Stop alla priorità di dispacciamento dall’UE: nuovo attacco alle rinnovabili? La risposta di Giga

A fronte del varo del 30 novembre scorso, da parte della Commissione europea, del cosiddetto “Pacchetto invernale”, un blocco di 70 documenti sull’energia, tra cui proposte in tema di rinnovabili, mercato elettrico, efficienza energetica ed efficienza negli edifici.

Tra le misure è previsto l’innalzamento al 30% al 2030 di efficienza energetica, mentre per le rinnovabili, il cui obbiettivo è confermato al 27%, viene cancellata la priorità di dispacciamento, salvo per gli impianti esistenti (eccetto in caso di rifacimento), piccoli impianti e tecnologie innovative.

Le fonti rinnovabili dunque perdono la loro priorità, come era sancito nella direttiva europea 2009/28/CE, secondo la quale “[…] gli Stati membri assicurano che, nel dispacciamento degli impianti di produzione dell’elettricità, i gestori del sistema di trasmissione diano la priorità agli impianti di produzione che utilizzano le fonti energetiche rinnovabili nella misura consentita dal funzionamento sicuro del sistema elettrico nazionale e sulla base di criteri trasparenti e non discriminatori”.

Dal 1999 il mercato dell’energia elettrica è libero, ma questa disposizione favoriva, pur con limitazioni di mercato (la precedenza era comunque data al prezzo), ad una produzione da fonti non fossili.

La cancellazione di tale priorità è dunque un nuovo attacco alle rinnovabili? GreenBiz ha effettuato in questi giorni una indagine (vedi link articolo integrale in calce al post), dove ha chiesto un parere a tutte le associazioni di categoria delle rinnovabili, tra cui, per la geotermia, l’Associazione Giga.

Riportiamo di seguito il testo dell’intervista di Roberta de Carolis al Vice Presidente di Giga, Fabio Roggiolani.

IL GEOTERMICO

Fabio Roggiolani, Vicepresidente Gruppo informale per la geotermia e l’ambiente:

È un nuovo attacco alle rinnovabili, non c’è dubbio. Il meccanismo ora è rallentare, frenare, lottare, stoppare, nella convinzione che questo salvi le fonti fossili. Invece porterà danno all’intera economia europea.

L’Europa infatti sta diventando leader nel settore delle rinnovabili, e, come sta avvenendo nel geotermico, si vanno sviluppando sempre di più rinnovabili con continuità di produzione sia nel settore termico che dell’energia elettrica.

Per cui appare anacronistico che, man mano che le rinnovabili acquisiscono sempre di più la capacità di non essere intermittenti, tenuto conto anche dello sviluppo degli storage per le altre rinnovabili intermittenti, creare ulteriori problemi ad un settore che si sta organizzando per crearne il meno possibile.

Questo è un segnale anche psicologicamente completamente sbagliato, che alla lunga determinerà che i consumatori diventeranno sempre di più produttori della loro energia, staccandosi dalla rete e quindi rendendo la rete stessa sempre più inutile. Per cui alla fine questo comportamento danneggerà anche quelli che questo sistema di burocrati europei cercano di difendere.

Un’altra nota legata al nostro mondo geotermico: finalmente l’Europa non è più dispensatore di incentivi prodotti da un’altra parte, ma produttore di tutte le macchine e i sistemi che servono a produrre, quindi non solo miglioramento del clima, ma anche creazione di posti di lavoro per lo sviluppo di tecnologie di produzione delle rinnovabili stesse.

Pertanto una decisione incomprensibile, che porterà solo a sviluppare soluzioni, che per me sarà abolire la rete.

Roberta De Carolis

Fonte articolo integrale: GreenBiz

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