Emissioni navali e portuali: l’Europa trova un accordo
Il Parlamento europeo e i ministri dell’UE hanno raggiunto un accordo il 23 marzo sulla legge per ridurre le emissioni nel settore marittimo. Un importante passo avanti per i piani di decarbonizzazione entro il 2050.
Comunicato Consiglio europeo, Iniziativa FuelEU Maritime: accordo provvisorio per decarbonizzare il settore marittimo
In base alla legge, che è stata acclamata come la più ambiziosa al mondo in materia di combustibili marittimi, le emissioni delle navi saranno ridotte del 2% a partire dal 2025 e dell’80% a partire dal 2050.
A differenza di quella per l’aviazione, la legge non specifica quali carburanti debbano essere utilizzati nel trasporto marittimo, ma richiede piuttosto che l’intensità dei gas serra di questi venga ridotta nel tempo.
Il livello di riduzione dei gas serra da raggiungere aumenta ogni cinque anni. 2% dal 2025, 6% dal 2030, 14,5% dal 2035, 31% dal 2040, 62% dal 2045 e 80% dal 2050.
Oltre alla CO2, gli obiettivi riguardano le emissioni di metano e protossido di azoto.
Con disappunto dei Verdi, l’accordo si applicherà solo alle navi di stazza superiore alle 5.000 tonnellate. Tuttavia, i sostenitori sottolineano che riuscirà a coprire circa il 90% delle emissioni di CO2 prodotte dal trasporto marittimo.
La Commissione europea riesaminerà l’accordo nel 2028 e deciderà se imporre dei requisiti di riduzione delle emissioni di carbonio alle navi più piccole.
“Questo accordo definisce il percorso di decarbonizzazione marittima di gran lunga più ambizioso al mondo. Nessun’altra potenza globale ha redatto un quadro così completo sul tema. È davvero innovativo”. Così ha dichiarato il capo negoziatore del Parlamento europeo Jörgen Warborn, legislatore svedese del gruppo di centro-destra del PPE.
Warborn ha sottolineato la decisione di applicare il regolamento a tutte le navi che operano in Europa. Ed ha affermato che “i cittadini e le aziende europee non dovrebbero pagare il conto per gli sforzi climatici di tutto il mondo. Il cambiamento climatico è un problema globale e il trasporto marittimo è un’industria globale, ma quando i progressi sono troppo lenti nell’arena internazionale, l’UE si deve fare avanti”.
Le navi commerciali e le navi passeggeri che attraccano nei principali porti dell’UE, che rientrano nel regolamento dell’UE sulle infrastrutture per i combustibili alternativi, dovranno inoltre collegarsi alla rete elettrica a terra, a partire dal 2030. Migliorando così la qualità dell’aria, grazie alla prevenzione della combustione di carburante.
In base all’accordo, i ricavi derivanti dalle sanzioni per coloro che non raggiungono gli obiettivi saranno destinate a progetti incentrati sulla decarbonizzazione del settore marittimo. La Commissione europea sarà inoltre incaricata di monitorare l’attuazione del regolamento, assicurandosi che non eroda eccessivamente la competitività del settore.
Le attività marittime nell’UE sono responsabili di circa il 3-4% delle emissioni annuali di CO2 del blocco.
L’accordo unisce, a livello informale, il Parlamento europeo e il Consiglio. Dovrà ora essere formalmente approvato da entrambe le istituzioni prima di diventare legge. Se dovesse essere respinto da uno dei due, i negoziati dovranno essere riaperti – un evento improbabile, anche se non senza precedenti.
Carburanti sintetici
Sebbene i carburanti a basse emissioni, come i biocarburanti di seconda generazione e i carburanti sintetici derivati dall’idrogeno, siano attualmente molto meno diffusi del petrolio, secondo i legislatori la norma darà un impulso significativo al mercato dei carburanti marittimi sostenibili.
Gli obiettivi obbligatori aumenteranno la domanda di carburanti ecologici in tutto il settore, stimolando la produzione e rendendo tali carburanti più economici nel tempo.
Secondo la legge, entro il 2034 almeno il 2% dei carburanti per il trasporto marittimo del blocco dovrà essere costituito da e-fuels prodotti con elettricità verde.
Per garantire che gli e-fuels rimangano accessibili per il settore, è previsto un regime di incentivi che consente ai carburanti sintetici di essere conteggiati due volte. Ciò nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi per il 2035.
Anne H. Steffensen, amministratore delegato dell’associazione di categoria Danish Shipping, ha accolto con favore l’incentivo per i carburanti elettronici. “Il moltiplicatore è fondamentale per incentivare l’adozione di un carburante che attualmente è ben lontano dall’essere disponibile in quantità sufficienti”.
Jim Corbett, direttore ambientale europeo del World Shipping Council, ha elogiato la legislazione per aver contribuito a stimolare la domanda di carburanti a basse emissioni di carbonio in Europa. L’accordo fornisce alle compagnie di navigazione la chiarezza necessaria per “effettuare ulteriori investimenti a sostegno della transizione verso carburanti a zero emissioni” ha dichiarato.
Anche l’industria dei biocarburanti ha accolto positivamente l’accordo. Angel Alvarez Alberdi, segretario generale della European Waste-based & Advanced Biofuels Association (EWABA), ha dichiarato che l’industria è pronta ad “aumentare significativamente le forniture al settore navale per raggiungere i nuovi ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione marittima dell’UE”.
Un regolamento simile al “groviera svizzero”
Tuttavia, non tutti i legislatori si sono affrettati a lodare l’accordo. L’eurodeputata dei Verdi Jutta Paulus, relatrice del dossier, ha affermato che l’accordo è insufficiente dal punto di vista della politica climatica.
“Invece di fare dell’Europa un leader nella ricerca e nello sviluppo di carburanti sostenibili e di propulsione marina, l’UE si limita a quote microscopiche per il 2020. E non fornisce alcun incentivo per ulteriori investimenti in carburanti sintetici sostenibili. Inoltre, il nuovo regolamento per i carburanti sostenibili nel trasporto marittimo assomiglia a un groviera svizzero (un formaggio con molti buchi) a causa delle numerose eccezioni. Resta da sperare che i requisiti del regolamento vengano superati dalla realtà, perché le compagnie di navigazione ambiziose stanno già aspettando dietro le quinte”.
fonte articolo: Euractiv – leggi anche Autostrade del mare e transizione energetica
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