“Tossicodipendenza” da pesticidi in agricoltura: a rischio l’impollinazione in Europa secondo Greenpeace

Il settore agricolo, di fondamentale importanza per “nutrire il pianeta”, come ha sottolineato anche una parte del titolo di Expo 2015, appena conclusosi a Milano, ha visto proprio questo settore che ha segnato l’avanzare delle civiltà, oggetto di una pericolosa deriva “intensiva e industriale”, caratterizzata da un massiccio uso di pesticidi chimici, con gravissima compromissione di falde acquifere e di suoli, con perdita di habitat e di biodiversità per molte specie, anche nel nostro paese (vedi post “Pesticidi killer: Italia triste leader che continua ad investirci nell’anno di EXPO“).


Ha fornito un quadro ricognitivo molto preciso e preoccupante il nuovo rapporto di GreenpeaceTossicodipendenza da pesticidi. Come l’agricoltura industriale danneggia il nostro ambiente“, scaricabile nelle due versioni estesa (in inglese) e in sintesi (in italiano), il quale ha esaminato la letteratura scientifica ad oggi disponibile sull’utilizzo dei pesticidi chimici di sintesi in ambito agricolo. I risultati del rapporto evidenziano che i pesticidi rappresentano una grave minaccia per la biodiversità, sia mettendo in serio pericolo le specie, avvelenandole per poi ucciderle, sia alterando gli ecosistemi, provocando per esempio la rottura ed il collasso della catena alimentare. Secondo la stessa Unione europea infatti, un quarto dei 471 principi attivi approvati in Europa in tema di pesticidi, supera le soglie critiche per la persistenza nel suolo o nelle acque, e ben 79 di essi superano i valori critici di tossicità per gli organismi acquatici. Tutto questo sta producendo che quasi un quarto (24,5 per cento) delle specie vulnerabili o in via d’estinzione nell’UE è minacciata dagli effluenti agricoli, compresi pesticidi e fertilizzanti, mettendo a rischio in particolare, la stessa sopravvivenza delle specie e preziosi servizi ecosistemici come l’impollinazione. Secondo Greenpeace “è assolutamente necessario un sostegno politico e finanziario, per passare da un’agricoltura intensiva dipendente da sostanze chimiche dannose, a pratiche agricole ecologiche”.

Un limite fondamentale a livello autorizzativo dei singoli pesticidi è che questa fase valutativa avviene a compartimento stagni, con la valutazioni dei singoli principi attivi, lasciando pericolosamente fuori dal perimetro i mix chimici. Sono infatti spesso Spesso diversi “cocktail” di pesticidi a compromettere maggiormente l’ambiente. Il processo di autorizzazione dell’Unione europea, inoltre, non riesce a valutare correttamente gli effetti a lungo termine dell’esposizione a basse dosi dei pesticidi, concentrandosi principalmente sulla loro tossicità acuta. A seguire una rappresentazione dei trend della matrice degli impatto livello UE, tratta dal rapporto di Greenpeace.

matrice_impatti

A confermare la gravità della situazione anche in Europa il recente lavoro della Task force sui pesticidi sistemici dell’Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) (link sito), primaria organizzazione non governativa, la quale, dopo aver analizzato oltre 800 relazioni scientifiche ha evidenziato un addirittura catastrofico declino degli insetti in Europa (vedi post “Bioindicatori ambientali: a rischio le api, il più grande sensore ambientale planetario“).
Una serie di impatti che possono rivelarsi devastanti, dal momento che il 70 per cento delle 124 principali derrate alimentari coltivate per il consumo umano, come mele e colza, dipendono dall’impollinazione, la quale migliora la produzione di semi, frutta e ortaggi. Come fa rilevare Federica Ferrario, responsabile campagna “Agricoltura Sostenibile” di Greenpeace, “la dipendenza dell’Europa dai pesticidi chimici è più che altro una tossicodipendenza. Le colture sono regolarmente irrorate con diverse sostanze chimiche, di solito applicate più volte su ogni coltura durante l’intera stagione di crescita. Eppure gli agricoltori dispongono già di alternative non chimiche per contrastare le specie nocive, ma hanno bisogno del necessario sostegno politico e finanziario affinché queste diventino il metodo più diffuso“.

Sauro Secci

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