Ecoreati: no di Renzi a norma anti airgun, si rischia rinvio al Senato

L’iter del ddl sugli ecoreati si fa sempre più tortuoso. Mentre gli ambientalisti chiedono che il decreto venga approvato senza subire ulteriori modifiche, il PD si spacca. A quanto pare il Presidente del Consiglio Matteo Renzi sarebbe contrario all’introduzione del reato che punisce l’utilizzo dell’airgun.


Questa tecnica, molto discussa per via dell’alto impatto ambientale, viene utilizzata dall’industria degli idrocarburi nelle operazioni di ricerca dei giacimenti. Il controverso metodo sfrutta l’aria compressa per provocare delle esplosioni in mare. A scatenare la bagarre nel PD nelle ultime ore è stato il discorso di Renzi sui nuovi provvedimenti sulla giustizia approvati o in dirittura d’approvazione. Il Presidente del Consiglio avrebbe volutamente tralasciato di nominare nell’elenco il ddl sugli ecoreati.

Immediata la reazione di Ermete Realacci. Il presidente della Commissione Ambiente ha subito fatto notare a Renzi l’imperdonabile dimenticanza. Quest’ultimo ha chiarito però che non si è affatto trattato di un lapsus:

Ermete, lo sai come la penso. Sono d’accordo al 99% con l’impostazione della legge eccetto che sul reato che punisce l’utilizzo dell’air gun. Per questo, la proposta dovrà essere cambiata.

Realacci ha proposto a Renzi di approvare in una fase successiva i correttivi, ma Renzi si è detto irremovibile:

Così come sono, gli ecoreati non possono essere approvati dalla Camera.

La decisione di Renzi ha sollevato il malcontento nella fila del Partito Democratico. Sia il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che il Ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno infatto sostenuto attivamente il ddl sugli ecoreati. Veder slittare i tempi per l’approvazione non li renderà felici.

C’è chi minaccia addirittura di dimettersi se Renzi resterà sulle sue posizioni. Si tratta di Alessandro Bratti, presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, tra i sostenitori più accaniti del provvedimento sugli ecoreati.

Bratti ha ricordato che l’80% dei processi per reati ambientali oggi cade in prescrizione e che occorre approvare subito il provvedimento per non lasciare impuniti i crimini contro il territorio:

Allo stato attuale delle cose, il vero reato ambientale sarebbe quello di affossare il provvedimento. È una riforma da fare. Non va cambiata. La legge è migliorabile, ma non con il ritorno al Senato, bensì con un provvedimento ad hoc che aggiusti il tiro.

Non possiamo continuare a commuoverci di fronte a disastri come quelli di Casale Monferrato e di Bussi e poi non rispondere concretamente.

Secondo Bratti, l’emendamento sull’airgun potrebbe essere stato inserito proprio per bloccare l’approvazione del ddl sugli ecoreati.

Lo stesso Ermete Realacci, che si batte da settimane affinché il testo non cambi di una virgola, non nasconde il suo malcontento. Per il 27 aprile, quando il ddl approderà a Montecitorio, il PD dovrà ricompattarsi. In caso contrario si paleseranno i rischi profilati da Legambiente e dalle altre associazioni ambientaliste nelle scorse settimane:

Modificare il ddl e farlo tornare al Senato dopo due anni di discussioni in Parlamento, con il serio rischio di vederlo affossare, sarebbe solo un grande regalo alle ecomafie e all’ecocriminalità.

VIA | Greenstyle

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