Il voto sul rinnovo dell’autorizzazione del glifosato è avvenuto nel cosiddetto “comitato d’appello”, che riunisce i rappresentanti degli Stati membri a livello ministeriale. Nel caso in cui non fosse stata raggiunta la maggioranza qualificata, sarebbe toccato alla Commissione decidere in tutta autonomia se rinnovare o meno l’autorizzazione del glifosato.
Determinante il parere positivo della Germania, che ha di fatto spostato l’equilibrio dei paesi UE riuniti in comitato d’appello. La maggioranza qualificata si espressa a favore con 18 paesi (quasi tutti i paesi dell’Est) , 9 contrari (Italia, Francia, Belgio, Grecia, Ungheria, Cipro, Malta, Lussemburgo e Lettonia), 1 astenuto (Portogallo). Inaspettatamente, la Germania, che si era sempre astenuta negli scorsi tentativi nel Comitato permanente UE su piante, cibi e mangimi (Comitato Paff), facendo mancare la maggioranza qualificata pro o contro la proposta della Commissione, questa volta si è espressa a favore. Ora la Commissione adotterà una decisione formale prima che l’autorizzazione attuale scada il 15 dicembre.
“Il voto di oggi mostra che quando vogliamo possiamo condividere e accettare la nostra responsabilità collettiva”, ha detto il commissario Andriukaitis. Un passaggio obbligato, hanno spiegato i commissari europei, dato che non ci sono in commercio altri erbicidi potenzialmente non dannosi per l’uomo. Tesi bocciata dalla Francia, che ha ribadito il suo no alla proroga: “Voteremo contro il rinnovo dell’autorizzazione del glifosato per cinque anni proposta dalla Commissione Europea, vogliamo assumerci le nostre responsabilità perché il glifosato è un prodotto potenzialmente a rischio per la salute dei francesi e per l’ambiente e la biodiversità”, aveva dichiarato questa mattina, alla vigilia del voto, la segretaria di Stato presso il ministero dell’Ambiente, Brune Poirson. Promessa mantenuta. Anche l’Italia ha mantenuta ferma la sua posizione: su Facebook il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina ha scritto: “a Bruxelles abbiamo votato contro il rinnovo (come la Francia) perché siamo convinti che l’utilizzo di questa sostanza vada limitato. L’Italia già adotta disciplinari produttivi che limitano l’uso del glifosato. Continueremo il nostro impegno per portare il nostro Paese all’utilizzo zero del glifosato entro il 2020”. Stessa posizione espressa dal ministro dell’Ambiente: “la decisione europea sul glifosato non cambia di una virgola la nostra posizione. Teniamo all’Europa, a un ambiente sano, alla salute dei cittadini e a un’agricoltura sostenibile. Per questo lotteremo per rivedere questa decisione”. Lo afferma il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
“La proroga di cinque anni per un erbicida sospetto di cancerogenicità è la negazione totale del principio di precauzione su cui sono nate le politiche di tutela ambientale e della salute dell’Unione Europea. Il comitato di appello ha concesso oggi pomeriggio la proroga soprattutto grazie al fatto che la Germania si è schierata a favore dei 5 anni. Una brutta pagina anche per il governo tedesco, che lascia pensare al fatto che dopo l’acquisizione di Monsanto da parte della Bayer, il governo di Berlino pensi alla protezione dell’ambiente e della salute in maniera nettamente più tiepida che in passato”. E’ molto dura la reazione della Coalizione italiana #StopGlifosato, espressa dalla portavoce Maria Grazia Mammuccini. “Il rinnovo dell’autorizzazione rappresenta una autentica truffa ai danni dei cittadini europei e dell’ambiente. Le 51 associazioni che fanno parte della Coalizione, assieme al grande movimento di cittadini che si sono mobilitati in Italia e in Europa, aveva chiesto lo stop immediato per una sostanza sicuramente dannosa, al di là delle polemiche sulla cancerogenicità. Come sappiamo, i cosiddetti Monsanto papers hanno svelato le pressioni e le interferenze della multinazionale produttrice sulle istituzioni di controllo europee”, continua Mammuccini. “Ci pareva comunque sensata la proposta del governo italiano che proponeva un’uscita definitiva entro il 2020. Non è andata così: la proroga non sembra contenere una clausola di cessazione per l’uso del glifosato: in realtà c’è chi spera che l’opinione pubblica dimentichi il glifosato in questi 5 anni. Non sarà così. Già ora l’impegno dei cittadini ha evitato che la proroga fosse addirittura di 10 anni, come proposto dalla Commissione europea. Di fronte alle istituzioni UE si apre anche il problema dell’ICE, l’iniziativa dei cittadini europei contro il glifosato che ha raccolto un milione e 300 mila firme in 4 mesi. Noi – promette la portavoce della Coalizione – terremo alta la pressione sia a livello nazionale che internazionale”.
Goffredo Galeazzi (sito Cambialaterra)