ISPRA-Rifiuti-urbani

Il nuovo rapporto Rifiuti Urbani di ISPRA

Come ogni anno, il rapporto Rifiuti urbani di ISPRA fotografa la situazione italiana in merito alla gestione dei rifiuti.

Torna a crescere, dopo l’arresto del 2020, la produzione di rifiuti urbani in Italia nel 2021. Lo evidenziano i numeri del. Un incremento registrato soprattutto nei 16 comuni con popolazione residente superiore ai 200mila abitanti. Qui l’incremento tra 2020 e 2021 è stato ancora più alto del +2,8% della media nazionale. Si tratta di una crescita, che tuttavia appare inferiore a quella del Pil e dei consumi delle famiglie rispettivamente 6,7% e 5,3%.

Scarica il Rapporto Rifiuti Urbani Ispra 2022

A registrare i risultati più significativi è stata soprattutto raccolta differenziata, con una media nazionale del 64%. E con Veneto (76,2%) e Sardegna (74,9%) che hanno fatto registrare le percentuali più alte, nell’ambito delle nove regioni che superano l’obiettivo del 65%. Molto vicino al target anche l’Abruzzo (64,6%), seguito da Toscana e Valle d’Aosta. Significativo balzo in avanti della Basilicata, che ha fatto registrare un incremento di 6 punti rispetto al 2020, raggiungendo il 62,7%. Ancora inferiore alla soglia del sotto del 50% la Sicilia (46,9%). nonostante un significativo incremento di + 4,7 punti rispetto alla percentuale del 2020. Scendendo a livello provinciale, i livelli più elevati di raccolta differenziata si rilevano nella provincia di Treviso. Nel 2021 raggiunge addirittura l’88,6%, seguita da Mantova (86,4%) e Belluno (83,8%). Tra le città metropolitane continua la crescita di Cagliari con il 74,4%.

La spinta della differenziata ha determinato una progressiva esigenza di nuovi impianti di trattamento, con particolare riferimento alla frazione organica. Diverse regioni ancora non dispongono di strutture sufficienti al trattamento dei quantitativi prodotti. Nel 2021 la quota dei rifiuti organici avviati a trattamento fa registrare una crescita di 190mila tonnellate, corrispondente ad un incremento del 2,9%. Sono oltre la metà degli impianti operativi per la gestione dei rifiuti (657 in tutta Italia) che si occupa di trattare la frazione organica.

Relativamente al ricorso alle discariche, si renderebbe necessario dimezzare in tempi brevi questa forma di smaltimento. Interessa ancora quasi 5,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, corrispondenti al 19% dei rifiuti complessivi prodotti.

Alcuni dati interessanti sugli imballaggi in plastica:

  • dopo la lieve flessione del 2020, torna a crescere l’immesso al consumo. Rispetto all’anno precedente viene registrato un +3%, passando da 2.208,6 a 2.273,8 (espressi in 1000* tonnellate).
  • -cresce anche la quantità di imballaggi riciclati rispetto all’immesso al consumo, passando dal 51,2 % del 2020 (1130,6 espressi in 1000* tonnellate) al 55,6 % del 2021 (1.264,3 espressi in 1000* tonnellate). Quest’ultimo dato scenderebbe di oltre 8 punti percentuali (pari al 47,2%) se venisse applicata la nuova metodologia di calcolo che entrerà in vigore nei prossimi anni.
  • il PET è il polimero che, in termini squisitamente quantitativi, risulta più riciclato. Nel 2021 ne sono state riciclate 282.904 tonnellate, una quantità in calo rispetto al 2020 (289.537 tonnellate).

Leggi anche Gestione dei rifiuti: il quadro normativo

Redazione

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