Bioplastica dagli scarti della birra: un nuovo progetto

Presentiamo il progetto LIFE RESTART che ha l’obiettivo di trasformare un “rifiuto”, le trebbie di birra, in una risorsa, generando bioplastiche di alta qualità e creando nuove opportunità economiche e sociali per il territorio, con un focus sulla sostenibilità ambientale e sociale.

Nello specifico le trebbie di birra sono la parte insolubile non degradata dei chicchi d’orzo e rappresentano il principale sottoprodotto nell’industria birraria.

LIFE RESTART, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma LIFE, è un progetto innovativo che mira al riciclo delle trebbie di birra (BSG) per la produzione di bioplastiche green, biodegradabili, riciclabili e a costi competitivi.

Il progetto si inserisce nell’ambito dell’economia circolare e punta non solo a ridurre l’impatto ambientale, ma anche a generare benefici sociali. In particolare, LIFE RESTART prevede di creare nuovi posti di lavoro green e di promuovere uno sviluppo sostenibile per la comunità locale di Roccavaldina, in Sicilia. Qui sarà situato l’impianto pilota per la produzione delle bioplastiche. Il modello di business adottato è community-based, con l’obiettivo di favorire l’inclusione sociale e contrastare il fenomeno dello spopolamento delle aree rurali.

Dal punto di vista ambientale, il progetto mira a riutilizzare il 75% delle trebbie di birra prodotte per la creazione di biopolimeri e a recuperare il 75% delle acque reflue dei birrifici. Riducendo del 15% l’uso di polimeri fossili e del 35% la domanda di biopolimeri vergini.

Sul piano sociale, LIFE RESTART prevede la creazione di nuovi posti di lavoro qualificati e la redazione di un Piano di Benessere Comunitario per rafforzare la resilienza della comunità locale rispetto ai cambiamenti climatici. Entro tre anni dalla fine del progetto, si punta a replicare il modello in altri territori dell’UE, con la realizzazione di altri quattro impianti.

Il progetto si basa su una partnership tra diverse organizzazioni, tra cui la Fondazione di Comunità di Messina, l’Università degli Studi di Messina, il birrificio Messina. Presenti anche altre realtà specializzate nella sostenibilità, nella lavorazione dei polimeri e nella chimica verde. Gli obiettivi sono supportati da un piano di attività che include la ricerca e sviluppo, la produzione di bioplastiche su scala semi-industriale, la realizzazione di prototipi di manufatti e studi di fattibilità per l’espansione della tecnologia ad altri settori e mercati.

Fra Fabbrica e “ricette top”, LIFE RESTART accelera – aggiornamento 24 settembre 2024

Manca ormai davvero poco per “l’accensione” della Fabbrica Zero a Roccavaldina. A breve il Gestore energetico terminerà la fase di analisi dei documenti necessari per rendere operativo l’allaccio elettrico materialmente terminato. E allora EcosMed potrà partire con un ultimo collaudo, questa volta in loco, dei macchinari e la realizzazione dei primi pellet pilota in situ, in modo da sviluppare campioni da far vagliare alla rete distributiva e ai potenziali acquirenti. Si tratta di biomateriali le cui formulazioni, le “ricette”, sono in gran parte pronte e potenzialmente  spendibili sul mercato.

Test e vasi ad hoc

A regime la Fabbrica arriverà a produrre su scala semi-industriale le nuove bioplastiche con le “ricette” interamente green messe a punto, testate e analizzate da UNIME e Crossing. Inizialmente ne verranno realizzate fra i 180 e i 200 Kg/h per poi incrementare poi la produzione sulla base della richiesta di mercato. In particolare, una piccola quantità di biomateriale è stata testata nel settore dei sanitari e in quello florovivaistico. In questo un ruolo importante sarà svolto da Giardineria Italiana, che sottoporrà a verifica i vasi fatti con queste bioplastiche, e con la quale si sta valutando la realizzazione di un vaso ad hoc per sfruttarne al meglio le caratteristiche.

Con l’avvicinarsi dell’avvio della produzione, inoltre, EcosMed sta per pubblicare un avviso per la selezione di tre stagisti da inserire nella Fabbrica Zero. Mentre il 18 settembre, ad Atene, la cooperativa ha partecipato alla SIFTA Masterclass on Social Enterpreneurship for Microfinance and Social Finance Providers in Southern EU promossa dalla Banca Europea degli investimenti.

Le formulazioni migliori

Sul versante della ricerca, UNIME e Crossing hanno lavorato per individuare le migliori condizioni operative e di conseguenza le migliori formulazioni per la produzione di biocompositi. Sono stati studiati vari blend di diversi biopolimeri e scarti agroindustriali, caratterizzandoli da un punto di vista fisico, meccanico e chimico. Nello specifico, sono stati analizzati differenti biopolimeri provenienti da fornitori diversi e differenti scarti agroindustriali provenienti da biomasse diverse, fra cui la sansa. Sono stati anche reperiti svariati additivi bio-based per valutarne gli effetti nel biocomposito finale.

UNIME ha inoltre proseguito i test sulla riciclabilità dei biomateriali e perfezionato la misurazione dell’indice di fluidità degli stessi in relazione allo stampaggio a iniezione. Mentre Crossing ha condotto studi di biodegradazione nel terreno e compostaggio dei biocompositi a diverse formulazioni. Sono stati effettuati sia test di biodegradazione indiretta sia diretta, seguendo la normativa ASTM D5988.

In questi mesi è poi andato avanti il processo relativo alle certificazioni delle bioplastiche a partire da quello per la compostabilitàFondazione Messina ha avviato il Life Circle Assesment, la cui certificazione verrà effettuata dall’Università di Palermo, mentre sono previsti test dei biomateriali orientati a ottenere quella per il giocattolo.

Infine, sono stati molti gli eventi, nazionali e internazionali, a cui i partner di progetto hanno partecipato.

Per approfondire:

Life Restart – Birrificio (birrificiomessina.it)

LIFE RESTART – Fondazione di Comunità Messina

https://ecquologia.com/inerti-edili-e-co2-ecco-il-calcestruzzo-riciclato/

Redazione

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