Soluzioni pratiche per la lotta alle nuove forme d’inquinamento

Natura & Tecnologia: Soluzioni pratiche per la lotta alle nuove forme d’inquinamento. A cura di Giorgia Burzachechi

Rinsaldare la connessione con la Natura e affidarsi alle tecnologie per affrontare le nuove forme di inquinamento

È necessario un repentino cambio di paradigma per ridurre l’inquinamento e attuare pienamente il modello di economia circolare. La buona notizia è che si tratta di un’azione possibile in tempi rapidi, mantenendo saldo il rapporto con l’ambiente naturale e sfruttando le conoscenze tecnologiche e lo sviluppo innovativo.

Operazioni simili sono già state fatte in passato. Un esempio è il Protocollo di Montreal del 1989, sottoscritto da 197 paesi per l’attuazione della Convenzione di Vienna, primo trattato globale in difesa dell’ambiente per proteggere lo strato di ozono da alcune sostanze che lo mettevano a rischio. 

È quello che auspica Lorenzo Fioramonti, Direttore dell’Istituto per la Sostenibilità – Università del Surrey, ex ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, intervenuto per un saluto in videomessaggio alla seconda giornata di Ecofuturo Festival.

Soluzioni pratiche per la lotta alle nuove forme d’inquinamento sono state presentate proprio durante i giorni di kermesse dedicata alle ecotecnologie e agli stili di vita sostenibili.

Servono azioni che tengano testa ai problemi della vita di tutti i giorni, basti pensare, per esempio, alle capsule del caffè, che hanno mandato in pensione moltissime caffettiere facendo passare l’aumento dell’impatto della plastica «da 25 g fino a 1.500 g ogni 250 g di caffè, quasi 600 volte di più», a dirlo è Mario Pascucci, AD Caffè Pascucci, azienda che produce, vende e distribuisce caffè. Tra i prodotti offre, ovviamente, anche capsule la cui particolarità è di essere interamente di origine vegetale «che possono essere utilizzate per fertilizzare il giardino dopo l’uso», spiega l’amministratore delegato.

Viaggi di plastica

E come fare per le plastiche che già hanno raggiunto i nostri corsi d’acqua e che presto, quindi, arriveranno in mare? «L’80% dei rifiuti di plastica proviene dai fiumi», dice Vanni Covolo, CEO River Cleaning, intervenuto anch’egli al Festival. Per contrastare questo dilagante problema, la sua azienda ha creato un sistema di filtraggio attraverso una barriera galleggiante trasversale composta da boe rotanti alimentate dalla corrente del fiume che convogliano i rifiuti su un lato dello stesso dove vengo accumulati, prelevati e smaltiti con un bassissimo impatto ambientale.

Ma non tutta la plastica viene per nuocere, o meglio, quando si parla di impatto ambientale è necessario guardare alla «soluzione migliore rispetto al contesto dato», a prendere la parola è Alice Garau, co-founder di Aqualy, azienda che produce acqua in brick composti per l’83% da materiali di origine vegetale (carta certificata FSC) e 5% da poliaccoppiati. Quindi, con una percentuale di plastica inferiore rispetto alle comuni bottiglie e riutilizzabili diverse volte, a differenza di esse. E se il nostro impegno deve essere sempre diretto verso la riduzione oltre che il riuso, ci sono materiali la cui diminuzione non è proprio possibile. Come nel caso dei materiali sanitari.

Secondo il  Rapporto Rifiuti Speciali – Edizione 2023 di ISPRA, nel 2021 la produzione di rifiuti sanitari in Italia è aumentata del 13,4% rispetto all’anno precedente, raggiungendo oltre 265 mila tonnellate. Di queste, più di 26 mila tonnellate sono rifiuti sanitari non pericolosi e circa 239 mila tonnellate sono rifiuti sanitari pericolosi e a rischio infettivo. Sebbene questi numeri facciano riferimento al periodo della pandemia, parliamo comunque di una grande quantità di rifiuti con costi di smaltimento molto, molto importanti.

WPT, azienda tutta italiana, ha ideato un sistema semplice e a basso impatto ambientale che può affrontare questo problema. Simone Ghirardi CEO e COO dell’azienda piemontese, ha mostrato l’impianto da loro realizzato per la sterilizzazione dei rifiuti sanitari. Il sistema sterilizza i materiali sanitari, ne assorbe l’umidità, così che alla fine del trattamento avranno un peso inferiore consentendo anche una conservazione prolungata e una riduzione di spazio. In questo anche il volume dei materiali per il trasporto in discarica risulterà meno voluminoso e quindi non di frequente necessario limitando così anche l’impatto del trasporto.

Alimenti in viaggio

Parlando di trasporti e di vita cittadina, c’è un altro importante tema, quello dell’abbattimento dei km del settore agroalimentare. Non sempre nelle città è possibile scegliere filiere corte, come fare? Una soluzione viene offerta dalle colture idroponiche, produzioni controllate che grazie allo sfruttamento, non di terreni, bensì di soluzioni, consentono l’assorbimento diretto di sostanze nutritive. Nereo Mariotto ha mostrato le soluzioni della startup di cui è direttore operativo, la Tomato+ che produce serre smart della grandezza di un frigorifero le quali, grazie all’utilizzo innovativo della luce LED, consentono effettivamente a chiunque di poter avere un orto verticale per produrre verdure e germogli in casa… Continua a leggere gratis l’articolo su L’ECOFUTURO MAGAZINE

Redazione

Articoli correlati