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Agrifotovoltaico: una grande opportunità

Agrifotovoltaico: una tra le soluzioni più promettenti per accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili. Già ampiamente diffuso in Europa e purtroppo ancora poco conosciuto in Italia. Questo sistema di natura ibrida favorisce una proficua sinergia tra le pratiche agricole e la generazione di energia solare. Uno strumento quindi utile nell’ottica di una progressiva decarbonizzazione del sistema energetico.

Che cos’è l’agrifotovoltaico

L’agrifotovoltaico, altresì noto come agrivoltaico, agri-pv e agrisolare, consiste nella produzione di energia rinnovabile presso terreni agricoli. Senza consumare suolo e senza sottrarre spazi produttivi all’agricoltura e all’allevamento. È previsto l’uso di pannelli solari che, per le loro caratteristiche tecniche e fisiche, consentono le lavorazioni agricole sottostanti e il pascolo degli animali, rispettando e favorendo le varie attività.

I moduli fotovoltaici, infatti, sono installati a un’altezza da terra che consente di svolgere comodamente le consuete pratiche di coltivazione. Riducendo al contempo la richiesta idrica e lo stress termico sulle colture grazie alla protezione e all’ombreggiamento offerti dai pannelli.

Tipologie di impianto fotovoltaico in agricoltura

I pannelli solari vengono installati principalmente nelle aree campestri. Con altezze e geometrie tali da consentire lo svolgimento delle consuete attività agricole e zootecniche al di sotto e tra le superfici. Il sistema agrifotovoltaico trova applicazione anche in altri contesti, tra cui:

  • bacini idrici
  • aree marginali, abbandonate o degradate
  • edifici e fabbricati rurali a uso strumentale

Questa innovativa tipologia di impianto fotovoltaico trova spazio anche nell’ambito delle comunità energetiche.

Vantaggi dell’agrifotovoltaico

Indichiamo quelli che sono, a nostro avviso, i principali vantaggi offerti dal sistema agrifotovoltaico:

  • preservazione dei terreni all’uso agricolo e zootecnico
  • funzione di sostegno delle piante
  • regimentazione delle acque piovane
  • ombreggiamento generato dai pannelli solari, che, come accennato, riduce la richiesta idrica e lo stress termico sulle colture
  • protezione delle colture da grandine, intemperie, precipitazioni, e condizioni climatiche estreme

Come è evidente, il sistema agrifotovoltaico può giovare all’attività agricola e zootecnica. Quello che manca, al momento, nel nostro Paese è un quadro normativo di riferimento chiaro, con linee guida precise. Anche se il PNRR ha previsto proprio il “parco agrisolare” tra le proprie voci, stanziando fondi ad hoc.

Fotovoltaico e Italia: il potenziale del PNRR

Ma quante sono le imprese agricole italiane eleggibili per i fondi del bando ‘Parco Agrisolare’? A rispondere ci ha pensato CRIF che ha analizzato la totalità delle oltre 5 milioni di imprese attive con la suite di indicatori ‘PNRR-Index’. Si tratta della nuova generazione di indicatori sviluppati da CRIF che valutano l’eleggibilità delle imprese per i singoli investimenti PNRR.

I risultati dell’indagine

Dall’analisi presentata da CRIF emerge che in Italia le imprese agricole eleggibili sono complessivamente 599.736. Di cui 4.999 pienamente in linea con l’investimento ‘Parco Agrisolare”. Per questa iniziativa, dove in ballo ci sono i 1,5 miliardi di euro con l’obiettivo di introdurre misure per potenziare la produzione di energia rinnovabile per il settore agricolo, sono considerate pienamente in linea le imprese strutturate e avanzate da un punto di vista della sostenibilità, dell’innovazione e dell’internazionalizzazione.

Le regioni maggiormente rappresentate relativamente alle imprese agricole pienamente in linea con i requisiti sono la Toscana (16,7%), il Veneto (14,3%) e la Lombardia (11,2%). Tra le regioni del Sud si menzionano la Sicilia (4,4%) e la Puglia (3,8%).

I player finanziari chiamati ad agevolare l’accesso ai fondi

Da un punto di vista dimensionale, il 62,2% delle imprese agricole pienamente in linea con l’investimento conta meno di 8 dipendenti. Mentre per quanto riguarda l’affidabilità creditizia, le imprese agricole pienamente in linea con l’investimento del PNRR risultano meno rischiose rispetto al totale di quelle eleggibili. Solo il 12,9% delle eleggibili presenta un rischio minimo rispetto al 46,61% delle imprese in linea con l’investimento analizzato.

I fondi messi a disposizione dal PNRR con il bando ‘Parco Agrisolare’ aprono a una grande opportunità di ammodernamento ed efficientamento energetico per il settore agricolo del nostro Paese. I player finanziari sono chiamati a semplificare e agevolare l’accesso delle imprese a questi fondi“. Così ha commentato Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.

Le imprese produttrici di energia elettrica

Target primario dell’iniziativa ‘Parco Agrisolare’ sono le imprese agricole. Ma nell’analisi CRIF ha effettuato un ulteriore focus specifico sulle imprese produttrici di impianti ed energia elettrica, in quanto beneficiari indiretti. Ad esempio come potenziali fornitori delle imprese agricole stesse per la realizzazione dei progetti. L’approfondimento evidenzia che sono 6.489 le imprese italiane produttrici di impianti ed energia elettrica pienamente rispondenti con l’investimento ‘Parco Agrisolare’.

In questo caso le regioni maggiormente rappresentate sono la Lombardia (15,2%), il Piemonte (14,3%) e il Veneto (10,4%). Mentre nel Sud Italia emergono Sicilia (6,2%) e Puglia (5,4%). Relativamente all’affidabilità creditizia, anche in questo caso le imprese pienamente in linea sono meno rischiose. Nello specifico, il 16,6% mostra un rischio minimo rispetto al 7,8% del totale delle imprese eleggibili.

Agrifotovoltaico ed Emilia Romagna: 520 le aziende pienamente eleggibili

L’analisi CRIF ha dedicato un focus sulla regione Emilia-Romagna, data la rilevanza della filiera agroalimentare nella “Food Valley” e delle numerose eccellenze DOP e IGP.

Tra le 48.686 imprese agricole eleggibili, sono 521 quelle pienamente in linea con l’investimento ‘Parco Agrisolare’. A livello territoriale, la provincia di Forlì-Cesena risulta la più rappresentata con 92 imprese, seguita da Ravenna (83), Bologna (77) e Modena (62). Il 61,8% delle imprese Emiliano-Romagnole pienamente in linea con i requisiti richiesti ha meno di 9 dipendenti. E, anche in questo caso specifico, risultano meno rischiose. Con una quota di imprese a rischio minimo (64,5%) significativamente maggiore rispetto al totale delle imprese eleggibili (31,6%).

 agrifotovoltaico
Fonte: elaborazioni CRIF su piattaforma Margò

«I player finanziari possono giocare un ruolo strategico di vicinanza al tessuto imprenditoriale, affiancando le imprese nei loro progetti di sviluppo fino all’ottenimento dei fondi. In questo percorso, gli istituti possono essere supportati da dati su imprese e imprenditori, analytics, servizi specializzati di advisory oltre che di formazione per gestori e imprese, messi a disposizione attraverso piattaforme digitali cloud native». Così ha concluso Capecchi.

Leggi anche Agrivoltaico: le linee guida del MITE

Redazione

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