Ecofuturo Festival 2024: “Abitare Green” e Risparmio energetico

Risparmio energetico. L’efficienza è condivisa. Articolo di Angelica Agosta – CEO & Founder Ennovia srl

La condivisione degli obiettivi di efficienza energetica può essere una strategia di successo per un futuro sostenibile

Ecofuturo Festival 2024, nella cornice generale di “Un Mondo 99% Rinnovabile per l’Equofuturo”, ha dedicato venerdì 10 maggio al tema “Abitare Green”. Una giornata concentrata sulle opportunità offerte dalla condivisione degli obiettivi di efficienza e di risparmio energetico.

Il contesto di incessante cambiamento di rotta che ha caratterizzato gli ultimi due anni e che ha visto, da un lato, la continua e compulsiva modifica dei sistemi di incentivazione vigenti anche con effetto retroattivo e, dall’altro, una “retromarcia” rispetto agli obiettivi ambientali sui quali si è basata la politica dell’ultimo decennio, si scontra con le necessità della popolazione.

La povertà energetica, l’inquinamento che causa danni seri alla salute, la voglia di “vivere meglio” il rapporto con la natura, non sono assunti ideologici. Rappresentano una necessità dichiarata dalla maggior parte delle famiglie. Come superare le barriere, come poter risolvere i problemi proattivamente? Condividendo e partecipando, questa convinzione è stata il filo conduttore della giornata.


Il primo panel “Case efficienti e rinnovabili: dopo il Superbonus ecco come si riparte”, decisamente ricco di spunti sotto il profilo delle soluzioni tecniche adottabili, oltre che interessante per gli aspetti più generali inerenti la transizione energetica, è stato aperto dal presidente di ARSE (Associazione Riscaldamento senza Emissioni), l’ingegner Riccardo Bani, che ha fornito dati importanti. Hanno spiccato quelli riferiti alla classe energetica degli edifici (il 60% è in classe energetica G) e quelli riferiti al contributo negativo che le abitazioni forniscono all’inquinamento ambientale (il 50% delle polveri sottili deriva dal consumo di combustibili fossili per produrre acqua calda nelle abitazioni). A questo si aggiunge che il maggior costo per le famiglie è quello per il riscaldamento.

Come migliorare la situazione? Eliminare i combustibili fossili per la produzione di acqua calda per riscaldamento e per uso sanitario è la soluzione. Le attuali tecnologie, in particolare le pompe di calore di ultima generazione, permettono di raggiungere risultati importanti in tal senso. La capacità di produzione di acqua calda sino a 80 °C consente di superare anche la necessità di eseguire interventi invasivi sui sistemi di distribuzione esistenti (per il 90% rappresentati da termosifoni). Tra l’altro, le pompe di calore, che per il 75% utilizzano fonti rinnovabili per il loro funzionamento (aria, acqua, terra) e per la restante parte energia elettrica, possono essere alimentate dalla produzione di impianti fotovoltaici installati in locale consentendo alle famiglie di raggiungere livelli di indipendenza energetica interessanti.

L’ingegner Alessandro Lorenzo Palma – Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica di ENEA – ha illustrato i risultati di una ricerca svolta su un impianto a pompa di calore associato ad un sistema di accumulo termico, successivamente integrato con un sistema fotovoltaico. La sintesi dei risultati mostra la completa indipendenza energetica raggiunta anche attraverso l’ottimizzazione dei flussi (termici ed elettrici), a dimostrazione che l’elettrificazione dei consumi termici e l’integrazione di più fonti rinnovabili è in effetti una soluzione concreta.


Edifici sostenibili

Ma si può fare di meglio: ridurre i fabbisogni degli edifici attraverso soluzioni di isolamento termico ecocompatibili concorre a migliorare l’indipendenza.

L’intervento di Massimo Nissoli – co-fondatore e Amministratore Harley&Dikkinson ESG – è stato particolarmente appassionante e ha fornito spunti su come superare la necessità di incentivazione o di norme obbligatorie, così da evitare il rischio che ogni azione volta all’efficienza e all’ambiente venga scambiata per approccio ideologico e di opportunità. Fondi di garanzia, messa a disposizione di liquidità in base ai vantaggi rendicontati, ecc.; in sintesi creare un sistema di collaborazione e condivisione di interessi ed obiettivi. Non solo tra cittadini, ma anche tra istituzioni, imprese e in generale tra portatori di interesse.

Durante il panel è stato naturalmente dedicato spazio alla direttiva casa green e di come la stessa sia stata inaspettatamente edulcorata, perché considerata una tassa patrimoniale benché, come spiegato da Davide Sabaddin – European Environmental Bureau – nella norma originaria fossero previste delle indicazioni e raccomandazioni sulle modalità che avrebbero permesso alle famiglie di affrontare gli investimenti necessari, creando allo stesso tempo un volano economico importante. Oggi, le indicazioni sono diventate purtroppo solo su base volontaria.

La dottoressa Patty L’Abbate – Vicepresidente Commissione Ambiente della Camera dei Deputati – e il Professor Francesco Corvaro – Inviato Speciale per il Cambiamento Climatico del Governo Italiano – hanno convenuto che casa green è considerato ideologico perché i business plan vengono redatti su base lineare, mentre i costi per ridurre i consumi e migliorare l’ambiente permettono di evitare quelli annuali ricorrenti compresi quelli per la salute. Ragionare in quest’ottica e redigere dei business plan che includano anche questi ultimi permetterebbe di cambiare paradigma: considerare il costo iniziale per quello che in effetti è, vale a dire un investimento che si ripaga con i vantaggi generati.

La giornata è proseguita con numerosi esempi virtuosi di operatori che hanno dedicato tempo e risorse per sviluppare soluzioni a basso costo ed ecosostenibili senza essere intimoriti dal contesto instabile sotto il profilo dei sistemi incentivanti.

Ampio spazio è stato dedicato alla condivisione quale strumento di miglioramento e di ottimizzazione degli investimenti. L’esempio più concreto in tal senso è stato fornito con l’illustrazione di alcuni progetti di comunità energetiche: la messa a fattor comune di risorse (economiche, di spazi disponibili) produce risparmi che possono arrivare sino a 500 €/anno per famiglia, soprattutto se le CER vengono integrate con impianti a pompa di calore e cioè con soluzioni di elettrificazione dei consumi termici.

La sintesi della giornata è che la transizione energetica non può attendere perché non si tratta di una questione ideologica, ma di una necessità per guardare ad un futuro migliore. Non esiste una soluzione tecnologica, ma più soluzioni assieme a una condivisione degli obiettivi che insieme concorrono a massimizzare il risultato. Siamo tutti stakeholder del nostro futuro e non ci devono essere pregiudizi nei confronti di una sana e proficua collaborazione tra soggetti con interessi economici apparentemente divergenti, ma nella sostanza profondamente complementari.


Per il sistema Paese

Infine, e per quanto occorrer possa, credo sia fondamentale evidenziare che anche il Paese ne trarrebbe vantaggi: l’indipendenza energetica delle famiglie concorre a quella dell’Italia e ne migliora quindi la sicurezza. L’elettrificazione dei consumi termici consente al Paese di ottimizzare la sinergia con impianti di produzione elettrica basati su combustibili non fossili e di “sfruttare” gli edifici per la gestione dell’over-generation di rinnovabili contribuendo all’equilibrio della rete (demand response). Il risparmio di energia primaria fossile si traduce in riduzione dell’inquinamento e in particolare delle polveri sottili, con conseguenti benefici sulla salute e riduzione delle spese sanitarie… Continua a leggere gratis l’articolo su LECOFUTURO MAGAZINE

Redazione

Articoli correlati

0 0 votes
Article Rating
1 Comment
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments

[…] Ecofuturo Festival 2024: “Abitare Green” e Risparmio energetico […]