Olimpiadi invernali 2026: quella pista da bob non s’ha da fare

Cortina d’Ampezzo vive momenti di incertezza riguardo al futuro della sua pista di bob e alle Olimpiadi invernali del 2026. Alcuni sono ottimisti riguardo alla costruzione della pista secondo i piani, mentre altri temono che resterà un cantiere in eterno e che gli eventi olimpici verranno spostati altrove. La decisione del governo in merito al finanziamento del rifacimento della pista è attesa con ansia.

Inizialmente prevista per il 4 ottobre, la scadenza è stata rimandata per permettere al governo di prendere una decisione ponderata. La settimana prossima sarà cruciale, poiché si terrà un incontro con il Comitato Olimpico Internazionale e una sessione a Mumbai, in India, in cui si discuterà dello stato dei lavori per le prossime Olimpiadi, inclusa Milano Cortina 2026.

È importante ricordare che il Comitato Olimpico Internazionale aveva sollevato preoccupazioni sui costi del rifacimento della pista e sulla sostenibilità fin dalla candidatura, così come sulla costruzione della pista di pattinaggio velocità a Pinè. La scelta di una nuova sede per quest’ultima ha causato ulteriori ritardi. Nel frattempo, sono emerse proposte da località straniere interessate a ospitare gli eventi di bob, slittino e skeleton, tra cui Innsbruck, Sankt Moritz e la possibilità di riattivare la pista di Cesana Pariol.

Le proteste della società civile

A Cortina la nuova pista è diventata il simbolo di un modello di sviluppo della montagna non più sostenibile. Fino a che punto le Dolomiti potranno accogliere nuove infrastrutture, turismo di massa e automobili?

Centinaia di persone hanno partecipato a una manifestazione del Comitato Civico per Cortina il 24 settembre, opponendosi alla nuova pista da bob per le Olimpiadi 2026. La protesta ha visto la partecipazione di 25 associazioni, tra cui il Club Alpino Italiano e Legambiente Veneto, provenienti da diverse regioni. I costi previsti per l’infrastruttura sono più che raddoppiati rispetto alle stime iniziali, e i tempi si sono ulteriormente accorciati.

La Società Infrastrutture Milano Cortina (Simico) ha cercato senza successo un’impresa per costruire la nuova pista, dopo che l’appalto è andato deserto a settembre. Alcuni suggeriscono di spostare le gare di bob, skeleton e slittino a Innsbruck, in Austria, come è stato fatto per Torino 2006. Anche la Provincia di Belluno ha sostenuto questa opzione, mentre il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha dichiarato che è necessario valutare le spese reali per questa soluzione.

Gli attivisti per la giustizia climatica e sociale hanno espresso preoccupazioni sulle Olimpiadi, sottolineando l’impatto ambientale negativo e la necessità di investire in settori come la sanità e la mobilità sostenibile. Alcuni hanno sottolineato la mancanza di coinvolgimento della comunità locale nella decisione di candidare Cortina per le Olimpiadi e hanno sollevato preoccupazioni sulla trasparenza delle procedure di realizzazione dell’infrastruttura. La manifestazione ha evidenziato anche la necessità di adattare le comunità alpine ai cambiamenti climatici, piuttosto che dipendere esclusivamente dal turismo invernale tradizionale.

Un volantino della manifestazione del 24 settembre scorso

Per approfondire: I ragazzi di Cortina: gli attivisti contro la pista di Bob convincono Zaia? – Vita.it

leggi anche La Valtellina verso l’ingorgo olimpico – Ecquologia²

Redazione

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