Nuovo segreto commerciale e inquinamento libero: ma cosa sta succedendo???

Interi decenni dedicati alla costruzione di un nuovo articolato quadro di normative ambientali per il continente europeo, rischiano di essere messe in seria discussione nella loro interezza, da una nuova proposta di direttiva predisposta dalla Commissione Europea e attualmente all’esame del Parlamento Europeo, che sottopone al serio rischio di “inquinamento libero per tutti, tanto non sarà colpa di nessuno”


La proposta di direttiva, è stata impugnata dal Corporate Europe Observory (CEO) (link sito), gruppo di ricerca che si occupa di portare alla luce tutti i loschi affari delle lobby che si intrecciano con la burocrazia europea e ne influenzano le normative a scapito della collettività.

I ricercatori/attivisti del CEO hanno fatto un appello contro la bozza di direttiva, orientata a ridefinire il concetto di protezione dei “segreti commerciali delle imprese, utilizzando definizioni talmente ampie ed eccezioni talmente deboli “da mettere in serio pericolol’ambiente, la salute e la trasparenza”. Il lavoro di giornalisti, informatori, sindacalisti e ricercatori sarebbe irrimediabilmente compromesso, con un drastico e pericolosissimo abbassamento delle responsabilità delle imprese, facendo calare una inquietante cortina di fumo sulla trasparenza dei dati aziendali.

A meno di radicali modifiche da parte del Consiglio e del Parlamento europeo, secondo il CEO, la direttiva proposta potrebbe mettere in pericolo la libertà di espressione e di informazione, la responsabilità delle imprese, la condivisione di informazioni e forse anche l’innovazione nell’Ue. Un nuovo pericoloso contesto che potrebbe consentire alle aziende dei settori salute, ambiente e alimentare, il rifiuto di criteri di trasparenza, anche quando c’è in ballo l’interesse pubblico. Per dare una idea dei nuovi, poco edificanti scenari che si potrebbero aprire, vediamo cosa potrebbe succedere nei tre principali comparti.

  • Ambiente: La protezione del segreto commerciale potrà essere usata per negareinformazioni sui prodotti pericolosi dell’industria chimica. Le aziende potrebbero invocare un tale diritto per nascondere informazioni sulle sostanze chimiche usate per produrre oggetti in plastica, abbigliamento, prodotti per la pulizia e altri oggetti, nonostante queste possano causare gravi danni all’ambiente e alla salute. Le aziende potrebbero anche utilizzare la direttiva per negare informazioni sullo scarico di sostanze chimiche, tra le quali, per esempio, i fluidi del processo di fracking o il rilascio di tossine in atmosfera.
  • Salute: in tale ambito, le aziende farmaceutiche sostengono che tutti gli aspetti dello sviluppo clinico dovrebbero essere considerati segreto commerciale. L’accesso ai dati di ricerca biomedica da parte di autorità di regolamentazione, ricercatori, medici e pazienti, con particolare riferimento ai dati sulla efficacia dei farmaci e sulle reazioni avverse da farmaci, è tuttavia di fondamentale importanza per la protezione della sicurezza del paziente e la conduzione di ulteriori ricerche e analisi indipendenti. Secondo CEO, dovrebbe essere fatto esattamente il contrario, vale a dire ampliare condivisione e trasparenza dei dati.
  • Sicurezza alimentare: Secondo la normativa europea, tutti i prodotti alimentari, gliorganismi geneticamente modificati (OGM) e i pesticidi sono regolati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Gli studi tossicologici su cui EFSA si basa per la valutazione dei rischi associati a questi prodotti, sono comunque effettuati dai produttori stessi. Un esame scientifico delle valutazioni dell’EFSA da parte di terzi è possibile solo con il pieno accesso a questi studi. Le aziende sostengono, tuttavia, che tali informazioni contengano dati commerciali riservati e si oppongono fortemente alla loro divulgazione. Ma, secondo il parere del Coroporate Europe Observatory, “è essenziale che il lavoro di valutazione del rischio degli enti pubblici sia adeguatamente monitorato dalla comunità scientifica. Tutti i dati che questi enti pubblici utilizzano devono pertanto essereesentati dal campo di applicazione della direttiva”.

Vedremo gli sviluppi di questa inquietante proposta di direttiva che mette in secondo piano, ancora una volta le esigenze di sicurezza e di salute dei cittadini, a vantaggio di un profitto sempre più indiscriminato ed in mano ad una sempre più ristretta oligarchia finanziaria che sta devastando e il cosiddetto “bene comune”.

Sauro Secci

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