Eolico: il 99% degli uccelli non subisce danni al passaggio!

Il dibattito sull’impatto ambientale dell’eolico continua a infiammare il mondo scientifico e l’opinione pubblica. Dopo lo studio che definiva immaginaria la sindrome da turbina eolica lamentata dai residenti in aree limitrofe ai parchi eolici, un’altra ricerca sfata uno dei lati negativi peggiori associati all’eolico: l’impatto delle pale sugli uccelli.


Lo studio è stata condotto da un’équipe di ricercatori del British Trust for Ornithology in collaborazione con la University of Highlands e l’Islands Environmental Research Institute. I dati raccolti dagli autori hanno rivelato che il 99% degli uccelli può riuscire a evitare l’impatto con le pale eoliche, non riportando alcun danno.

Gli stormi di fatto riescono a modificare la loro rotta per evitare la collisione con gli impianti eolici offshore. Non solo: le specie aviarie modificherebbero le loro abitudini di nidificazione per non incorrere in incidenti. Il cormorano, ad esempio, all’interno di un parco eolico sceglie di nidificare alla base della turbina eolica, fuori dalla portata delle pale. La base delle turbine rappresenta un luogo ideale per la nidificazione. Aonghais Cook, autore principale dello studio, si affretta però a precisare che non bisogna trarre conclusioni affrettate da queste cifre:

“I nostri dati non devono spingere a crogiolarsi in un falso senso di sicurezza. Mentre il 99% degli uccelli può evitare le turbine, la collisione rappresenta ancora un rischio significativo nei siti frequentati da un gran numero di uccelli. Inoltre, ci sono ancora una serie di lacune importanti nella conoscenza delle abitudini di volo di alcune specie a rischio.”

Malgrado servano studi ancora più approfonditi sull’impatto dell’eolico sulla fauna aviaria, questi dati contrastano con le stime più catastrofiste effettuate dai detrattori delle energie rinnovabili, che addirittura imputavano alle turbine un numero maggiore di uccelli morti rispetto a quelli uccisi ogni anno dai gatti, compresi tra gli 1,4 e i 3,7 miliardi di esemplari. I risultati dettagliati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Biology Letters.

FONTE | Greensyle

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