Ecofuturo 2015: seconda giornata del “Vivere ed abitare”

Le tante dimensioni della sostenibilità ad Ecofuturo: oggi uno dei temi più sensibili e legati alla vita dell’uomo come “Vivere ed abitare”. Riscoprire il senso e gli immensi valori della comunità, base fondante delle società rurali e contadine in luogo di una antropizzazione ed urbanizzazione delle popolazioni che rende oggi esigenza inderogabile riscoprirne in chiave moderna gli immensi valori per riportare l’uomo e le sue profonde esigenze psicologiche, spirituali e materiali al centro del mondo.


Giornata ancora una volta ricchissima di testimonianze quella odierna ad Ecofuturo, su un tema davvero centrale per la vita ed il benessere delle persone come il vivere e l’abitare. Ancora una volta un messaggio forte che riaffiora sempre più perentorio quando si tratta di sostenibilità come quello di riappropriarci, riscoprendole pienamente, le nostre origini per riprendere il cammino con le opportunità che proprio questa crisi ci offre per rifare grande il nostro paese attraverso le nuove tecnologie e sopratutto con nuove consapevolezze da disseminare nei singoli cittadini, a cominciare ovviamente dalle nuove generazioni,.

A confermarcelo due storie straordinarie di rivalutazione di due grandi materiali che hanno fatto grande il nostro paese per poi estinguersi completamente nell’immediato dopoguerra come la canapa e la seta.

Sulla canapa, materiale assolutamente polivalente, la bellissima e corposa testimonianza e esperienza di Ascanio Tagliaferri, nonostante la giovane età, con Agraia, esperienza umbra di rilancio della coltura della canapa. Un materiale nel quale l’Italia era il secondo produttore al mondo per quantità fino agli anni ’40 e forse anche di più se è vero come è vero che la resistenti dei mitici jeans Levis Strauss sia dovuta proprio alla canapa italiana, per non parlare dell’impiego nelle vele per la navigazione. Altra bellissima storia aziendale, quella dell’azienda orafa vicentina D’Orica, con Giampietro Zonta che spinto da una idea della moglie ha ridato vita al rilancio di una delle grandi colture italiane come la seta, altra grandissima eccellenza italiana, caratterizzatasi proprio nel nostro nord est fino alla fine degli anni ’40. Una storia davvero ricca di significati che indica ancora una volta a riappropriarsi di una strada tutta italiana di un nuovo sviluppo.

Molte altre le dimensioni esplorate, dal riscaldamento di ambiti rurali con biomasse senza combustione, con processi di digestione anaerobica, alle esperienza virtuose in ambiti davvero ostili per la cultura della cosa comune come i condomini, elemento fondamentale per intraprendere qualsivoglia percorso virtuoso di efficientamento energetico, per arrivare poi agli asfalti drenanti ecologici ed alla illuminazione LED tutta made in Italy con mirabolanti prestazioni di efficienza grazie alle ottiche. Tutti ambiti ed argomenti nei quali si è tenuto a doppio filo la dimensione sociale e comunitaria con quella delle prestazioni dei nuovi materiali sia in termini ecologici che economici valutati non solo nell’ambito della installazione ma anche e sopratutto in fase di esercizio e manutenzione.

Davvero di grande interesse l’innovativo manto stradale ecologico che si propone in forme e soluzione davvero versatili sia in ambito extraurbano, per esempio per dare maggiore stabilita e sicurezza nel segno della ecocompatibilità alle mitiche “strade bianche”, per non parlare delle città, dove ridare nuova vita ai manti stradali si traduce in benefici ambientali di grandissima attualità sia relativamente all’assorbimento delle polveri fini, sia, utilizzando l’ampia flessibilità anche cromatica della soluzione, a dare risposte concrete alle ben note “isole di calore urbano”; dove le alte temperature fanno da precursori a pericolosi inquinanti come l’ozono.

Di grande respiro anche gli interventi dei politici con la presenza di Mirko Busto, membro della Commissione ambiente della Camera Mirko Busto che sta cercando di portare al successo il disegno di legge che definisce finalmente gli ecovillaggi e di Serena Pellegrino, Vide presidente della stessa Commissione, con il davvero affascinante disegno di inserire esplicitamente il concetto di bellezza nell’articolo 1 della Costituzione.

A completare la componente istituzionale la senatrice Loredana De Petris, da sempre in prima linea nelle questioni ambientali e della sostenibilità, che ha apprezzato la grande rilevanza di molte delle proposte presentate, impegnandosi in prima persona per cercare di dare nuove certezze, per intreventi capaci di dare davvero una nuova immagine al paese.

Davvero toccante in conclusione la testimonianza di un Goiacchino Allasia che presentando i suoi libri ha richiamato amncora una volta sulla fondamentale importanze di riscoprire da dove veniamo per riappropriarsi proprio di quelle certezze che l’uomo moderno ha smarrito, così ben presenti in una civiltà rurale e contadina, in questo abbraccio oramai sempre più evidente fra tradizione ed innovazione

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