Audizione Giga sui dragaggi a La Spezia

L’audizione della Commissione di indagine conoscitiva sullo stato di avanzamento della bonifica dei siti previsti sul territorio comunale di La Spezia dell’associazione Giga, ha visto la partecipazione della Commissione al completo, coordinata dal suo presidente Maurizio Ferraioli e ha visto la presenza dell’assessore all’ambiente Davide Natale.


Una audizione molto attesa, che non ha deluso le aspettative al punto che, per oltre due ore, si sono susseguiti interventi di confronto ed in generale di sostegno a proseguire la battaglia di Giga per la riconversione delle modalità di dragaggio dei fondali dei porti e dei siti contaminati. Come ha illustrato il professor Giuliano Gabbani di Scienze della terra dell’Università di Firenze e Responsabile scientifico di Giga, il sistema prodotto dalla società Decomar e inventato dall’Ingegner Davide Benedetti, è in condizione di aspirare i sedimenti contaminati senza mettere in contatto la parte prelevata con l’ecosistema circostante.  Il sistema di aspirazione, come ha acutamente osservato uno dei consiglieri presenti, nasce storicamente nell’area del fiume Magra, con la tecnica delle “sorbone”, ma quel sistema non agiva in depressione e non aveva la capacità di riutilizzare i materiali prelevati. La svolta insita nella tecnologia Decomar, del “Dragaggio 2.0”, consiste nell’utilizzo dell’acqua in circuito chiuso sia per la rimozione, per  il trasporto e per la separazione dei sedimenti dagli inquinanti.

L’acqua utilizzata quindi, è sempre la stessa e consente prima la separazione gravimetrica degli inquinanti dai sedimenti e successivamente il riutilizzo della stessa acqua per ricominciare il ciclo.  La prima differenza rispetto alla “benna bivalve”, èquindi costituita dal fatto che il sistema Decomar non crea torbidità e quindi non necessità di panne e confinamenti delle aree oggetto di intervento, consentendo una normale operatività del porto stesso. L’assenza di torbidità consente, a maggior ragione, la non dispersione degli inquinanti nell’area portuale. A valle della separazione dei sedimenti dagli inquinanti per gravità, avviene in cascata un altro rivoluzionario procedimento, costituito dalla separazione granulometrica dei sedimenti. In sostanza i sedimenti, privati dell’acqua, vengono suddivisi in base alle “pezzature” necessarie per le destinazioni di riutilizzo. Quindi nel gesto di dragare, il sistema Decomar compie contemporaneamente una enorme riduzione del materiale da avviare a disinquinamento, non superiore al 15% della parte secca estratta, a fronte del paradosso della “benna bivalve”, che, come avviene con il secchio nel pozzo, mescola sedimenti inquinati ed acqua, portando il quantitativo da avviare a trattamento al 150% del residuo secco estratto.

Come ha ridabito quindi Fabio Roggiolani, Vice Presidente Giga, è chiaro che noi non possiamo provare che il disastro ambientale che ha provocato la moria di mitili nel golfo di La Spezia, sia univocamente da imputare dai dragaggi di vecchia tipologia effettuati, ma è chiaro che perseverare a dragare con modalità che possono teoricamente creare incidenti di questo tipo, diventa un atto irresponsabile, specie in un territorio ad alta vulnerabilità ambientale, inserito tra i 57 siti più inquinati d’Italia.

Roggiolani ha inoltre ribadito che, sino dal 2012 Giga sostiene l’esigenza della riconversione dei sistemi di dragaggio e che anche la Port Authority di La Spezia, era stata informata di questa opportunità. Purtroppo allora come avviene ancora oggi, sono state indette gare nelle quali sono ammesse solo le tecnologie invasive come la “benna bivalve”, definita eufemisticamente “ecologica”, escludendo quindi dalla possibilità stessa di partecipare ai bandi le nuove tecnologie. Dopo l’incontro in Commissione, Giga ha avuto la possibilità di una imprevista quanto gradito incontro con i movimenti ambientalisti del levante ligure, con i quali, in condivisione della sfida per le nuove tecniche di dragaggio, si è convenuto di assumere in future, iniziative congiunte affinché non sia più qualche artificio burocratico a fermare l’eco-innovazione che può davvero portare al disinquinamento totale di tutto il golfo di La Spezia.

La Redazione di Ecquologia

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