Comunità Energetiche Rinnovabili: partire dal “basso”!

Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono il punto cardine delle politiche dal “basso”. Articolo di Fabio Roggiolani, cofondatore di Ecofuturo Festival, presidente G.I.G.A., membro del direttivo del Coordinamento Free.

Nella snervante attesa, che ormai ha superato due anni, del regolamento applicativo delle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) sopra 200kW di potenza, allacciabili alla cabina primaria, abbiamo quasi completamente dimenticato che esiste quello per realizzare le CER fino a 200kW di potenza allacciabili alla cabina secondaria e che si possono realizzare le CER condominiali, vero e proprio gioiello passato in secondo piano sconsideratamente. Se la politica blocca il Paese in attesa di soluzioni, fortunatamente esistono quelle eccezioni che creano le premesse per il dilagare futuro nella diffusione. Ne raccontiamo alcune, mentre molte altre sono in cammino. Sono in cammino CER come quella del Monastero di Cellole della Comunità di Bose, quella di Varese e quella di Barberino Tavarnelle. Oltre ad altre in fase di elaborazione dalle aziende che collaborano con la rete di Ecofuturo.

La scelta delle esperienze esposte nella rivista è di non aspettare che si possano fare CER più grandi, ma di partire per poi aumentare, se sarà necessario. E di non attendere, per i comuni sotto i 5.000 abitanti, i mirabolanti contributi del PNRR senza regolamento anch’essi. Molti amministratori ci stanno contattando per realizzare CER autofinanziate con gli investimenti dei prosumer, magari di 1kW o 3kW. E’ conveniente e giusto, perché avere una legge che da prosumer relega al ruolo di consumer pur avendone la possibilità, anche impegnando la propria quota e ripagandola con i risparmi ottenuti, è davvero una sconfitta. E significa accettare l’elemosina dei soliti “investitori ghe pensi mì”.

La scelta di questi pionieri è anche di scoprire fino a che punto le CER possano risolvere non solo la povertà energetica, ma anche quella, per gran parte del Paese ben più pesante, del calore con la rivoluzione delle pompe di calore, magari a scambio geotermico, alimentate non più dal gas ma dall’energia rinnovabile incentivata per vent’anni ed autoprodotta nella propria CER.

Si sta sperimentando addirittura lo scambio termico con le reti idriche per le pompe di
calore
che potrebbero in questo modo risparmiare sui costi della geotermia ed essere utilizzate anche nei centri storici più inaccessibili. L’adozione delle pompe di calore aiuta a raggiungere il 100% di autoconsumo immediato per le CER moltiplicando così rendimento climatico e risparmio in bolletta… Continua a leggere l’articolo gratis su L’ECOFUTURO MAGAZINE

Redazione

Articoli correlati