Le ecotecnologie necessarie per rimettere il mondo in equilibrio

A Ecofuturo 2024 le ecotecnologie, necessarie per rimettere il mondo in equilibrio, hanno dimostrato la loro maturità. Un approfondimento a cura di Fabio Roggiolani, cofondatore EcoFuturo Festival

Ogni anno la realizzazione di Ecofuturo diventa sempre più sfidante per la fatica di un evento in crescita e di un network che si espande su gambe fragili e su finanze francescanamente poverelle. La sfida più dura e bella è costruire un complesso di proposte di confronto mature e innovative allo stesso tempo. Che cosa lega in un programma l’alga spirulina e l’eolico offshore? Che cosa c’entrano gli ecodragaggi con le comunità energetiche rinnovabili o la sterilizzazione dei rifiuti sanitari con i trasporti pesanti? e che cosa ci azzecca l’agricoltura senza aratro?

Proverò a raccontarvelo partendo proprio dallo slogan: “un mondo al 99% rinnovabile per l’equofuturo”.

La nostra è un’idea pragmaticamente ecologista integrale, non una affermazione ideologica o fideistica. Sappiamo che le energie fossili sono nemiche dell’umanità, perché la CO2 che ne deriva sta alterando il clima del Pianeta e per gli inquinamenti causati dai derivati. Ma in assoluto restano un bene prezioso da far perdurare per l’umanità futura e poiché la loro sostituzione deve sempre essere carbon negative. Non ci interessano innovazioni che spostano il problema dai paesi ricchi a quelli poveri, ma che lo avviino a soluzione senza aggirare il problema.

Per esempio, mentre sostituiamo tutte le caldaie a metano con le pompe di calore, possiamo utilizzare la rete del metano per garantire la continuità energetica con cogeneratori di piccola taglia da mettere in funzione in caso di necessità della rete al posto delle inefficienti e lontane mega centrali turbogas. La rete inoltre ospiterà sempre più biometano e idrogeno, un capacity market (il super prezzo dato per le centrali tenute in stand by per la continuità della rete) diffuso e democratico.

I quattro giorni in presenza, diventati quindici in streaming per non “soffocare” le fruizioni on line tra una diretta e l’altra, oltre ad avere un risultato di seguito enorme hanno delineato questo percorso:

  • le comunità energetiche rinnovabili e le energie rinnovabili consentono già oggi di avere energia elettrica pulita ed a buon mercato;
  • diventa ancora più conveniente sostituire tutte le caldaie con pompe di calore;
  • si realizzano teleriscaldamenti freddi o tiepidi in ogni parte della città per consentire a tutti gli edifici lo scambio geotermico, essenziale per moltiplicare l’efficienza delle pompe di calore (e ridurre quindi le bollette);
  • con le energie rinnovabili diventa sempre più conveniente anche la mobilità elettrica da non forzare con rottamazioni anticipate di veicoli circolanti ma essenziale per poter curare innanzi tutto chi vive nelle città;
  • la riduzione dell’inquinamento da polveri sottili e molto altro ottenuta tramite le pompe di calore e la mobilità elettrica arriva al risultato pieno con la sostituzione degli asfalti bituminosi con le nuove pavimentazioni stradali filtranti, drenanti a base di cemento;
  • la sostituzione dal bitume al cemento comporta nuovi colori, la riduzione degli altri inquinanti con la fotocatalisi e l’abbattimento da 3 a 6 °C delle temperature nelle aree urbane;
  • la città rivive anche con la piantumazione delle piante salva clima come la pawlonia e con l’ingresso dell’orticoltura degli orti bioattivi su giardini ma anche su piazzali, terrazze e balconi o anche con l’idroponica da appartamento;
  • per ridurre gli inquinanti derivati dagli inceneritori è applicabile la tecnica della sterilizzazione dei rifiuti sanitari a rischio infettivo all’interno degli ospedali, con macchinari utilizzati in tutte le grandi navi del Pianeta. Tale ecotecnologia farà risparmiare più della metà delle spese odierne (oltre 700 milioni totali annue a livello nazionale);
  • l’uso di fontanelli, case dell’acqua o impianti per non utilizzare più le bottiglie di plastica consente di ridurre del 25% il totale dei rifiuti plastici e migliora la qualità del bere, riduce fatica ed energia in tutta la filiera e lo sfruttamento delle sorgenti oggi a prezzi stracciati sottratte al bene comune dei luoghi dove sgorgano;
  • la fine dell’uso dell’aratro sovvertitore sostituita dall’agricoltura delle seminatrici su sodo e dalla agricoltura bioenergetica che produce biometano, raddoppia i raccolti, riduce o elimina la chimica di sintesi stoccando almeno due tonnellate di CO2 per ettaro ogni anno, riaprendo prepotentemente la partita climatica;
  • la nuova e generosa fertilità della terra indotta da queste antiche tecniche rese modernissime dall’uso dei satellitari, da seminatrici che fanno fino a 50 solchi ad ogni passaggio e che insieme al seme mettono il digestato, ridanno una prospettiva alla nuova era dell’agricoltura, che si riappacifica con il Pianeta e che protegge chi vi lavora con maggior sicurezza;
  • la rinascita del paesaggio agricolo con miliardi di alberi da ripiantare lungo i ritrovati filari e i fossi finalmente non minacciati dall’aratro sovvertitore, consentono di pensare ad un ritorno ad una biodiversità perduta e al nuovo paesaggio delle pianure in coabitazione positiva anche con le energie rinnovabili discontinue come fotovoltaico ed eolico e continue come biogas e geotermia;
  • l’uso delle biomasse legnose e degli scarti di lavorazione agricola non altrimenti compostabili per la produzione di biochar, l’impiego di zeoliti e micorrize, l’uso del digestato e del compost sono solo una parte della frontiera di chimica naturale non fossile salva api, uccelli, anfibi e tutta la biodiversità che rinasce per fornire alimenti più sani e più copiosi dell’ultima fase della devastazione della fertilità;
  • le piante che accanto agli alberi hanno consentito per 15 mila anni il mantenimento della biodiversità grazie alle loro radici profonde come i frumenti antichi, la canapa o il bambù ritornano centrali nella rinascita e mantenimento della fertilità e contemporaneamente forniscono la materia base per ridurre il cemento nelle costruzioni edilizie come il calce e canapa o la paglia bioedilecontinua a leggere gratis su L’ECOFUTURO MAGAZINE

Redazione

Articoli correlati