Sarà la volta buona per un cambio di passo del GSE? Le riflessioni di Piattelli (Italia Solare)
Ad ottobre di quest’anno è stato rinnovato il vertice del GSE. Alla sua guida sono arrivati l’Avv. Francesco Vetrò, già Presidente della Cassa per i Servizi Energetici ed Ambientali, che è stato nominato Presidente, l’Ing. Roberto Moneta, fino ad ottobre responsabile della divisione Efficienza Energetica dell’ENEA, che ricoprirà la carica di Amministratore Delegato e Laura Bajardelli, proveniente dai vertici di Intasa San Paolo, che farà parte del Consiglio di Amministrazione.
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Le prime uscite pubbliche dell’AD Moneta sono state abbastanza rassicuranti ed hanno fatto intendere una volontà di cambio di indirizzo del GSE, con l’obiettivo di tornare a svolgere la funzione di gestione e controllo dei Servizi Energetici in modo equo ed equilibrato. Comportamento equo ed equilibrato che non può certamente dirsi della passata gestione affidata a Sperandini, il quale, dietro la volontà di colpire i comportamenti scorretti (di pochi), ha dato una irragionevole impronta sanzionatoria a tutto l’operato del GSE.
Con questo atteggiamento il GSE, in tre anni di mandato, è diventato un vero freno di sviluppo per il settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica con numerosissimi operatori che si sono visti rigettare pratiche di incentivi in modo cavilloso ed inutilmente sanzionatorio.
Eclatanti sono gli atteggiamenti che il GSE ha avuto nella passata stagione per quel che riguarda le richieste di Titoli di Efficienza Energetica. Un meccanismo certamente perfettibile che però solo pochi anni fa veniva valutato molto positivamente dal Gruppo di Lavoro di ARERA sull’Efficienza Energetica, che in un report scriveva: “Il sistema ha dimostrato, dal 2004 fino al 2014, di funzionare bene grazie alla capacità degli enti di regolazione di mantenere un giusto equilibrio tra domanda e offerta. Infatti il titolo per tutto il decennio è oscillato attorno ai 100 Euro/TEE, permettendo all’Italia (come risulta dal rapporto Cesef 2017) di generare risparmio energetico con un costo per la collettività dalle 4 alle 10 volte inferiore rispetto a tutte le altre forme di incentivazione adottate”.
Ebbene, in soli tre anni di gestione scriteriata i TEE sono passati da circa 100 €/TEE a valori che, ai loro massimi, a causa della scarsità di offerta e degli obblighi minimi in capo ai distributori, hanno raggiunto anche i 490 €/TEE, con la conseguenza che il costo complessivo per il sistema è aumentato mentre gli interventi in efficienza energetica sono drasticamente diminuiti e i tribunali si sono intasati di ricorsi.
Senza entrare nel merito, analoghi problemi si sono avuti con il Conto Termico, per il quale calcoli complessi di risparmio e sistema inquisitorio del GSE hanno fatto si che ogni anno restassero inutilizzate ingenti somme messe a disposizione dal legislatore.
Come spiegarsi quanto accaduto? A voler pensare bene, dobbiamo credere che presso il GSE qualcuno si sia distratto mentre la questione scappava di mano, visto che la progressiva insufficienza dell’offerta rispetto alla domanda ha generato il paradosso che i cittadini hanno avuto meno efficienza e contemporaneamente sono stati costretti a pagarla di più.
Per non parlare poi dei servizi di assistenza offerti dal GSE …. praticamente inesistenti. In questi anni è risultato impossibile per chiunque, associazioni di categoria comprese, avere un’interlocuzione sana e chiarimenti puntuali sulle pratiche contestate o sulla correttezza delle procedure da seguire.
E’ certamente ora di mettere un immediato stop a questa gestione inefficiente degli ultimi anni e cambiare nettamente passo. L’Italia ha obiettivi realmente ambiziosi da ora al 2030, ben delineati dalla Strategia Energetica Nazionale e rafforzati dalla recente approvazione a livello comunitario della Renewable Energy Directive e non può permettersi di avere pezzi delle istituzioni che remano contro.
Serve invece un organismo di controllo ed indirizzo efficiente e collaborativo con gli operatori di settore, che sanzioni giustamente i comportamenti scorretti ma che, allo stesso tempo stimoli la domanda, con regole chiare e meccanismi di controllo quanto più possibile oggettivi.
I primi passi di Moneta permettono un certo ottimismo, confermato anche dal recente incontro tra una delegazione del Coordinamento FREE e l’AD nel quale sono stati toccati in maniera franca ed aperta molti dei temi spinosi e le risposte sono sembrate rassicuranti.
Attendiamo fiduciosi e speriamo …….
Attilio Piattelli
Vicepresidente Italia Solare