La Resilienza della Melanzana e l’Ortobioattivo

La resilienza della melanzana. Il caso dell’Ortobioattivo. Articolo a cura di Andrea Battiata, agronomo e contadino urbano a Firenze

È necessario aumentare la resilienza del settore agricolo

Negli ultimi trent’anni, a causa di eventi catastrofici, sono andati persi raccolti e produzione di bestiame per un valore che corrisponde a una perdita media di 123 miliardi di dollari l’anno. Ovvero il 5% del prodotto interno lordo agricolo globale annuo. Lo afferma un nuovo rapporto pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).

L’agricoltura è uno dei settori più esposti e vulnerabili nel contesto del rischio dei disastri, data la sua profonda dipendenza dalle risorse naturali e dalle condizioni climatiche. Nell’Ortobioattivo utilizziamo, da un decennio, due tecniche che stanno avendo sempre più conferme.

La prima è l’uso di sabbie vulcaniche: l’aggiunta di roccia vulcanica frantumata ai terreni coltivati potrebbe favorire il sequestro del carbonio dall’atmosfera. Lo suggerisce uno studio dell’Università della California Davis (UC Davis) e della Cornell University. L’indagine, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Environmental Research Communications, ha evidenziato come grazie a questo sistema sia stato possibile immagazzinare il carbonio nel suolo anche in un periodo di estrema siccità. Il principio alla base dello studio è noto come weathering e si verifica quando la pioggia, che cadendo cattura l’anidride carbonica dall’aria, reagisce con la roccia vulcanica bloccando il carbonio. Questo processo risulta efficace, ma richiede tempi geologici di milioni di anni. Il meccanismo, in altre parole, risulta troppo lento per compensare il riscaldamento globale. La frantumazione della roccia in sabbia vulcanica, invece, accelera notevolmente il processo…. Continua a leggere l’articolo gratis su L’ECOFUTURO MAGAZINE

Redazione

Articoli correlati