Cambiamenti climatici: il ruolo delle grandi campagne alluvionali

Sono sempre più frequenti gli eventi climatici estremi che, oltre a richiamare la necessità di un sempre più prioritario pacchetto di azioni di decarbonizzazione dei sistemi, richiedono la messa in atto di altrettanto importanti azioni di protezione ambientale. Proprio in questo ambito diviene di grande urgenza il ripristino dello stato naturale delle pianure alluvionali europee, fortemente compromesse dalla selvaggia antropizzazione degli ultimi decenni: è necessario coniugare protezione ambientale e resilienza climatica.

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A sostenere tutto questo è l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) nel nuovo documento “Why should we care about floodplains?” (link in calce al post) che analizza i potenziali benefici legati al ripristino di aree naturali lungo il corso dei fiumi.

In un contesto nel quale molti studi di settore prevedono che il cambiamento climatico determinerà un incremento della frequenza delle alluvioni e del tasso di siccità in molte regioni europee, le pianure alluvionali sono chiamate a svolgere un ruolo di cuscinetto naturale, fornendo più spazio all’acqua durante le precipitazioni abbondanti, impedendo nel contempo la formazione di onde alte e veloci nei fiumi e rilasciando lentamente le risorse idriche che hanno immagazzinato durante le stagioni secche, potendo mitigare così i pesanti effetti dei periodi siccitosi.

Un quadro sconfortante quello stracciato nello studio EEA, con ben il 70-90% di queste zone in Europa che risulta essere degradato dal punto di vista ecologico a causa delle attività umane. Sono molte oggi le principali città europee che insistono in pianure alluvionali (e che ospitano in media il 15% della popolazione europea), con paesi come Austria, Paesi Bassi, Slovacchia e Slovenia dove tale percentuale arriva a superare il 25%. Un contesto caratterizzato da una crescente urbanizzazione unitamente ad una più ampia superficie agricola: condizioni che determinano profondi cambiamenti nei sistemi fluviali, con il prosciugamento di queste preziosissime zone cuscinetto.

Altro aspetto di compromissione è rappresentato dalle soluzioni messe in atto sino ad oggi dall’uomo, compresi i progetti per il controllo delle piene, lo sfruttamento idrico e la produzione idroelettrica, i quali hanno contribuito notevolmente a disconnettere i fiumi dalle loro pianure alluvionali, riducendone notevolmente il ruolo fondamentale nella mitigazione dei cambiamenti climatici e degli eventi meteo estremi.

Come spiega EEA nel documento, “Oltre alla protezione dalle alluvioni e dalla siccità le pianure alluvionali naturali possono prevenire l’erosione, migliorare la formazione del suolo, purificare l’acqua rifornendo i serbatoi di acque sotterranee e sostenere la conservazione di habitat e specie, compresi molti uccelli. Tuttavia, la stragrande maggioranza di questi habitat presenta uno stato di conservazione inadeguato o inadeguato”.

Link documento EEA “Why should we care about floodplains?”

La Redazione di Ecquologia

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