La canapa che non smetti mai di riscoprire: porte aperte anche alla fitodepurazione

La canapa è una coltura che dopo essere stata un punto di riferimento nel nostro paese, ha assistito ad un progressivo abbandono culminato negli anni ’60, e che sta riprendendo spazi sino ad oggi inimmaginabili di applicazione, anche grazie alle nuove tecnologie.

 La produzione della canapa infatti è stata fiorente in Italia fino agli anni ’40 del secolo scorso, quando erano coltivati circa 100 mila ettari. La progressiva industrializzazione del paese e l’avvento del “boom economico” con l’avvento di plastica e fibre sintetiche, segno il grande declino della canapa per uso industriale. Oggi in Italia, secondo stime della Coldiretti, sono attive oltre 300 aziende che coltivano canapa per circa un migliaio di ettari. La coltivazione è diffusa soprattutto in Puglia, Piemonte, Veneto e Basilicata, ma ci sono le condizioni per produrle anche in Friuli Venezia Giulia, Toscana, Sicilia e Sardegna.

Un autentico “maiale del regno vegetale”, come qualcuno la definisce per il fatto che non si butta via niente delle sue componenti, vede oggi aprirsi anche la fitodepurazione nei siti inquinati. E’ stata infatti approvata definitivamente la legge per il rilancio del comparto della canapa industriale e tra i settori nei quali questa incredibile pianta può essere impiegata, come nelle trasformazioni agricole, nella biocosmesi, nella bioingegneria, nella bioedilizia, arriva anche la fitodepurazione per la bonifica dei siti inquinati oltre che in ambito energetico.

E’proprio di questi giorni l’annuncio, da parte del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, l’approvazione da parte del Senato, della legge per la promozione della filiera della canapa. La nuova legge prevede una semplificazione dell’iter autorizzativo, ponendo le basi per un finanziamento pubblico al settore della canapicoltura.

Una lunga attesa quella dell’intero settore della filiera agroindustriale della canapa, che è stato finalmente normato, dando ordine ad un settore dai grandissimi potenziali di redditività. La nuova legge è strutturata su dieci articoli nell’ambito dei quali sono definite le linee entro le quali si dovranno muovere gli imprenditori impegnati nella filiera, sino ad oggi molto confusi.
Della legge fanno parte integrante le linee guida per individuare le varietà di canapa idonea alla coltivazione e l’individuazione delle modalità di sostegno a favore delle coltivazione e della trasformazione. E’ previsto un ambito di incentivazione dell’impiego e del consumo finale di “semilavorati di canapa provenienti da filiere prioritariamente locali”. A livello ministeriale saranno resi disponibili fino a 700mila euro per “favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e trasformazione nel settore della canapa”.

Un universo sconfinato di prodotti ed applicazioni, quelle derivate dalla canapa, che vanno dalla produzione di corde, tessuti, olii, materiali per la bioedilizia e che sconfinano negli alimenti (ad Ecofuturo 2016 abbiamo sperimentato una meravigliosa pasta di grani antichi e canapa), cosmetici, semilavorati per forniture alle imprese, materiale destinato ai lavori di bioingegneria o prodotti utili per la bioedilizia e, me non certamente ultimo per importanza l’ambito della fitodepurazione per la bonifica dei terreni inquinati. L’utilizzazione della canapa per fini energetici come biomassa, è destinato esclusivamente all’autoproduzione energetica aziendale.

Un passaggio legislativo importante che permetterà di coltivare canapa senza alcuna autorizzazione. Sul piano dei controlli, il Corpo forestale dello stato sarà individuato come organo deputato alla effettuazione di controlli ed analisi di laboratorio, nel caso in cui verranno soddisfatti i requisiti del contenuto thc, individuati nella soglia massima dello 0,6% di tetraidrocannabinolo, principio attivo della cannabis.

Si tratta di un settore agricolo in forte espansione, che sarà fortemente consolidato dalla nuova legge. Sulla emanazione della nuova legge sulla coltivazione della canapa anche il commento del ministro Maurizio Martina, il quale, esprimendo così la sua soddisfazione ha dichiarato che “con l’approvazione di questa legge finalmente regolamentiamo un settore dal grande potenziale per la nostra agricoltura non soltanto dal punto di vista economico, ma anche della sostenibilità”. Sulla nuova legge anche il commento del relatore del nuovo provvedimento, il senatore di Area popolare Ncd-Udc, Mario Dalla Tor, il quale sostiene che con la nuova legge “è stato colmato un vuoto legislativo e viene regolamentato un settore in forte espansione, con notevoli margini di crescita. La canapa è una coltura in grado di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale in agricoltura, del consumo dei suoli, della desertificazione e della perdita di biodiversità. Inoltre ha un utile impiego come sostituta di colture eccedentarie e come coltura da rotazione”.

Sauro Secci

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