Auto elettriche: la svolta nel maxi-piano approvato dal Governo
Rilanciamo di seguito un ampio articolo di Federico Gasparini su Insideevs che ci introduce alle importanti e sostanziali novità previste nell’ambito della mobilità elettrica dal Decreto Semplificazioni.
Il lavoro da fare non manca di certo, ma non è eccessivo pensare che con oggi si possa finalmente mettere in moto una piccola grande rivoluzione per l’auto elettrica in Italia.
Dopo qualche ritocco qui e là, con il via libera del Parlamento il decreto Semplificazioni si appresta infatti a diventare legge, portando con sé una serie di novità di primissimo piano per far decollare l’infrastruttura di ricarica. Anche se, come abbiamo già avuto modo di notare, resta qualche punto da chiarire. Ma nel complesso, l’impianto della norma rappresenta senz’altro uno straordinario passo in avanti: vediamo perché.
Una colonnina ogni 1.000 abitanti
Partiamo dalla conferma dell’obiettivo di installare oltre 60.000 colonnine nella Penisola. Ma com’è declinato questo traguardo?
Il testo licenziato in via definitiva da Montecitorio, atteso ora in Gazzetta Ufficiale dopo il sigillo di Mattarella, stabilisce che “con propri provvedimenti” i Comuni dovranno disciplinare entro 6 mesi “l’installazione, la realizzazione e la gestione delle infrastrutture”, prevedendo ove possibile “almeno un punto di ricarica ogni 1.000 abitanti”.
Nell’ottica di accelerare il processo di infrastrutturazione, la norma prevede inoltre autorizzazioni più snelle e agevolazioni per le aziende, come la possibilità di veder ridotto o azzerato il canone per l’occupazione del suolo pubblico. A patto però che l’energia erogata sia di provenienza certificata da fonti rinnovabili.In ogni caso, l’onere sarà calcolato solo sullo spazio occupato materialmente dalla colonnina, senza considerare l’area degli stalli.
Tariffe pubbliche più basse
Ma veniamo a un altro passaggio chiave del provvedimento che ha sollevato non poche discussioni: il taglio delle tariffe di ricarica, su cui l’Autorità per l’Energia (Arera) prima dell’estate aveva espresso non poche perplessità di carattere tecnico.
Il testo, nonostante le richieste di modifica da parte dell’Authority, prevede infatti che la stessa Arera definisca – entro 180 giorni dall’entrata in vigore – “tariffe per la fornitura dell’energia elettrica destinata alla ricarica dei veicoli, applicabili ai punti di prelievo in ambito privato e agli operatori del servizio di ricarica in ambito pubblico”, che siano tali da “assicurare un costo dell’energia elettrica non superiore a quello previsto per i clienti domestici residenti”.
In poche parole, una possibile svolta per chi non ha la possibilità di ricaricare a casa. Tuttavia, viste le forti divergenze su questo tema così complesso, manterremo gli occhi puntati per tenervi informati su come si evolverà la situazione nei prossimi mesi.
Autostrade in chiaroscuro
Veniamo infine a un altro aspetto particolarmente spinoso, quello delle colonnine in autostrada. Proprio stamattina abbiamo svelato la partenza del primo progetto pilota di Aspi (e non solo) rientrante nel piano che avevamo intercettato in esclusiva a marzo (qui tutte le informazioni).
Bene, di grande viabilità si parla anche nel Semplificazioni. In particolare, tutte le concessioni autostradali che saranno rilasciate dall’entrata in vigore del testo, inclusi i rinnovi di quelle in essere, dovranno prevedere la dotazione di colonnine nelle aree di servizio.
Tutto risolto quindi? Non esattamente, purtroppo. Perché come abbiamo evidenziato già nel corso del dibattito parlamentare, così com’è il provvedimento non fissa degli standard minimi e chi viaggia in elettrico sa bene che in un contesto extraurbano la potenza di ricarica è fondamentale. Speriamo che in un prossimo veicolo normativo si trovi il modo di correggere il tiro.
I maleducati della ricarica
Un cenno infine anche alla misura “anti-maleducati” che ha subito qualche modifica rispetto al testo iniziale. La disposizione ora prevede che, in caso di sosta a seguito del completamento della ricarica, possano essere applicate tariffe mirate a disincentivare l’impegno della stazione di ricarica oltre un periodo massimo di un’ora dal termine del “pieno”.
Il limite temporale non trova tuttavia applicazione dalle 23 alle 7 del mattino, ad eccezione invece dei punti di ricarica con potenza superiore a 22 kW.