Incendio Milano: Sì a calce e canapa e pompe di calore, No a cappotti fossili e caldaie
Alla luce del drammatico incendio di Milano emerge in tutta la sua drammaticità la questione (che molto sommessamente, ma non troppo, abbiamo posto noi di Ecofuturo) della necessità di utilizzare cappotti a base naturale, come calce e canapa, e ne possiamo discutere perché non ci sono state vittime né feriti .Ma ora discutiamone!
Ricordiamo infatti che, mentre per i normali cappotti termici va posta grande attenzione alle classi di reazione al fuoco dei materiali che li compongono e alla propagazione dell’incendio attraverso la facciata (vd, il Decreto del Ministero dell’Interno del 25 gennaio 2019, con il quale sono state aggiornate ed integrate le norme tecniche antincendio degli edifici), i blocchi in canapulo e calce sono anche ignifughi ed hanno un comportamento duttile rispetto ai movimenti della struttura portante in caso di sisma. Inoltre dal punto di vista ambientale, altra caratteristica importantissima dei mattoni in canapa è il fatto che l’utilizzo della pianta di canapa, toglie CO2 dall’atmosfera, grazie alla capacità di assorbirne importanti quantitativi in fase di crescita della pianta.
Ugualmente mentre le caldaie tradizionali (a metano, a gasolio), oltre ad essere poco ecologiche, possono essere molto pericolose, le pompe di calore non sono alimentate da combustibili che possono generare incendi o esplosioni, pur restando soggette ad adempimenti normativi che ne regolano l’utilizzo.
Incendio a Milano. Rivestimento e cappotto sotto accusa
Un incendio scoppiato ieri pomeriggio alla periferia sud di Milano, zona Famagosta, distrugge in poche ore un moderno edificio di quindici piani, alto 70 metri. Cinquanta famiglie hanno dovuto evacuare. Per fortuna non si possono lamentare vittime, al momento. La prudenza è d’obbligo perché l’incendio è proseguito tutta la notte. Naturalmente è troppo presto per identificare le cause e le circostanze dell’incendio. Sotto accusa però sono stati posti immediatamente il rivestimento esterno, il cappotto isolante e i materiali utilizzati che avrebbe dovuto essere a prova di incendio e che non si sono dimostrati tali. Altro fatto segnalato immediatamente è che si tratta di un edificio moderno che ha solo qualche anno di vita (…) Avrebbe dovuto essere progettato e costruito secondo le più moderne tecniche di sicurezza antincendio, nelle facciate esterne e nei rivestimenti a cappotto. Il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, dichiara all’Ansa: “L’innesco del rogo è da accertare ma sembrerebbe che la veloce propagazione delle fiamme sia legata al cappotto termico dell’edificio, il rivestimento esterno dell’edificio”. In effetti, le immagini (foto Ansa) mostrano una struttura metallica esterna totalmente nuda, sprovvista di ogni elemento di tamponamento, volatilizzato come neve al sole. Altroché materiali ignifughi obbligatori per legge!
Il caso di Londra L’incendio del palazzo milanese richiama alla mente immediatamente quello della Grenfell Tower di Londra. Nel giugno 2017 un incendio, pare dovuto a un frigorifero difettoso, si era propagato al rivestimento esterno dell’edificio che era stato sottoposto poco prima a un intervento di riqualificazione. In poche ore aveva avvolto a torcia l’intero complesso di 24 piani. Il risultato fu drammatico: un’ottantina i morti. Sotto accesa i materiali del rivestimento: allora la causa scatenante fu individuata nella qualità del rivestimento costituito da pannelli in alluminio e polietilene, di tipo altamente combustibile. L’incendio londinese ha posto urgenti interrogativi a tutta la filiera dell’edilizia a cominciare dalle modalità di progettazione e costruzione, dalle sicurezze antincendio in edifici a torre, dall’impiego di materiali ad elevata combustibilità, dai controlli sul costruito, dalle modalità di affidamento delle opere e di scelta di materiali e componenti a una filiera molto frammentata.
Rivestimenti, cappotto e Superbonus 110%: Il caso di Milano farà discutere molto nei prossimi giorni poiché il rivestimento a cappotto è l’intervento più diffuso nei lavori di riqualificazione energetica degli edifici condotto sotto il Superbous 110%. Di sicuro condomini e amministratori condominiali si allerteranno subito a richiedere a progettisti e fornitori la documentazione appropriata sull’utilizzo di materiali incombustibili in facciata.
fonte articolo: Guidafinestra