Inquinamento atmosferico mondiale: città sempre più invivibili, per questo “Spolveriamoci!!”

Uno dei simboli principali del modello di sviluppo basato sulla crescita illimitata, da anni in profonda crisi strutturale e di sistema, è sicuramente rappresentato dall’urbanesimo che nell’ultimo mezzo secolo ha cambiato profondamente faccia alle nostre città, investendo progressivamente aree sempre più vaste del pianeta.

In questo contesto una delle pressioni ambientali più evidenti è rappresentata senza dubbio dall’inquinamento atmosferico che trova uno dei suoi simboli più inquietanti nelle cosiddette polveri sottili, capaci di insinuarsi profondamente nel corpo umano, investendo l’apparato respiratorio e da questo anche quello circolatorio. Un tema trattato a più riprese nel nostro sito, anche relativamente alla situazione del nostro paese (vedi post “Progetto VIIAS: correlazioni significative tra inquinamento atmosferico e danni sanitari in Italia“) e che vede arrivare in questi giorni, nuovi aggiornamenti dall’OMS.

Secondo gli aggiornamenti del Department of Public Health, Environmental and Social Determinants of Health dell’OMS, coordinato dalla Dottoressa Maria Neira, l’inquinamento dell’aria è cresciuto dell’8% a livello globale negli ultimi cinque anni, in una escalation capace di compromettere seriamente la salute di miliardi di persone. Tutto questo è certificato dai nuovi dati provenienti da oltre 3.000 città del pianeta compilati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

A registrare le maggiori compromissioni della qualità dell’aria in ambito urbano, le città del Medio Oriente, del Sud-est asiatico e del Pacifico occidentale, le quali registrano un maggiore rapidità di crescita del tasso di inquinanti nell’aria generati da trasporti, industria, cantieri edili, agricoltura e combustione di biomasse nell’ambito domestico. In queste aree, caratterizzate da popolazioni con redditi medi o bassi, i livelli di particolato nocivo (dalle PM10 in giù), si collocano tra le 5 e le 10 volte superiori alla soglia di guardia definita dall’OMS (10 μg/m3 di media annuale e 25 μg/m3 di media giornaliera per le PM2,5 – 20 μg/m3 di media annuale e 50 μg/m3 di media giornaliera per le PM10).


In una visione planetaria complessiva, gli esperti dell’OMS stimano che sia nel l’80% delle persone che vivono nelle zone urbanizzate a respirare inquinamento fuori dai limiti di legge. Si tratta di una cifra che sale addirittura la 98% delle città oltre i 100 mila abitanti nei Paesi poveri o emergenti, attestandosi al 56% nei paesi a più alto reddito. Proprio nell’ambito di questi ultimi paesi, con particolare riferimento all’Europa, i dati dalla AEA (Agenzia Europea per l’Ambiente), che evidenziano come, nonostante i miglioramenti continui degli ultimi decenni, l’incidenza dell’inquinamento atmosferico è ancora enorme sulla salute degli europei, riducendo la qualità e l’aspettativa di vita, aumentando i costi sanitari e riducendo la produttività con la perdita di giorni lavorativi in tutti i settori dell’economia. Per questo AEA ha stilato anche una classifica nazionale delle morti premature per inquinamento atmosferico con l’Italia ad occupare tristemente il primo posto per tutti i principali inquinanti (Link tabella AEA):

  • 59.500 decessi sono dovuti alle pm 2,5;
  • 21.600 al biossido di azoto;
  • 3.300 all’ozono troposferico.

Si tratta complessivamente di 84.400 vittime premature causate in Italia nel solo 2012, una cifra da autentica “pulizia etnica”, con, la le aree più colpite la Pianura padana, con le città di Brescia, Milano, Monza e Torino superano il limite Ue della media annuale di 25 microgrammi/metrocubo di PM10, con un tetto europeo che si colloca ben due volte e mezzo più alto di quello considerato sicuro dall’OMS, individuato in 10 microgrammi/metro cubo. Un limite, quest’ultimo che mette in pericolo grandi realtà urbane come Roma, Napoli, Firenze, Bologna e altre città sono in pericolo.

Tornando agli aggiornamenti di OMS, si rilevano i tristi primati dell’India, con ben 4 delle 5 città più inquinate al mondo, esattamente Gwalior, Allahabad, Patna e Raipur, tutte di rincalzo alla capolista, la città iraniana di Zabol, dove le tempeste di polvere nei mesi estivi hanno fatto schizzare i livelli di pm2,5 al picco di 217.


Sarà durante l’Assemblea Mondiale della Sanità, dal 24 al 30 maggio, gli Stati membri discuteranno una road map finalizzata ad attenuare gli effetti negativi sulla salute dell’inquinamento atmosferico. Secondo le linee guida per la qualità dell’aria redatte dall’OMS, riducendo le PM10 da 70 a 20 microgrammi per metro cubo, le morti connesse all’inquinamento dell’aria potrebbero essere ridotte di circa il 15%.

A seguire un bellissimo video realizzato a OMS (WHO), per la sensibilizzazione alla grande problematica planetaria

Un aggiornamento importante, quello dell’OMS che giunge proprio in concomitanza di un evento di sensibilizzazione organizzato dalla rete di Ecofuturo Festival, dal’eloquente titolo di “Spolveriamoci” che i comunicatori ambientali dei grandi media nazionali, terranno presso il Senato della Repubblica, mercoledì 18 maggio 2016 a partire dalle 9:30 (vedi post “Valerio Rossi Albertini, Jacopo Fo, Mario Tozzi, Luca Mercalli: Spolveriamoci!“). Un evento nel corso del quale gli stessi comunicatori presenteranno a parlamentari ed amministratori un Vademecum di azioni da attuare.

Sauro Secci

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