Come non fare una comunità energetica
La Presidente della Provincia di Arezzo Silvia Chiassai Martini ha recentemente annunciato di voler creare la prima comunità energetica provinciale italiana. Un progetto poco sensato, secondo Fabio Roggiolani, cofondatore di Ecofuturo Festival e membro del Coordinamento Free. “Energia democratica significa anche non farsi bloccare o vincolare da sovrastrutture burocratiche inutili“. Di seguito il video e l’articolo di Claudia Failli di Arezzo Notizie.
“Ecco perché il progetto di comunità energetica provinciale di Chiassai è sbagliato”
“Qualche dubbio sul progetto c’è” e non solo “non trova riscontro legislativo”. Ma anche “perché viene ipotizzata la costituzione di una realtà lontana da quelli che sono i reali obiettivi”. È sulla comunità energetica provinciale, progetto pensato e presentato dalla presidente della Provincia di Arezzo Silvia Chiassai Martini che Fabio Roggiolani, membro del coordinamento direttivo di Free e di Ecofuturo, solleva alcuni interrogativi. “La Provincia può dare una mano, può incentivarne la creazione ma – aggiunge Roggiolani – non deve porre delle limitazioni e aggiungere costi ad un sistema nato espressamente per gravare in misura minore sulle tasche degli utenti e produrre un significativo risparmio energetico”.
Secondo il piano economico dalla Provincia, presentato durante l’incontro con le associazioni di categoria dei giorni passati, la ripartizione economica di una Cer prevede, tra le varie voci, un corrispettivo per il diritto di superficie pari a 10mila euro all’anno all’amministrazione provinciale per ogni MWp installato. “In poche parole – aggiunge Roggiolani – la Provincia intende ricevere dei fondi per la messa a disposizione di aree quali, come riportato nel progetto, i tetti delle scuole superiori. Ma non è il solo aspetto di carattere economico che ci impensierisce. Il servizio di gestione prevede che la comunità energetica corrisponda un 10 per cento al gestore. Va da sé che tale percentuale è inappropriata oltre che eccessiva. Crediamo fortemente nei principi etici, economici e ambientali che regolamentano le comunità energetiche. E, per tale motivo, chiediamo alla presidente di rivedere questo piano mettendoci a disposizione per un proficuo scambio di considerazioni”.
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