Ecco il vero motivo perché chi compra petrolio è pagato invece di pagare!

In questi giorni, di grande attenzione in tutti i sensi ma soprattutto mediatica, non è passata inosservata a nessuno la notizia che il prezzo del Petrolio greggio, venduto da alcuni Produttori alle nazioni acquirenti è precipitato fino ad avere una quotazione negativa.

Si è vero! Per farsi portare via il surplus produttivo i Produttori (soprattutto Americani) hanno, addirittura, dovuto pagare gli acquirenti.

A dicembre 2019 il prezzo del greggio era 66 dollari a barile (159 litri) gli Emirati all’inizio dello sviluppo della Pandemia di Covid-19 hanno abbassato il prezzo del 30% per mettere in difficoltà gli Stati Uniti, la Russia ecc. che hanno più difficoltà ad estrarre il greggio rispetto a loro e hanno un costo di estrazione che rende il greggio remunerativo solo se venduto a circa 50 dollari a barile.

Questo ha destabilizzato l’equilibrio dell’OPEC (Organizzazione Paesi Esportatori di Petrolio -Cartello dei produttori di greggio nel mondo), fondata nel 1960 con sede a Vienna. Questa Organizzazione comprende attualmente 12 Paesi produttori di Petrolio che calmierano (eufemismo per dire fanno cartello) il prezzo del greggio da vendere e distribuire nei Paesi consumatori (vedi Italia…sic).

Orbene la mossa degli Emirati, interrompendo il cartello, ha portato a vendere il greggio sotto i 30 dollari a barile ed ha praticamente bloccato l’esportazione dei Paesi che hanno costi di estrazione, come dicevamo, più significativi rispetto agli Emirati. Di fatto ha interrotto la vendita, soprattutto negli Stati Uniti, del greggio prodotto e non più conveniente ai Player internazionali di acquisto che hanno preferito acquistarlo a prezzi ridottissimi.

Negli Stati Uniti, il 20 aprile, il greggio prodotto e cioè il Wti (il greggio prodotto in Texas, riferimento per il mercato americano) crolla sotto un dollaro al barile accusando una flessione vicina al 95 per cento.

Quindi, prima volta nella storia, il contratto con consegna a maggio è stato negoziato – sulla piattaforma Nymex – a meno 37,63 dollari (cioè il produttore pagava quella cifra per invogliare il compratore ad acquistare il prodotto) con un calo senza precedenti del 305%.

Si potrebbe giustificare con motivazioni tutte plausibili e diverse. La Pandemia da Covid-19 con il lockdown totale mondiale ha abbattuto la domanda di energia, dunque ha penalizzato il prezzo del petrolio. Da non sottovalutare che, il contratto a maggio del Wti è in scadenza e questo ne riduce i volumi, e inasprisce il crollo dei prezzi ed il mercato di conseguenza si riposiziona sul contratto a giugno.
Però il fatto principale è che dagli Stati Uniti giunge la notizia che il centro di stoccaggio “dell’oro nero” in Oklahoma, il più importante degli USA, sarebbe stato ormai vicino alla massima capacità. A docks pieni, i venditori sono disposti a pagare i compratori pur di farsi ritirare la merce, visto che non c’è più spazio per stoccarla.

L’impossibilità degli estrattori di smaltire il materiale in magazzino nel brevissimo, complice la paralisi della domanda, genera questa inversione dei prezzi mai vista.

Però per ora si è visto solo una riduzione intorno al 11-12%. Il Brent (Estratto nel Mare del Nord) invece ha tenuto meglio infatti il contratto di giugno del Wti è sempre in calo, ma in forma meno drammatiche ha perso “solo” il 7 per cento (a 26,23 dollari al barile). Insomma, un quadro che rende del tutto insufficiente il piano Opec e G20 di tagli alla produzione per riequilibrare il mercato e rifare cartello. Però stiamo certi che lo rifaranno di sicuro, prima che la transizione energetica dia una spallata consistente “all’oro nero”.

Questo “Tsunami dei prezzi” ha prodotto un vistoso calo del prezzo alla pompa che però ovviamente non ha avuto come conseguenza (magari !) quella che gli automobilisti che hanno fatto il pieno ed hanno non solo non pagato il corrispettivo ma hanno ottenuto una cifra indietro.

Come sappiamo il prezzo alla pompa, per esempio in Italia, è composto dal 70% da accise e per il restante dal prezzo del carburante e dal guadagno del gestore del distributore.

Una risposta alla superproduzione e al problema dello stoccaggio verrebbe spontaneo dire: Smettete di produrlo…..!!

Non è così semplice e istintiva la risposta!

Chiariamo alcune cose che certamente non sono di dominio pubblico, ma note agli “addetti ai lavori”. Si sente spesso dire che i giacimenti di petrolio (formati dalla trasformazione dei materiali organici intrappolati tipo conchiglie ecc.) sono volumi nel sottosuolo in cui il greggio si raccoglie in quantità e dopo il ritrovamento e la perforazione viene portato in superficie per essere trasformato nelle raffinerie in gasolio, benzina e altri idrocarburi.

Nel concetto di molti viene ritenuto che esistano dei grandi laghi in formazioni permeabili con sopra e sotto formazioni impermeabili che intrappolino e trattengano il greggio con una sequenza che va dall’acqua salata, con sopra l’olio e sopra ancora il gas.

Questa convinzione però è generalmente sbagliata, non esiste una cavità che raccoglie il greggio la percentuale che sia così una trappola petrolifera è irrisoria.

Per cui introduciamo il concetto di Porosità.  

Le rocce si presentano raramente compatte. La proprietà di contenere spazi vuoti tra gli elementi solidi che le compongono è detta porosità. Essa, quindi, esprime l’attitudine che ha la roccia ad immagazzinare ed a liberare acqua sotterranea e fluidi in generale.

La porosità Pl viene espressa, in percentuale, mediante il rapporto tra il volume dei meati Vp ed il volume totale dell’acquifero Va:

                                                                       Pl = ( Vp / Va ) 100

Il coefficiente così calcolato rappresenta la porosità totale perché viene preso il considerazione il volume totale degli spazi (meati) che possono essere occupati dal fluido. In relazione al valore di p la porosità delle rocce può essere distinte in alta (>15%), media (15%-5%) e bassa (<5%).

I meati sono detti capillari se sono sufficientemente stretti da consentire la risalita del fluido per capillarità. Si chiamano supercapillari quando sono di dimensioni tali da consentire il passaggio del fluido per gravità. Se i meati sono singenetici, cioè si sono formati contemporaneamente alla roccia, si parla di porosità primaria. Questa è tipica dei sedimenti sciolti, nei quali raggiunge i valori massimi. Nelle rocce sciolte o scarsamente consolidate, la porosità primaria è influenzata sia dalla forma che dalla disposizione reciproca dei granuli, la porosità totale massima è 47.64% quella minima è 25.95%.

La porosità secondaria è quella acquisita dalla roccia successivamente alla sua formazione. Può essere dovuta ai processi di deformazione della crosta terrestre o ai processi di degradazione della roccia legata ad effetti termici , all’azione solvente delle acque ecc…           

La capacità di percolazione è la proprietà che hanno le rocce di cedere i fluidi per azione della forza di gravità. Il coefficiente di percolazione o porosità efficace (pe) si esprime con la seguente relazione:                                                           pe = pt – R

Dove pt rappresenta la porosità totale.

La porosità efficace corrisponde al volume dei meati intergranulari comunicanti in rapporto al volume totale della roccia. Rappresenta una porzione molto piccola della porosità totale. La permeabilità è la proprietà che hanno le rocce di lasciarsi attraversare dai fluidi quando questa è sottoposta ad un certo carico idraulico.

Nelle cosiddette rocce impermeabili in condizioni naturali di pressione i fluidi non hanno movimenti percettibili o rilevabili con mezzi normalmente utilizzati in idrogeologia.

Le rocce permeabili sono quelle in cui, nelle condizioni naturali di pressione, le acque si muovono a velocità tale da poter essere utilmente captate.

Si possono distinguere due tipi di permeabilità: per porosità e per fessurazione. La permeabilità per porosità è tipica delle rocce porose le quali contengono numerosi piccoli vuoti intergranulari tra loro comunicanti. La permeabilità per fessurazione è tipica delle rocce fessurate le quali contengono generalmente pochi vuoti costituiti da fessure grandi e piccole. Il grado di permeabilità può essere espresso sia in termini relativi che assoluti. Nel primo caso si introduce il concetto di permeabilità relativa, con il quale viene indicata la permeabilità apparente.

Essa viene espressa soprattutto in modo qualitativo. La permeabilità assoluta è una proprietà quantificabile tramite un coefficiente di permeabilità (K).

Rari giacimenti soprattutto quelli degli Emirati Arabi hanno un reservoir formato da formazioni con porosità primaria

Questa è la tipica porosità presente in molti reservoir di giacimenti Europei, Russi e Americani. Non esiste quindi un serbatoio, come si potrebbe immaginare, ma solo rocce fratturate le cui fratture sono sature di olio, gas oppure malauguratamente di acqua salata.

Guardiamo perché il Petrolio ha avuto prezzo alla vendita negativo ?

Cerchiamo ora di capire perché alcuni produttori non hanno potuto interrompere la produzione di greggio per far si che si potesse mantenere il prezzo e non si fosse costretti, come è accaduto per alcuni giorni, a dare un contributo agli utilizzatori per fare posto alle estrazioni che non avrebbero avuto la possibilità di stoccaggio.

I giacimenti che hanno permeabilità secondaria devono essere stimolati dai pompaggi costanti che richiamano nelle piccolissime fratture comunicanti fra loro nella maggior parte dei casi il greggio che lo permea. Se si interrompesse il pompaggio in poco tempo il giacimento perderebbe la sua possibilità di produrre la quantità giornaliera che invece deve essere estratta perdendo in poco tempo la sua redditività. Ecco perché gli Stati Uniti sono stati costretti a cedere in perdita la produzione del petrolio nei giorni critici per preservare i giacimenti produttivi.

Forse sarà la prova di riduzione in previsione della transizione energetica da fossili a rinnovabili?

A seguire una eloquente mappa di questi giorni che ci mostra lo stazionamento di petroliere cariche di greggio, distribuite su tutti i mari del globo, in attesa che il prezzo del greggio rialzi per consegnarlo.

Professor Giuliano Gabbani 
UNIFi- Comitato Scientifico Ecofuturo Festival

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