Fotovoltaico: crescono le aziende italiane di componentistica

Sono oltre 200 le aziende italiane di componentistica nel settore del fotovoltaico. Quasi 6 fornitori su 10. Questa la notizia che sfata qualche luogo comune sulla presenza straniera nel mondo del solare. A portare all’attenzione questo dato un’indagine dell’associazione GIS (Gruppo Impianti Solari), che riunisce aziende italiane del settore della progettazione e costruzione di impianti, commissionata a Business Intelligence Group, azienda di riferimento in Italia nelle ricerche di mercato.

Entrando nei risultati dell’indagine, le aziende produttrici di componentistica con sede in Italia sono ben 234, di cui 52 impegnate anche nella fase di installazione degli impianti. Si tratta di un numero che appare più alto rispetto a quello delle aziende fornitrici di componentistica per l’Italia ma con sede all’estero, che sono 164. Questo si traduce nel fatto che il 58,8% dei fornitori di componentistica per il mercato italiano del fotovoltaico è italiano, contro un 41,2% di fornitori esteri.

A livello della porzione di filiera che si occupa dell’installazione degli impianti fotovoltaici, l’indagine riporta che le imprese con sede in Italia sono 2900, di cui la quasi totalità installa piccoli impianti (2862). Mentre solo una minoranza costruisce grandi impianti a terra (253). Si tratta di un dato coerente con quanto già riportato dal GSE, cioè che l’Italia è un paese contraddistinto da impianti di piccola taglia. Gli installatori hanno sede principalmente in Lombardia (530 imprese), Veneto (385) ed Emilia-Romagna (310).

Guardando, invece, agli operatori esteri attivi sul mercato italiano, l’indagine ha individuato un totale di 140 installatori, di cui 117 con sede in Germania, 4 in Cina, 3 negli Stati Uniti e 1 in Egitto. Si tratta di un dato, anche questo, che traccia un contesto contraddistinto da una prevalenza di operatori italiani. Una situazione, quella tracciata, che sembra contrastare la narrazione dominante secondo la quale la filiera italiana delle rinnovabili e specificatamente quella fotovoltaica, ha una marcata dipendenza da mercati esteri, soprattutto dalla Cina.

La Cina è oggi il principale fornitore europeo di materie prime per la filiera energetica dal momento che le terre rare sono il primo anello della catena di produzione per tecnologie fotovoltaiche e questo determina che senza questa fornitura il mercato italiano andrebbe in seria difficoltà. Invece, il settore in cui l’Italia detiene una buona porzione di autonomia è rappresentato dalla capacità produttiva di componentistica, che richiede competenze ingegneristiche di progettazione, assemblaggio, manutenzione e immissione sul mercato.

Il commento di Raffaello Giacchetti, Presidente di GIS

Questa è anche la ragione per cui il potenziale di sviluppo del settore nel nostro Paese è molto alto e in linea teorica rende raggiungibili gli obiettivi al 2030. Tuttavia, la lentezza degli iter autorizzativi, l’eccessiva burocrazia delle Regioni e i veti infondati delle Soprintendenze rallentano i ritmi di crescita che potrebbero essere ben più alti. Addirittura, la quantità di GW di cui è stata richiesta la connessione nel 2022 dimostra che se la metà dei progetti fosse approvata avremmo già centrato gli obiettivi di decarbonizzazione”.

Leggi anche Fotovoltaico: l’Emilia Romagna definisce le aree idonee

Redazione

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