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Impatti economici e occupazionali delle Rinnovabili: dati GSE

Il GSE ha pubblicato in questi giorni i dati relativi ad investimenti, spese operative, valore aggiunto e intensità di lavoro nel settore delle rinnovabili. Si rileva una stabilità nei lavoratori a tempo indeterminato con un raddoppio invece per quelli a tempo determinato.

GSE
Nuovi dati sulle ricadute delle rinnovabili italiane

I dati sulle rinnovabili dal 2014 al 2019 evidenziano un tendenza abbastanza chiara circa le nuove installazioni a partire dall’eolico e fotovoltaico. Con un valore che si è attestato su una media di circa 950 MW all’anno, corrispondenti a circa 1,7 miliardi di euro di investimenti annui.

Per l’anno 2021 si stima che siano stati investiti circa 2 miliardi di euro in nuovi impianti di produzione di energia elettrica da rinnovabili. Con un incremento del 79% rispetto al 2020, anno caratterizzato dalla pandemia.

Le ricadute occupazionali temporanee dirette e indirette corrispondono all’andamento degli investimenti. Sempre nel 2021 sono stati stimate circa 14 mila Ula (unità lavorative annue) temporanee, quasi il doppio rispetto al 2020. Più lieve invece la crescita occupazionale permanente che fa registrare un incremento di appena poche centinaia di unità.

Relativamente alla creazione di nuovo valore aggiunto per l’economia nazionale, le rinnovabili nel settore elettrico nel 2021 hanno contribuito per circa 3 miliardi di euro.

Scendendo al dettaglio regionale è la Lombardia a risultare la Regione nella quale l’esercizio degli impianti è correlato a una maggiore intensità di lavoro. Con oltre 6500 Ula nel 2020, particolarmente per gli impianti alimentati a bioenergie, ad iniziare dal biogas e gli impianti idroelettrici anche di grandi dimensioni. Passando al sud invece, in evidenza la Puglia, con circa 2.700 Ula, grazie anche alla diffusa presenza di impianti fotovoltaici ed eolici di grande taglia.

Scarica Il Rapporto GSE sul Monitoraggio degli impatti economici e occupazionali delle rinnovabili

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Redazione

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