Coltivare l’amo: la curiosità è all’origine della conoscenza

Proseguiamo la proposizione di articoli  tratti dalla rivista di Ecofuturo, Ecofuturo Magazine, il bimestrale delle innovazioni di Ecofuturo, questa volta su un interessante approfondimento di ecofilosofia di Maura Gangitano e Andrea Colamedici, filosofi, scrittori ideatori di Tlon che ci propongono questa profonda metafora dell’amo.

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La curiosità è all’origine della conoscenza. Conservare lo stupore e la meraviglia è il solo modo per migliorare il mondo. La filosofia serve a rendere il mondo un posto migliore. Hilary Putnam, uno dei più grandi filosofi del Novecento, ricorda che già Platone nella sua Repubblica era stato molto diretto su questo argomento: mentre Trasimaco sosteneva che le uniche cose per cui valesse la pena vivere fossero il denaro, il potere e la soddisfazione della lussuria, Socrate “credeva che il mondo potesse essere migliorato, così come le persone, con l’uso della ragione, comprese la ragione teoretica e la filosofia pura.

Possiamo certamente sviluppare gli argomenti e le teorie di Platone, ma l’importanza e il valore della filosofia stanno proprio qui: nel rendere migliori il mondo e le persone attraverso il ricorso alla ragione, nel senso più ampio”.

Ti sarà chiaro, quindi, che la situazione non è cambiata poi tanto in duemilacinquecento anni, cioè dai tempi di Platone: di Trasimaco ne vedi ovunque, specialmente nei posti in cui dovrebbe esserci qualcuno in grado di ricordarti che desiderare il denaro e i beni materiali non fa necessariamente di te un supercattivo di qualche serie tv o di un romanzo fantasy, ma che cercare solo questo nella vita di certo non ti aiuta a capire chi sei. Vivere solo per soddisfare questi bisogni ti impedisce di vedere che in giro c’è molto, molto di più di quel che sembra a un primo sguardo svogliato.

Sta a te scegliere se accontentarti di ciò che ti viene offerto e farti andar bene le cose, oppure darti da fare affinché il mondo sia in grado di rispondere alle domande che ancora non hai immaginato.

Conoscerai forse la storiella del tizio affamato vicino a un fiume che viene notato da un avventuriero di passaggio. Il tizio va dall’avventuriero e gli chiede qualcosa da mangiare; il secondo ha del pesce nella borsa ma non glielo offre. Al contrario, gli insegna a pescare: gli mostra come si costruisce una canna da pesca, come si crea un’esca, come e dove gettare la lenza. L’affamato impara, e da quel momento non ha più bisogno di andare a mendicare il cibo. In questa immagine la canna da pesca è il pensiero.

Vedi, tu credi di saper pensare, ma probabilmente non è così. Nasciamo tutti con una canna da pesca meravigliosa, con mulinello, esca e tutto quanto. Poi, giorno dopo giorno ce ne staccano un pezzetto: prima di tutto tolgono l’amo – che non a caso è fatto a forma di punto interrogativo – e ci garantiscono che è possibile pescare anche senza. «Vai tranquillo! A me l’amo l’hanno tolto da cinquant’anni e ho sempre pescato alla grande», ci hanno detto. L’amo è il domandare, la capacità di incidere nel mondo, di poter far qualcosa di realmente diverso e trasformativo.

L’amo è il tuo modo di agganciarti a quel che davvero sei. Ora, se hai fatto attenzione ti sarà sorta spontanea una domanda: ma chi ci ha tolto tutto questo? Chi ci ha obbligato a smettere di pensare?

Le domande stupide

Cominci a disimparare a pensare quando i tuoi genitori, i tuoi parenti e in generale i tristi abitanti del mondo circostante ti fanno capire che, in fondo, non c’è niente da fare: «non si può cambiare il mondo, ci spiace! Anch’io alla tua età ero un illuso, ma poi ho capito cos’è davvero importante. Pensa a studiare, poi a trovare un lavoro e a farti una famiglia, e alla fine morirai felice».

Il filosofo, sosteneva Edith Stein, deve invece guardare il mondo con “occhi spalancati”, proprio come un bambino. Ciò non significa essere infantili, ma non lasciare che la maturità e l’esperienza che hai acquisito ti impediscano di usare la tua capacità di meravigliarti.

Maura Gangitano e Andrea Colamedici, filosofi, scrittori ideatori di Tlon

Sito Tlon

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