Congresso Legambiente: coerenza, parola d’ordine per innovazione e lotta all’energia da fonti fossili

Si è chiuso domenica scorsa il congresso nazionale di Legambiente, l’associazione ambientalista più famosa e presente in Italia con 18 sedi regionali ed oltre 600 circoli locali circoli attivi.

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Aperto con la relazione introduttiva del presidente Stefano Ciafani “Il tempo del coraggio” –  disponibile sul sito di Legambiente – il congresso ha visto impegnati oltre 600 delegati in una 3 giorni intensa e “coraggiosa”.

Sul palco si sono succeduti numerosi interventi di esponenti dei circoli, dirigenti, alternati a vari e prestigiosi ospiti. La cornice è stata quella del rinnovato, bellissimo museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, affacciato sul mare del Golfo di Napoli. Significativo e propositivo l’intervento del sindaco di Napoli De Magistris, che conferma Napoli, assieme a Matera, come città in crescita turistica (se lo merita tutta e i disservizi sono in forte diminuzione). Il Sindaco ha rivendicato gli sforzi fatti per il miglioramento della fruibilità della città e l’avere mantenuto delle promesse come l’acqua qui ancora bene comune saldamente in mano pubblica. 

Fausto Ferruzza presidente di Legambiente Toscana commenta in esclusiva per Ecquologia: “un congresso splendido che ha riaffermato la centralità di un corpo intermedio come Legambiente nel dibattito politico attuale. Ambientalismo scientifico, ecologia umana, tanta spinta ricevuta dalla nuove generazioni.” – quindi conferma che “ La Toscana con 65 delegati a Napoli si conferma Regione leader per Legambiente come densità di soci per abitanti regionali. Una nota di orgoglio dentro la dialettica associativa, improntata alla coesione, all’empatia e al rispetto delle diversità.

Le parole chiave particolarmente significative e centrali nel dibatto sono state:

  1. “coerenza” con l’invocazione di un “green new deal” che deve portare a scelte coraggiose – per es. in campo di scelte di politica energetica con l’espulsione di quel conservatorismo preventivo che evoca solo l’effetto ninby;
  2. “impegno politico” (che non vuol dire solo partitico) per combattere i conservatorismi, burocrazia e egoismo economico-finanziario ma anche per favorire un nuovo umanesimo, come palcoscenico naturale dove attuare le  scelte per contrastare con determinazione e coraggio il cambiamento climatico.  In questa chiave sono state le parole dell’ex presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dozza: ”se non si entra con una rappresentanza dell’ambientalismo  (nel Parlamento) non si riesce a imprimere anche al sistema politico un cambiamento. Non basta la Muroni (ndr: Rossella Muroni ex presidente di Legambiente e attualmente parlamentare in forza al partito LEU), nonostante il grande lavoro. Per cambiare ci vuole coraggio e voglia di farlo.

Altre testimonianze particolarmente significative a mio avviso quelle della vecchia guardia, che hanno ancora scaldato platea, scosso animi e centrato il tema dell’impegno per la sostenibilità del Pianeta: Francesco Ferrante ex direttore generale di Legambiente, oggi vice presidente di Kyoto Club Italia, lo stesso Ermete Realacci storico fondatore, presidente di Legambiente e per varie legislature rappresentante dell’ambientalismo scientifico e pragmatico in Parlamento, Edoardo Zanchini attuale membro della direzione nazionale. Nei gruppi di lavoro, sulle strategie per trasformare l’Italia in un Paese ad energia carbon neutral, intensa e lucida mi è apparsa la posizione di Andrea Poggi di Legambiente Milano.

Ancora una sottolineatura nel l’intervento di Vittorio Cogliati Dozza che ha riportato al centro dell’azione l’uomo, anche nel dibattito tecnico-scientifico: “la concentrazione di ricchezza – ci ricorda – significa concentrazione di potere, che corrisponde in modo esponenziale ad un controllo su di noi. Oggi le 7 sorelle di un tempo sono quelle digitali e non più quelle legale al petrolio.”  Ha ammonito, per concludere:” il “Green new deal” deve essere  una risposta ai bisogni delle persone e non solo risposte all’ambiente – se non riusciamo a farlo saremo perdenti.

Ermete Realacci: “Se tu hai una identità forte ti apri e se non hai identità sollevi muri” in riferimento a quel tipo di ambientalismo antico ma persistente, negazionista, conservatorista a priori, incapace di leggere l’emergenza come fatto globale, per insistere sul proprio giardino senza aprirsi talvolta al compromesso”. Per esempio a proposito “della rivoluzione fotovoltaica – ndr auspicata, opportuna, necessaria anche se a volte esteticamente non esaltante ha sostenuto Francesco Ferrante – con le necessarie istallazione a terra”. Il che vuol poi dire: non potendo mettere tutto il fotovoltaico sui tetti per produrre energia sufficiente per le esigenze del Paese. 

NDR: Per avere un quadro veloce della situazione energetica in Italia ricordiamo che: nel mese di giugno in Italia c’è stata una domanda di elettricità pari a 27,8 miliardi di kWh, in aumento del 2,9% rispetto allo stesso mese del 2018  e si è registrato una temperatura media più elevata di 1,2 gradi centigradi, cosa che ha portato all’impennata registrata. Complessivamente l’Italia ha prodotto l’88,2% del fabbisogno con produzione nazionale (24,7 miliardi di kWh, quota che ben spiega la volontà di insistere sulle rinnovabili per arrivare ad una produzione autoctona che copra l’intero fabbisogno e regali all’Italia una tranquilla autonomia). La produzione interna è aumentata del 3,7% (più dei consumi, quindi, il che evidenzia il tasso positivo netto verso l’obiettivo dell’autonomia), ma con andamenti differenziati tra le varie fonti rinnovabili di approvvigionamento:geotermico +0,4% fotovoltaico +5,3% termico +9,2% idroelettrico (-1,1%) eolico (-30%)

fonte: https://www.punto-informatico.it/italia-elettricita-giugno-2019.

Per eliminare le fonti fossili utilizzate per produrre energia che sono ad  alto tasso di inquinamento (carbone-petrolio), qualcuno dal palco ha osservato che per esempio servirebbero 80.000 ettari di terreno – assorbibili dal settore produttivo agricolo. In questo caso, – è stato sottolineato – troveremo probabilmente ostacoli nelle organizzazioni degli agricoltori, come se il fotovoltaico fosse un rubare terreno alla agricoltura anche se abbiamo migliaia di ettari non utilizzati dalle coltivazioni”. “Solo in Sardegna – ricorda un altro delegato – ci sono 1 milione di ettari agricoli  non coltivati“

Altri delegati ricordano però che Legambiente deve anche vigilare perché le scelte come gli impianti siano realizzati bene; come se non fosse, una cosa scontata in casa Legambiente.

Francesco Ferrante chiosa: “dalla presa d’atto della crisi climatica devono discendere tutte le nostre azioni. Eliminare quindi ogni approccio ideologico.

Torretta di Legambiente Pianura Nord ricorda durante la sessione mattutina di sabato sulle telematiche energetiche: “gli accumulatori per energia solare sono il futuro. E sottolinea soprattutto l’esigenza di semplificazioni normative, per es. quelle regionali, palesemente in alcuni casi, ostacolo allo sviluppo delle fonti rinnovabili

Andrea Poggio di Fondazione Legambiente Milano sottolinea nella stessa sessione: basta timidezze – non c’è transizione graduale ormai – questa è già iniziata. Perché se l’obiettivo sono Zero Emissioni nel 2030, occorre partire almeno 10 anni prima”, come dire non c’è tempo da perdere o non ci sarà più tempo poi per saltare sul carro della sostenibilità.

Alessandro Bratti Direttore generale Ispra, ospite del congresso ha ricordato che: oggi la EU è favorevole ai temi della sostenibilità come non mai.  Il “green deal europeo” è  al primo posto nella agenda del nuovo presidente della commissione EU, Ursula Von der Leyen.” Ma ricorda anche che: ”Il sistema ISPRA – il vigilante dello stato italiano in tema di gestione del territorio – non ha fondi sufficienti: un deficit di 250 milioni di € in mezzi e soprattutto persone (richiesto 1 miliardo di euro) per fare un lavoro di qualità.” A conferma che la politica usa molto il verbo “dire” ma poco il verso “fare”,  nonostante il ministro dell’Ambiente Costa – intervenuto al congresso –  stia lottando per rendere efficaci le norme atte a scoraggiare il malcostume dei cittadini da un lato e dall’altro a cercare di far pagare chi inquina.

Anche se la sensazione è che Legambiente farà di tutto per permettere che questo accada; un impegno preso davanti alla 24enne Federica Gasparro di Fridays for Future, l’unica italiana ammessa al primo Summit dei giovani sul clima organizzato recentemente dalle Nazioni Unite. Un messaggio il suo al congresso di speranza come una carezza data da un genitore al proprio figlio per incoraggiarlo, solo che questa volta, la carezza di incoraggiamento era uno schiaffo dato dalla figlia ai suoi genitori per non aver fatto ancora abbastanza per fermare i ladri del loro futuro.

Marco Benedetti
m.benedetticonsulting@gmail.com 

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