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Fantasia & Economia. Esperienze all’insegna del “Piccolo è bello”
Fantasia & Economia. Articolo a cura di Marco Benedetti, vicepresidente Ass. Chimica Verde Bionet, R&D manager Green Evolution.
La frammentarietà di un’economia come quella italiana può essere un vantaggio
“Piccolo è bello” non è, o meglio, non sembra il tema centrale nei pensieri dei decisori del Pianeta. L’Italia è forse il Paese al Mondo dove “piccolo” ancora oggi vuol dire eccellenza. Un’economia così frammentata è difficile da sostenere, anche nei piani dei governi più volenterosi. È forse proprio la frammentazione che sta salvando l’economia italiana in mancanza di quelle risorse naturali di facile estrazione e trasporto che hanno invece le potenze globali e che stanno sfruttando a danno dei locali.
Fantasia non è una parola del gergo degli economisti, ma è la base della lotta per la sopravvivenza in Natura e per chi sa utilizzare le risorse energetiche o i beni necessari, alla base delle grandi economie globali anche emergenti, come quelle dei paesi arabi o degli stati africani. Noi italiani siamo campioni in questo, forse senza la dovuta consapevolezza, andando in giro per il Pianeta a parlare di tecnologie innovative. Molte volte non riusciamo a valorizzare la nostra storia e le nostre competenze.
Un esempio: l’Italia è rinomata per la produzione di centinaia di formaggi, ma la pecora e la capra nostrana hanno anche un’altra risorsa un tempo di sopravvivenza, il loro vello, ora invece venduta per la maggior parte in Cina (10 mila km di distanza). Non è adatta per l’abbigliamento: per questo si chiama lana tecnica. Raccolta per pochi centesimi per non diventare un rifiuto da pagare, in Cina evidentemente ha un altro valore. Eppure, recuperando la tradizione e valorizzando le proprietà specifiche di quel vello, si potrebbe creare economia sfruttandone le proprietà naturali termo-isolanti. La comunità Filo&fibra di San Casciano dei Bagni in Val d’Orcia in Toscana, nata per recuperare la tradizione centenaria di lavorazione della lana da pastorizia e dei suoi prodotti (chi non conosce il pecorino di Pienza?) sta recuperando con successo crescente un antico modo di preparare, cuocere e conservare le proprietà organolettiche del cibo con la “cassetta di cottura”. Ma la lana alla base di quel termo-isolamento necessario, deve farla lavorare altrove per mancanza della filiera tessile specifica… Continua a leggere gratis l’articolo su L’ECOFUTURO MAGAZINE