La Rivoluzione dell’Orto di Andrea Battiata

La Rivoluzione dell’Orto. Una riflessione di Andrea Battiata, agronomo e contadino urbano a Firenze

La rete è bio. Esiste un’enorme rete naturale alla quale siamo tutti connessi: la biosfera

La lontananza è relativa, mai assoluta. Mai siamo lontani da qualcuno. Viviamo su un Pianeta interconnesso: il termine “lontano” in realtà non esiste. “Lontano” probabilmente divenne un luogo (concettualmente) in cui le persone di un ecosistema diventarono persone della biosfera. In breve, le persone che vivono nel proprio ecosistema vivono interamente delle “risorse” dell’ecosistema locale. Le persone della biosfera, al contrario, utilizzano (e finiscono per dipendere) da “risorse” provenienti da altri luoghi, spesso con poca o nessuna preoccupazione per i luoghi da cui vengono prese tali “risorse”. Questa è la colonizzazione. Questo è l’estrattivismo. Da qui, nasce lo sfruttamento della Terra, di interi popoli e luoghi.

Ormai siamo tutti una società della biosfera e, nonostante tutte le storie sull’eccezionalità del nostro tempo, abbiamo provocato il caos nel mondo. Non è stata la generosità, l’integrità o la parsimonia a renderci padroni delle risorse non nostre, ma l’impegno verso una logica perdente: se non saccheggiamo noi la Terra, lo farà qualcun altro. Il problema è che ciò che noi e altri abbiamo saccheggiato – le “risorse” – sono più accuratamente descritte come nostre parenti abbastanza strette. Siamo tutti imparentati. Condividiamo realtà interconnesse. Queste “risorse” sono esseri, proprio come noi umani, con sentimenti, storie e linguaggi propri. Possiamo imparare ad ascoltarli.

Sporcarsi le mani può essere terapeutico. Quando si assume la posizione del contadino – accovacciato o inginocchiato sulla sottile crosta di terreno che ricopre il nostro Pianeta, con la testa inclinata in un arco mentre gli occhi sono puntati su infiniti tratteggi incrociati di strutture, particelle, miceli e microbi – stiamo in effetti esprimendo qualcosa di così inestricabilmente radicato nel nostro Dna da precedere le nozioni coscienti dello spirituale o del sacro. Abbassarci e raschiare il terreno significa permettere alla gravità di nostra madre di cullarci e noi le mostriamo la nostra gratitudine seminando il continuum, il rituale continuo della coltivazione… Continua a leggere gratis su L’ECOFUTURO MAGAZINE

Redazione

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