La transizione ecologica secondo il ministro Cingolani

“Indispensabile abbandonare qualsiasi posizione ideologica. Per raggiungere, ad esempio, gli obiettivi stabiliti dall’Accordo di Parigi possono esserci infiniti percorsi, si tratta di compiere delle scelte”. (Fonte articolo: Greenreport)

Il neo ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, come primo soggetto istituzionale ha voluto incontrare l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) per dare valore alle competenze tecniche che dovranno affiancarlo nell’impegnativo percorso che si sta aprendo per il Paese.

L’occasione è arrivata ieri, durante il Consiglio straordinario del Snpa, con il presidente Ispra Stefano Laporta ha assicurato «il sostegno e il pieno supporto del Sistema» all’azione del ministro, ricordando al contempo due necessità impellenti al Snpa per operare al meglio: «Emanare i decreti attuativi previsti dalla legge 132/2016, quali il Regolamento ispettori e il decreto sui Lepta».

Da parte sua, Cingolani ha indicato quattro sfide principali da affrontare insieme: la prima è «far comprendere cos’è la transizione ecologica. A fronte di definizione diverse, anche a livello europeo, occorre definire la transizione ecologica condividendo l’obiettivo da raggiungere».

La seconda riguarda delineare le priorità di questa transizione ecologica nel contesto delle risorse europee per la ripresa post-Covid, e dunque «mettere a punto il Recovery plan partendo dalle proposte già presenti più strutturate, lavorare a fondo per dare organicità al complesso degli interventi previsti, attraverso un lavoro di analisi e condivisione basato sulle competenze tecniche». Da questo punto di vista il ministro intende «costituire una apposita task force di carattere tecnico», per la quale chiede alcuni esperti al Snpa: sulla scorta anche delle esperienze maturate in altri Paesi (come Germania e Giappone), Cingolani «ritiene che le sfide dei prossimi mesi – ed in particolare il Recovery plan – necessitino di un apporto fondamentale in termini di competenze tecnico-scientifiche e conoscenze dei fenomeni».

Un più ampio «programma per la transizione ecologica» dovrà essere elaborato invece «entro fine maggio», e con questo si arriva alla terza priorità: nel merito Cingolani ha sottolineato come sia «indispensabile abbandonare qualsiasi posizione ideologica. Per raggiungere, ad esempio, gli obiettivi stabiliti dall’Accordo di Parigi possono esserci infiniti percorsi, si tratta di compiere delle scelte».

Su tutte le altre s’innesta la quarta priorità, ovvero quello di provare a migliorare il ministero dell’Ambiente per dare vita al nascente ministero della Transizione ecologica (Mite): Cingolani ha posto l’accento su quest’acronimo in quanto «la mitezza è una virtù perduta che va recuperata e che indica il modo con cui si intende caratterizzare il ministero. Puntare sulla forza degli argomenti, senza “gomitate”, senza fermarsi a posizioni ideologiche che rischiano di essere dannose non solo per noi ma anche per i nostri figli e nipoti».

Link articolo originale Greenreport

Redazione

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