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RAEE ed economia circolare: varati gli incentivi sull’ecodesign per la progettazione e la produzione eco-compatibile
E’ appena entrato in vigore, dopo la firma dei giorni scorsi del ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti di concerto con il ministero dello Sviluppo Economico, il decreto che regolamenta l’ecodesign, importante per favorire la progettazione e la produzione eco-compatibile di apparecchiature elettriche ed elettroniche, onde facilitare le operazioni di trattamento, riutilizzo e recupero nella loro fine vita, dando corpo all’ampio “pacchetto economia circolare” messo a punto dalla Commissione europea.
Come ha precisato lo stesso ministro Galletti, “la grande diffusione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche nella nostra società rende necessario investire sulla loro qualità ecologica, determinando quindi a monte le condizioni per il riutilizzo e il recupero in forme sempre nuove”. Un altro importante passo questo nuovo decreto sul fronte dei RAEE (Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), comparto determinante nella complessiva partita dell’economia circolare dopo il cosiddetto “decreto 1 contro 0”, entrato in vigore il 22 luglio scorso. Nel “decreto 1 contro 0” sono dettate le modalità semplificate per lo svolgimento delle attività di ritiro gratuito da parte dei distributori di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche di piccolissime dimensioni e impone ai negozi con una superficie di vendita di almeno 400 mq l’obbligo di ritirare gratuitamente e smaltire i RAEE inferiori ai 25 cm, comprendendo così vecchi cellulari, rasoi elettrici, tablet e piccoli elettrodomestici che potranno quindi essere smaltiti gratuitamente.
Tornando nuovo decreto dedicato all’incentivazione all’ecodesign, lo stesso dispone, per i produttori che dimostrino di aver ridotto il costo di gestione di fine vita, la possibilità di richiedere una riduzione dell’ecocontributo. La valutazione percentuale del contributo sarà poi valutata dal Comitato di vigilanza e controllo sulla gestione dei RAEE, in funzione di una griglia che assegna un punteggio valutando l’analisi del ciclo di vita e del fine vita del prodotto, la riparabilità e il disassemblaggio, oltre che la presenza di certificazioni ISO.
Il nuovo decreto attribuisce quindi ai produttori il compito di implementare le strategie di ecoprogettazione, individuando azioni che favoriscano l’aumento della vita media dei prodotti e la loro affidabilità, facilitino le operazioni di manutenzione e riparazione, permettano l’upgrading tecnologico e limitino l’utilizzo di sostanze pericolose. Il nuovo decreto prevede inoltre norme finalizzate a favorire la cooperazione tra produttori e operatori degli impianti di trattamento, recupero e riciclaggio, attraverso una banca dati aggiornata messa a disposizione del Centro di Coordinamento, con possibilità di stipulare accordi di programma. Una parte del testo è dedicata poi al tema della prevenzione, attraverso corsi di formazione e campagne informative, prevedendo anche l’istituzione dell’etichetta “prodotto ricondizionato”, con una garanzia minima di 12 mesi, per quelli immessi sul mercato dopo 90 giorni dall’entrata in vigore del regolamento.
Una accoppiata di decreti importante per cercare di invertire la direzione di un mercato consumistico caratterizzato oramai da anni dal perverso fenomeno della “obsolescenza programmata” e che, soprattutto nell’ambito della microelettronica (tablet, smartphone,etc.) ha indotto atteggiamenti compulsivi di acquisto, tendenti a far divenire obsoleti prodotti ad appena un anno dalla loro commercializzazione, caratterizzati dall’impiego di metalli e terre rare capaci di innescare negli ultimi decenni guerre di dimensioni enormi sopratutto nella matoriata Africa (vedi post “Cellulari e corsa compulsiva all’ultimo modello: grandissimo impatto ambientale“). Un ambito, quello della microelettronica che sta vedendo nascere sulle tracce indicate dai nuovi riferimenti normativi, innovativi prodotti come il virtuoso esempio di “smartphone equo e solidale” denominato “Fairphone” (link sito). Il nuovo prodotto ha esordito alcuni mesi fa in Gran Bretagna, ed è ora disponibile ovunque, anche in Italia, si tratta di un cellulare di ultima generazione, realizzato solo con materie prime provenienti da zone senza guerre e costruito in fabbriche rispettose dei diritti umani e dell’ambiente. Il primo vero smartphone ecologico è stato finanziato grazie a una capillare campagna di crowdfunding e distribuito in UK grazie alla partnership con l’operatore The Phone Co-op. Si tratta di un dispositivo che niente ha da invidiare ai modelli dei colossi di mercato.
Un interessante video che presenta il nuovo “smartphone etico” FairPhone II che ci introduce nelle caratteristiche di questo smartphone di svolta e che auspichiamo possa innescare una nuova fase di approccio al mercato e ai prodotti.
Sauro Secci