Geotermia ad emissioni zero: un seminario di due giorni a Firenze

Si è concluso lo scorso 5 luglio, un seminario di due giorni svoltosi a Firenze, promosso dalla Rete Geotermica, sulle prospettive di sviluppo in Italia della geotermia ad emissioni zero, al quale hanno preso parte esponenti del mondo universitario e della ricerca, di quello ambientalista e dell’industria mineraria ed energetica, i rappresentanti della Commissione Europea, del Ministero dello Sviluppo Economico, del GSE e della Regione Toscana, nonché le principali società attive nel settore della produzione di energia e titolari dei progetti geotermici ad emissioni zero.

Tema centrale la sfida tecnologica della totale reiniezione, ivi inclusi tutti i gas incondensabili, nello stesso serbatoio geotermico di provenienza, soluzione che consente di generare energia in modo sostenibile e nel pieno rispetto dell’ambiente. Un obiettivo che può essere raggiunto solo adottando un approccio integrato ed incidendo efficacemente sulle diverse barriere allo sviluppo del settore, a partire dagli aspetti regolatori.

Durante la discussione, l’inquadramento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’economia globale, europea e nazionale ha messo in evidenza il ruolo, tutt’altro che marginale, che la geotermia ad emissioni zero può giocare in questa sfida. Occorre però una regolamentazione del settore che risulti adeguatamente calibrata sulle peculiarità della geotermia, fonte energetica rinnovabile strettamente legata al settore esplorativo ed estrattivo, e che ne riconosca i molteplici punti di forza in termini ambientali, di stabilità della rete elettrica, di capacità di sviluppare una vera e propria filiera tecnologica nazionale.

Si è molto parlato di tecnologie, mature ma anche innovative, applicate all’esplorazione e alla realizzazione dei pozzi profondi. Una specifica sessione è stata dedicata all’approfondimento della tecnologia del ciclo binario, che ben si sposa con la filosofia zero emission, e rispetto alla quale l’Italia vanta una posizione di leadership a livello internazionale. A questo proposito, di grande interesse sono risultati gli interventi di Turboden, Exergy e GE Nuovo Pignone e la presentazione delle loro referenze impiantistiche costituite dai numerosi progetti geotermici realizzati nel mondo.

Particolare attenzione è stata poi rivolta alle tematiche ambientali, sia per quanto riguarda le attività di perforazione che per il funzionamento degli impianti, a partire dal tema della microsismicità. Il dott. Thomas Braun (INGV) ritiene fondamentali, a questo proposito, la prevenzione ed il controllo. Il monitoraggio continuo del campo geotermico coltivato permette di gestire con il giusto equilibrio le attività di prelievo e di reiniezione del fluido geotermico, qualora sia possibile riscontrare una diretta relazione tra attività antropiche ed eventi.

Anche secondo l’ing. Davide Colombo (TRE ALTAMiRA), che ha affrontato il tema della deformazione del suolo a seguito delle attività di estrazione e reiniezione, le tecnologie sono mature e pronte a garantire una gestione sostenibile dei campi coltivati indirizzando opportunamente le scelte degli operatori.

Per quanto riguarda il tema delle emissioni in atmosfera, la dott.ssa Maria Laura Parisi, del gruppo di lavoro dell’Università di Siena presieduto dal prof. Riccardo Basosi, ha evidenziato come le emissioni (principalmente clima alteranti) di alcune centrali geotermiche attualmente in esercizio nell’area di Larderello e del Monte Amiata, calcolate a partire dai dati ARPAT, risultino comparabili, o in certi casi superiori, a quelle emesse da una centrale termoelettrica alimentata a fonte fossile della stessa potenza, individuando nella totale reiniezione una pratica virtuosa e capace di rispondere adeguatamente al problema emissioni.

Nel dibattito finale, moderato dall’ing. Pietro Cavanna, presidente del settore Idrocarburi e Geotermia di AssoMineraria, il prof. Riccardo Basosi ha incentrato il suo intervento sulla necessità che vengano presto applicate le migliori tecnologie disponibili affinché si riducano gli impatti sull’ambiente.

La dott.ssa Cecilia Armellini, responsabile dell’area energia di Legambiente Toscana, si è soffermata sulla necessità di una maggiore informazione dell’opinione pubblica e sulla divulgazione delle buona pratiche illustrate nel seminario per meglio sensibilizzare la popolazione sulle concrete alternative tecnologiche alle attuali forme di utilizzo della risorsa geotermica in Toscana.

I rappresentanti delle istituzioni, l’ing. Marcello Saralli, dirigente UNMIG del Ministero dello Sviluppo Economico, e la dott.ssa Simona Signorini della Regione Toscana hanno affrontato il tema delle difficoltà esistenti nello svolgimento delle istruttorie amministrative finalizzate al rilascio dei titoli autorizzativi nel settore geotermico.

La dott.ssa Irene Bonvissuto, in rappresentanza della Commissione Europea, ha ribadito la necessità di uno sviluppo della filiera tecnologica geotermica, nell’ambito della quale le imprese italiane potranno svolgere un ruolo importante.

L’ing. Andrea Zaghi, responsabile della direzione tecnica fonti rinnovabili e innovazione di Elettricità Futura, l’associazione dei produttori italiani di energia da fonti rinnovabili, ha fatto presenti le difficoltà delle imprese a muoversi in un settore in cui le regole sono in continuo mutamento, evidenziando come per la geotermia, a fronte di una adeguata regolamentazione del settore, è plausibile ipotizzare uno sviluppo maggiormente significativo nei prossimi anni.

L’ultimo decreto incentivi per le fonti rinnovabili del giugno dello scorso anno ha riconosciuto ed ammesso al registro degli incentivi i primi 6 progetti di impianti geotermoelettrici ad emissioni zero, alcuni dei quali sono stati presentati durante i lavori del seminario dalle società proponenti, per un totale di 30 MW.

Nel corso del prossimo quinquennio saranno quindi installati in Italia i primi impianti geotermici con totale reiniezione del fluido, con l’auspicio che questo costituisca solo un primo straordinario passo verso lo sviluppo di una fonte rinnovabile strategica per il nostro paese.

In apertura della sessione nel confronto tra le associazioni geotermiche Europee e Italiane, Fabio Roggiolani, Vice Presidente Giga, ha evidenziato come nella presente fase della lotta ai cambiamenti climatici la Geotermia a ciclo aperto ovvero l’unica ancora presente in Italia non possa più pretendere alcuna facilitazione o incentivo a causa della CO2 immessa in atmosfera, è tempo che si ponga nei rinnovi delle concessioni future la condizione fondamentale della reiniezione totale con riconversione delle centrali in attività come già stanno affermando alcune prese di posizione in tal senso di parlamentari europei.Appare inoltre incredibile, ha proseguito il rappresentante di Giga, che ancora si sostengano fantasiose ricerche sui fluidi supercritici e magmatici invece di concentrarsi sulla Geotermia a reiniezione totale e degli impianti medi e piccoli collocabili presso i centri abitati per utilizzare tutto il calore residuo dalla produzione di energia elettrica. Roggiolani ha concluso ringraziando le imprese della Rete per il loro impegno nella ecoinnovazione e ha invitato tutti alla sessione di Ecofuturo Festival del pomeriggio del 12 luglio a Padova dove verranno presentati gli sviluppi degli scambiatori in pozzo e della micro geotermia elettrica con le nuove macchine italiane bassobollenti. La Redazione di Ecquologia

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