Come Risparmiare e Abbassare le Bollette in un Condominio

Ricondominiamoci: Transizione in condominio. Un articolo di Fabio Roggiolani

Il condominio oggi è il regno dell’individualismo. Ed è una situazione paradossale

Un tempo, in Italia, l’energia e il carburante avevano costi bassi. Ciò incentivava l’acquisto di auto e caldaie è la costruzione di abitazioni ad alto spreco energetico.

Quando l’80% degli italiani ha acquistato una casa e molte famiglie si sono dotate di due automobili è cominciata la persecuzione delle bollette e del pieno di carburante a peso d’oro.

I grafici ISTAT confermano questa tendenza: nonostante alcune eccezioni straordinarie, come la guerra del Kippur o la recente guerra in Ucraina, i prezzi sono mediamente raddoppiati dal 1970. Per un lungo periodo, il prezzo del gas è stato mantenuto basso per consentire la costruzione della più grande rete di distribuzione del gas al mondo. Tuttavia, una volta completata questa infrastruttura, i prezzi hanno iniziato a salire e ci ritroviamo con un Paese oppresso dalle bollette e dai costi del carburante.

La moltiplicazione dei nuclei familiari

Dal dopoguerra ad oggi, siamo passati da famiglie con una media di cinque figli e nuclei familiari fino a 40 persone nelle campagne a famiglie con una media di 2,5 persone e un terzo della popolazione che vive da solo. Dopo il boom edilizio, il mito del “vado a vivere da solo”, avrebbe dovuto affermarsi nel ’68 ma si è concretizzato alla fine degli anni ’90. Ciò ha portato a un aumento del numero di caldaie e delle bollette, segnando l’inizio dell’impoverimento dei ceti popolari dopo una crescita relativa di stipendi e benessere fino alla fine degli anni ’80. Solo in Toscana, tra il 2000 e gli anni successivi, il numero di nuclei familiari è passato da 900 mila a 1,3 milioni. La Toscana, nel cuore dell’Italia, riflette in gran parte le medie nazionali.

Sono state costruite villette a tre piani con mansarda e cantina, destinate a famiglie composte da single o con al massimo due figli, utilizzando cooperative e altri stratagemmi che ci hanno reso un Paese di eterni pagatori di mutui, soggetti a rialzi a causa di crisi finanziarie che hanno fermato l’edilizia e fatto crollare il valore degli immobili, portando a un’infinita serie di pignoramenti e aste, con conseguenti drammi.

Le famiglie si sono trovate, come durante la recente guerra in Ucraina, ad affrontare sia il raddoppio o la triplicazione delle bollette sia l’aumento delle rate del mutuo; l’impossibilità di far fronte ai pagamenti ha portato almeno tre milioni di persone sotto la soglia di povertà.

I condomìni

In questo contesto, i condomìni rappresentavano una controtendenza, poiché la condivisione delle caldaie rendeva meno efficaci le strategie di aumento dei prezzi da parte dei petrolieri e delle aziende di distribuzione locali, grazie alla diluizione dei costi.

La traduzione della “teoria della liberazione” in “liberazione dai genitori” ha portato un ceto politico servile a promulgare leggi che, dall’inizio del 2000, hanno incentivato la separazione degli impianti nei condomìni, moltiplicando così caldaie e bollette. Inizialmente, separarsi o vivere da soli non comportava costi elevati, rendendo questa scelta apparentemente conveniente. Tuttavia, ci siamo rovinati da soli, convinti di liberarci dai fastidi delle riunioni condominiali, dai vicini morosi e da altri disagi per ritrovarci appesi alla persecuzione delle bollette e di un costo del gas o dell’energia elettrica che non ha pari in nessun altro Paese europeo. Per comprendere meglio: anche la peggiore delle caldaie condominiali è generalmente più efficiente rispetto a dieci o cento caldaie da appartamento separate. Tuttavia, ancora all’inizio del 2000 si incentivava e favoriva lo spreco energetico nelle abitazioni, portando a un aumento dei costi energetici.

Energia in Italia

La manovra politica mirava a riprendere ai ceti popolari quella parte degli stipendi conquistata, ciò è dimostrato dall’equivalenza sostanziale degli aumenti dei prezzi. Tutte le giustificazioni addotte (financo il peso degli incentivi alle rinnovabili), sono infondate perché la dinamica dei prezzi del gas (che non subiva il peso degli incentivi alle rinnovabili) e dell’elettricità si è mantenuta simile. Se c’è stato un calo, è avvenuto proprio nel costo dell’energia elettrica grazie alle rinnovabili, settore in cui l’Italia era leader europeo fino al 2011 per crollare negli anni successivi a causa delle politiche punitive dei governi di destra e successivamente del periodo renziano.

Il blocco degli anni scorsi, poi ribaltato dal governo Conte II, le cui riforme vengono nuovamente smantellate, è dovuto alla particolarità del mercato elettrico che quando nel mix energetico supera il 65/70% di rinnovabili tende a scendere a zero come sta avvenendo in Spagna da mesi. Questo è inaccettabile per il settore dei combustibili fossili, per ovvi motivi. Inoltre, se le rinnovabili venissero utilizzate per produrre idrogeno da utilizzare con gas e petrolio, ciò rappresenterebbe la fine anticipata del loro business.

I costi dell’energia in condominio

I prezzi dell’energia variano molto tra Nord e Sud Italia. Al Nord, il riscaldamento rappresenta tre quarti della bolletta, mentre in molte aree del Sud il costo è quasi nullo. Pertanto, le cifre di cui parliamo riguardano principalmente il Centro-Nord e le aree montane del Sud. Se prendiamo un condominio con 20 appartamenti avremo 21 bollette una per condòmino e una per le parti comuni condominiali. Una caldaia condominiale consuma meno rispetto a tante individuali, la manutenzione centralizzata è più facile da ottimizzare e si paga un solo costo fisso anziché 21; questo include una sola manutenzione periodica anziché 21 e una sola canna fumaria anziché diverse. Di conseguenza, la bolletta può triplicare quando si passa da un sistema centralizzato a uno separato.

In Italia, circa 45 milioni di persone (circa 18 milioni di famiglie) vivono in condominio. Se tutti vivessero in appartamenti con caldaie individuali, ci sarebbero 18 milioni di bollette e caldaie anziché 1,2 milioni. Considerando che la quota fissa, tra IVA e altre spese, è di almeno 30 euro, moltiplicando i milioni di bollette in più si ottengono 6 miliardi di euro aggiuntivi solo in costi fissi. Se alleghiamo la manutenzione periodica, che in media costa 200 euro l’anno, si sommano altri 3,5 miliardi di euro. Significa che il popolo italiano, con condomìni separati, regala 10 miliardi di euro l’anno ai fornitori di energia solo in costi fissi, senza contare l’efficienza maggiore delle caldaie condominiali che consumano circa il 30% in meno di gas rispetto alle caldaie individuali.

Centro Nord in bolletta

Se la bolletta media all’inizio del 2024 è di circa 1.500 euro (due anni fa era il triplo), significa che al Nord la bolletta media per il solo gas supera i 3.000 euro, rendendo proibitivo per famiglie monoreddito o con stipendi bassi vivere nelle città. L’insistenza a non voler affrontare il tema del “ricondominiamoci” è un atto di autolesionismo.

È necessaria una legge che incentivi il ritorno agli impianti unici condominiali per ridurre il consumo energetico, combattere i cambiamenti climatici e contrastare la povertà energetica diffusa. Il blocco, non dico del superbonus, ma della cessione del credito anche con un bonus dimezzato, è un atto contro la povera gente, perché sia chiaro che l’angoscia da bollette si abbatte sulle fasce più deboli della popolazione.

Autoconsumi collettivi necessari

La legge sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e sulle CER condominiali offre la possibilità di installare un impianto a energia rinnovabile, in genere fotovoltaico, con grande convenienza. Questi impianti godono di incentivi sul consumo immediato per vent’anni. Sebbene l’incentivo non riduca immediatamente la bolletta elettrica, che viene fatturata per intero (poiché non sono state accettate le proposte di scorporo immediato presentate da Tamburrano in Europa e da Girotto in Italia), con gli incentivi e il pagamento successivo del GSE, la bolletta si riduce e diminuisce il costo del kWh consumato.

Con l’energia elettrica a basso costo, l’obiettivo di “ricondominiarsi” in un riscaldamento/condizionamento con pompe di calore, anziché con il gas, diventa molto più praticabile perché consente di eliminare completamente la bolletta del gas, sostituendo anche le cucine con piastre a induzione e condividendo la produzione di acqua calda sanitaria.

Con la pompa di calore, meglio se con scambio geotermico, si ottiene un’efficienza termica sei volte superiore o, se non geotermica, comunque tre volte superiore rispetto alle caldaie tradizionali. Grazie alle nuove pompe di calore ad alta temperatura è possibile sostituire tutte le caldaie e grazie (ironico) al costo esoso della bolletta del gas in dieci anni di risparmi si paga tutta la riconversione, avendo da subito una piccola riduzione anche per chi non ha risorse da investire. Il condominio diventa più sicuro e ogni unità abitativa paga solo il proprio consumo; grazie ai nuovi misuratori la bolletta totale può non superare i 600/1.000 euro annui.

Comunità energetiche a prova di lite

La svolta che rende tutto questo possibile è la tecnologia blockchain. Grazie all’elettronica, il consumo individuale e gli incentivi delle comunità energetiche sono immediatamente certificati, eliminando qualsiasi margine di intervento soggettivo. Inoltre, la riduzione dei rischi, l’abbattimento degli inquinanti e dei rischi di incendio e l’immediata adesione alle norme europee sulle case green rendono l’investimento molto redditizio, anche se finanziato con un prestito.

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Redazione

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