Occupazione e energie rinnovabili nel mondo: quasi 8 milioni di posti di lavoro

Puntuale come ogni anno è arrivato anche quest’anno il Rapporto di IRENA(International Renewable Energy Agency), “Renewable Energy and Jobs – Annual Review 2015” scaricabile in calce al post, che evidenzia come nell’ultimo anno 2014, gli occupati nel settore delle energie rinnovabili è aumentato nel mondo di ben il 18%, passando dai 6,5 milioni di fine 2013 a ben 7,7 milioni della fine del 2014.


Una cifra alla quale vanno aggiunti 1,5 milioni di posti di lavoro del settore idroelettrico, che dispone per la prima volta di una stima ufficiale del settore. Una crescita trainata, secondo IRENA, dalla diminuzione dei costi delle diverse tecnologie rinnovabili, che ha permesso la creazione di nuovi posti di lavoro su tutto il fronte, delle installazioni, degli interventi e della manutenzione. Ampliando l’orizzonte temporale a ritroso, andando a sfogliare le vecchie edizioni del report, si rileva come, in pochi anni le rinnovabili hanno creato milioni di posti di lavoro, passando dagli 1,5 milioni di occupati del 2004, attraverso i 3,5 milioni nel 2010 e la grande accelerazione degli ultimi 4 anni che sono andati oltre il raddoppio, passando ai 7,7 milioni di occupati correnti.

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Analizzando la distribuzione e le dinamiche di massima dei nuovi posti di lavoro, si rilevaun particolare incremento in Asia, presente nella Top 10 mondiale con ben cinque paesi con il numero maggiore di posti di lavoro nel settore delle rinnovabili, conCina, India, Indonesia, Giappone e Bangladesh. Una crescita dell’occupazione rinnovabile comunque in aumento anche nella Unione Europea e negli USA, che insieme carano oggi il 25% del totale dell’occupazione rinnovabile mondiale contro il 31% del 2012. Una classifica, quella dei primi dieci paesi al mondo per i posti di lavoro nel settore delle rinnovabili che non vede la presenza del nostro paese, il quale, dopo l’era degli incentivi e le grandi performance degli anni dal 2009 al 2011, fa registrare una grande battuta di arresto, collegata ad una serie di letali “start and stop”, legati ad una miopia di prospettiva ed una incertezza ed una contraddittorietà delle politiche, confermata sia nella SEN (vedi post “La Strategia Energetica Nazionale e gli indugi della transizione“ e post ““Trivelle in vista”: il nuovo dossier del WWF dopo l’approvazione della sconcertante Strategia Energetica Nazionale (SEN)“) che, in tempi recentissimi,nella bozza del nuovo decreto sulle rinnovabili elettriche, che costituisce un autentico pugno in faccia alla generazione distribuita ed alla transizione ineludibile in atto.
Tornando all’analisi del rapporto è il settore del fotovoltaico, l’energia rinnovabile più distribuita sui territori e maggiormente scalabile e moculare, a detenere attualmente con il maggior numero di occupati, con circa 2,5 milioni di addetti, seguito dai biocarburanti con 1,8 milioni, e dall’energia eolica, che per la prima volta, ha superato quest’anno la soglia di un milione di addetti. Sintetizzando i dati principali contenuti dal rapporto abbiamo:

  • Il fotovoltaico: in testa alla classifica delle rinnovabili con 2,5 milioni di posti di lavoro contro 2,3 milioni dell’anno precedente.
  • L’eolico: ha raggiunto quota 1 milione di addetti dagli 834.000 del 2013.
  • Le biomasse: con i Biocarburanti liquidi da 1,45 a 1,8 milioni ma con un settore destinato ad affievolirsi nei prossimi anni, le biomasse solide passati da 782 mila a 822 mila e il settore del biogas, passato da 264 mila a 381 mila
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Passando all’analisi dei singoli paesi abbiamo:

  • La Cina: paese con il maggior numero di occupati nelle rinnovabili con 3,4 milioni di addetti e leader nei settori fotovoltaico, eolico, solare termico, idroelettrico, biomasse e biogas.
  • Il Brasile: leader mondiale dei posti di lavoro nel settore dei biocarburanti liquidi con 845 mila occupati e con un eolico in grandissima crescita arrivando a quota 35 mila e 800 occupati, facendo registrare un incremento complessivo, rispetto all’anno precedente del 12%.
  • Gli USA: dove gli occupati nel settore solare sono cresciuti del 22% passando da 142 mila a 173 mila e 800 e dove anche l’eolico ha fatto registrare una cresciuta di ben il 43%, passando a 73.000 occupati. Molto interessante negli Usa, anche il dato del’occupazione femminile nel settore solare passato da 26.700 a 37.500 occupate.
  • L’India: dove se il governo raggiungerà l’obiettivo prefissatosi di installare 100 GW di fotovoltaico e 60 GW di eolico entro il 2022, verranno creati ben un milione di nuovi posti di lavoro.
  • La Germania: che si consolida ancora il paese leader in Europa con 371.400 posti di lavoro.
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Una tendenza che conferma il nonostante tutto, inarrestabile ed ineludibile fenomeno della migrazione di modello energetico, da un modello concentrato, essenzialmente monopolistico o comunque oligarchico ad uno nuovo e decisamente più intelligente ed evoluto, veramente più democratico e partecipativo.

Sauro Secci

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