Acque italiane e pesticidi: preoccupante il nuovo rapporto ISPRA

Solo alcune settimane fa, avevo portato all’attenzione la valutazione di un nuovo indicatore predisposto relativamente alla “impronta idrica in ambito urbano”, come elemento fondamentale di valutazione della qualità delle acque con particolare riferimento alle zone fortemente antropizzate come le aree urbane (vedi post “Urban Water Footprint: nasce l’impronta idrica delle città“).


Lo spunto per ritornare su questo fondamentale tema per la vita e la salute umana, mi è dato dalla nuova edizione redatta da Ispradel Rapporto nazionale Pesticidi e scaricabile in calce al post. Un rapporto dai tratti piuttosto inquietanti, che fa emergere come, nelle acque italiane scorra un autentico cocktail chimico. Si tratta di un documento che  raccoglie, rielaborandoli, tutti i dati provenienti da Regioni e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, relativamente alla contaminazione di tali sostanze, con riferimento ai dati del emersi da indagini svolte nel periodo 2011-2012, che evidenzia che nei corpi idrici italiani, sia superficiali che sotterranei, si rileva la presenza di un grande numero di prodotti fitosanitari, molti dei quali dagli effetti sanitari ed ambientali ancora poco conosciuti.

rete_monitoraggio

Si tratta della presenza di un mix di sostanze chimiche formato da 175 nomi diversi di molecole. Ispra individua le sostane presenti, appartenenti prevalentemente agli erbicidi, il cui utilizzo diretto sui suoli, ne facilita la migrazione nelle acque soprattutto se impiegati in maniera concomitante a precipitazioni intense. Si tratta di una categoria di sostanze alla base più frequente del superamento degli standard di qualità delle acque. Un ruolo preminente tra i contaminanti idrici, è indubbiamente costituito dall’atrazina, una molecola ad elevata persistenza ambientale, già ben nota per disastri ambientali degli anni ’80 e da allora non più utilizzata, dopo la messa al bando definitiva, avvenuta nel 1992, rappresenta però, ad oltre 20 anni di distanza, una contaminazione molto rilevante, soprattutto nelle acque sotterranee, dove a livello nazionale è presente in 134 punti con valori superiori al limite di legge, stabilito di 0,1µg/l. Un altra considerazione che emerge dal nuovo rapporto Ispra, è costituita dalla distribuzione spaziale delle contaminazioni, che fa emergere come, nonostante nei 27.995 campioni di riferimento analizzati e distribuiti su tutto il territorio nazionale, le concentrazioni di pesticidi rilevate siano spesso basse, non sembra invece conoscere limiti la loro diffusione, al punto da essere stati rinvenuti in ben il 56,9% dei 1.355 punti di monitoraggio delle acque superficiali.

contaminazione_2012

Proprio nell’ambito delle acque superficiali, si rileva come le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento dei limiti di qualità ambientali sono il glifosate e il suo metabolita AMPA, il metolaclor, il triciclazolo, l’oxadiazon, la terbutilazina e il suo principale metabolita.

Una situazione non molto diversa è quella che si rileva relativamente alla contaminazione delle acque sotterrane, dove i superamenti dei limiti arrivano al 6,3% dei 152 punti di monitoraggio, evidenziando anche in questo caso un mix di sostanze contaminantimolto composito e composto da bentazone, metalaxil, terbutilazina e desetil-terbutilazina, atrazina e atrazinadesetil, oxadixil, imidacloprid, oxadiazon, bromacile, 2,6-diclorobenzammide, metolaclor. Scendendo a livello geografico regionale, si rilevano infine risultati fortemente disomogenei, con la presenza di pesticidi che risulta più diffusa nella pianura padano veneta, con un dato falsato inn parte però da un livello di indagini meno efficaci svolte al Sud rispetto al Nord: Allo specifico riguardo infatti, da regioni come Molise e Calabria ad esempio non è pervenuto nessun dato, con altre regioni meridionali con una copertura territoriale piuttosto limitata e carente, estesa anche al nuermo di sostanze contaminanti cercate. Risultati che fanno fare una serie di gradi riflessioni anche sulla rimodulazione delle politiche, sonn specifico riferimento, agricolo e ambientale.

Sauro Secci

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