Una finanziaria che favorisce i ricchi

Una finanziaria che favorisce i ricchi. Il punto di Stefano Sylos Labini del Gruppo Moneta Fiscale.

Il governo di centrodestra non è d’accordo sulla firma del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, e per questo ha invocato la decisione del parlamento. Al contrario il governo ha intimato alla sua maggioranza di non fare emendamenti alla legge di bilancio presentata qualche giorno fa.

In questa legge viene confermata l’abrogazione del meccanismo dello sconto in fattura/cessione del credito relativo ai bonus edilizi e all’ecobonus. Di conseguenza solo chi ha i soldi da anticipare per fare i lavori e acquistare gli impianti, ed ha la capienza fiscale per sfruttare le detrazioni, sarà avvantaggiato da questa misura. In una fase recessiva con inflazione crescente e tassi di interesse in rialzo questo è un errore enorme. Ci priviamo infatti di uno strumento che consente allo Stato di finanziare l’economia senza anticipare euro e ai redditi bassi di aumentare immediatamente il proprio potere d’acquisto.

Naturalmente lo sconto in fattura per funzionare deve essere associato alla cessione del credito. Cioè alla possibilità di monetizzare rapidamente e con un basso sconto finanziario i crediti fiscali.

Ora, che ci fossero diverse cose che non andavano nei bonus edilizi nessuno lo nega.

L’incentivo del 110% andava abbassato e doveva essere differenziato per aree residenziali favorendo le periferie. In più, bisognava potenziare l’Agenzia delle Entrate per verificare i documenti prima di assegnare i crediti fiscali. Ma il ritorno al passato delle detrazioni non cedibili, che possono essere esercitate nella dichiarazione dei redditi, è una misura regressiva. Impedirà ai tanti che non hanno disponibilità finanziaria, e ovviamente capienza fiscale, di poter realizzare i lavori di ristrutturazione edilizia.

Questa decisione è stata motivata anche dalla classificazione dei crediti fiscali. Nelle nuove linee guida Eurostat i crediti trasferibili sono ritenuti non perdibili e quindi pagabili. Pertanto devono essere contabilizzati per l’intero importo come maggiore deficit all’emissione. La nuova classificazione è stata sfruttata dal governo per scaricare i crediti fiscali del superbonus e del bonus facciate del 2021/22/23 nei deficit degli anni in questione, ma non sarà più conveniente a partire dal 2024 quando tornerà in vigore il Patto di Stabilità. Però, stanno sorgendo problemi in quanto Eurostat ha avvertito che i crediti sono pagabili solo se una piccola parte non sarà portata in compensazione. Con i blocchi alla circolazione e le difficoltà nella monetizzazione molti crediti potrebbero andare persi. Dunque il governo per mantenere i crediti pagabili deve fare di tutto per farli circolare e per farli monetizzare. Attivando le partecipate pubbliche questo è possibile.

Per il futuro, deve essere prorogato il meccanismo dello sconto in fattura/cessione del credito per consentire alle fasce sociali a basso reddito di poter effettuare i lavori edilizi e di acquistare prodotti ad elevata efficienza energetica e a basso impatto ambientale. Altrimenti solo i benestanti sfrutteranno le detrazioni non trasferibili. In merito alla classificazione va fatto presente che ciò che conta è il Sistema Europeo di Contabilità 2010 dove un credito fiscale è pagabile solo se lo Stato rimborsa con il cash la parte che non sarà portata in compensazione. Non è questo il caso dei crediti fiscali associati ai bonus edilizi.

Per concludere, se la maggioranza di centrodestra farà muro, l’unica speranza sta nell’azione delle categorie produttive affinché esercitino adeguate pressioni sul parlamento per mantenere il meccanismo dello sconto in fattura/cessione del credito che può dare un grosso aiuto all’economia del nostro Paese in una fase storica così drammatica.

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Redazione

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