Dragaggio del Porto di La Spezia: una lunga agonia con la Magistratura ancora in campo

Anche in questo 2016 prosegue il calvario legato al dragaggio dell’area portuale di La Spezia, dove la Magistratura è ancora una volta al lavoro, come del resto in altri porti italiani, a causa di tecniche di sfangamento e dragaggio, come quelle delle benne bivalve, assolutamente irrispettose dell’ambiente marino, e capaci addirittura di amplificare enormemente i danni ai vulnerabili ecosistemi presenti. Un fronte che vede impegnata da anni l’associazione Giga per l’affermazione di nuove ed innovative tecnologie di dragaggio, capaci finalmente di sancire la “liberazione”, dalla imperante tecnologia delle benne bivalve, che sta mettendo in croce i vulnerabili ecosistemi di molti altri porti italiani. A seguire un articolo dei Ansa Ambiente, che ci da conto della nuova disastrosa apertura di 2016 del Calvario spezzino. Svolta ecologica richiedesi celermente!!!  


L’inchiesta che ha portato al sequestro è nata da un esposto dei mitilicoltori spezzini che avevano notato una grande moria di ‘muscoli’ nei vivai e avevano puntato il dito proprio sui dragaggi. Ipotesi, questa, fortemente contestata dall’Autorità portuale, che commissionò anche analisi private per accertare l’assenza di connessioni tra i lavori e i danni ai vivai. Ora invece è stato scoperto che quei dragaggi hanno disperso sostanze inquinanti, resta da capire se possano aver causato la moria delle cozze.

“Ci hanno notificato un atto di sospensione del dragaggio, nel quale viene nominato un nostro funzionario come custode giudiziario, ma non ne sappiamo le motivazioni. Certo è che questa vicenda va a danneggiare i piani dell’Autorità portuale, perché il sequestro comporterà ritardi nelle opere: pensavamo di concludere l’intervento entro un paio di mesi, invece…”, dice Franco Pomo, dirigente dell’Area tecnico-operativa dell’Autorità portuale della Spezia, commentando l’intervento di Forestale e Capitaneria. Gli indagati sono accusati di violazione dolosa delle disposizioni in materia ambientale.

Secondo quanto emerso, le procedure illecite sono state riscontrate più volte durante i controlli svolti nell’ultimo periodo e sono state confrontate ed esaminate contestualmente ai controlli sulla qualità delle acque, tanto da rendere necessario il provvedimento cautelare.I metodi di dragaggio autorizzati prevedevano l’utilizzo delle cosiddette panne ancorate al fondo, che – secondo l’accusa – non erano debitamente ancorate, permettendo la fuoriuscita di fanghi e causando un “deterioramento dell’ambiente marino dovuto alla dispersione oltre che dei fanghi anche delle sostanze inquinanti che avevano reso necessario le operazioni di bonifica del sito già dichiarato di interesse nazionale”. Tre persone indagate e il sequestro dell’area di cantiere dove sono in corso le operazioni di dragaggio.

E’ il risultato del blitz avvenuto al porto mercantile della Spezia, dove il personale del Corpo Forestale dello Stato e della Capitaneria di Porto ha sequestrato lo specchio d’acqua antistante molo Fornelli. Il provvedimento è scaturito a seguito delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Luca Monteverde, che hanno evidenziato come la ditta incaricata dei lavori realizzasse le opere senza accorgimenti per la tutela dell’ambiente.

Fonte: ANSA Liguria

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