Superbonus – Stretta sulla cessione del credito

Superbonus: l’incertezza quotidiana ferma i cantieri!

Il Consiglio dei Ministri riunitosi lo scorso 21 gennaio ha approvato il Decreto Legge c.d. Sostegni-ter. Decreto che incredibilmente, senza alcun condivisione preventiva con le parti sociali, introduce una nuova stretta a Superbonus, Ecobonus, Bonus ristrutturazioni, Sismabonus e Bonus facciate.

Come rete di Ecofuturo festival non comprendiamo questo ennesimo tentativo di scoraggiare l’utilizzo di uno strumento di assoluta efficacia come il Superbonus 110%. Con queste modifiche continue si genera incertezza e confusione per gli operatori del settore e per i cittadini beneficiari. E si rischia di ridurre fortemente l’efficacia degli interventi per l’improcrastinabile efficientamento energetico delle case degli italiani.

Inoltre, va ricordato, gli incentivi fiscali come il Superbonus 110% si stanno rivelando il principale volano della crescita del Pil. Limitarli e ostacolarli avrà come unico effetto quello di minare seriamente il rilancio economico del Paese. Pensare che la lotta a comportamenti distorsivi debba essere fatta con l’incremento di norme e procedure burocratiche, anziché con semplificazioni e controlli adeguati, è una strada sbagliata. E ci farà perdere la sfida dell’innovazione.

Nel Decreto si prevede un’importante modifica all’art. 121 del Decreto Legge n.34/2020 (Decreto Rilancio). D’ora in poi si potrà cedere il credito fiscale maturato una sola volta. Stiamo parlando della seconda delle opzioni alternative. A seguito degli interventi:

  • Il contribuente potrà cedere il credito ad un soggetto il quale non potrà ricederlo ulteriormente.
  • Le imprese e i professionisti potranno fare lo sconto in fattura al contribuente e poi ricederlo ad un altro soggetto. Ed anche in questo caso non si potrà più ricederlo nuovamente.
Il Tweet dell’On. Fraccaro

Il commento di Gianni Pietro Girotto, Presidente della Commissione Industria Senato

“Comprendiamo e condividiamo l’obiettivo di contrastare le frodi, che peraltro il Governo aveva già perseguito attraverso nuove misure di controllo inserite nella Legge di Bilancio. A nemmeno un mese di distanza, invece, assistiamo a un nuovo intervento. Si introduce una norma che di fatto renderebbe possibile la cessione dei crediti di imposta ai soli intermediari finanziari, in pratica le banche. Questa drastica riduzione della platea dei soggetti cessionari comporta alcune criticità. In primis bisogna vedere se gli istituti di credito, e gli altri intermediari finanziari, sarebbero da soli sempre in grado di assorbire i crediti d’imposta. In secondo luogo indicare le sole banche come cessionarie significa comprimere la concorrenza, assegnando alle banche stesse il potere di fissare il “prezzo” e giocare al ribasso“.

Infine questa netta limitazione sembra trascurare la vera soluzione al problema delle frodi. Ovvero l’implementazione di una piattaforma informatica di cessione e certificazione dei crediti d’imposta. Strumento che sarebbe molto utile anche in vista dell’estensione del principio della cedibilità ad altri crediti d’imposta, come quelli legati agli investimenti in transizione ecologica. Ci auguriamo pertanto che questa norma possa essere radicalmente rivista…”.

La nota di CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa

E’ paradossale e pericoloso l’ennesimo intervento sui bonus edilizi che impone il limite massimo di una sola cessione del credito per contrastare possibili frodi. Un’entrata a gamba tesa che mette a rischio uno strumento che sembra funzionare tanto sul fronte ambientale quanto sul fronte economico. E penalizza soprattutto artigiani, micro e piccole imprese che grazie ai bonus si stanno lentamente risollevando da una crisi terribile. Le frodi che si stanno palesando non hanno nulla a che fare con l’attività delle nostre piccole imprese. Contro chi viola la legge si deve intervenire con forza, ma senza penalizzare cittadini e imprese.

E invece l’impossibilità di una successiva cessione del credito dopo la prima è destinata a ridurre inevitabilmente la disponibilità degli intermediari a garantire crediti oltre la propria capacità di utilizzarli. La notizia di questa spiacevole novità sta creando disorientamento e provocando scoramento tra i proprietari e i titolari di imprese. Vedono infatti svanire la possibilità di cedere il proprio credito e quindi di realizzare i lavori programmati. E’ urgente allora che venga rivisto il testo prima che sia pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale, superando la restrizione di un’unica cessione del credito.

Le critiche di ANCE – associazione nazionale costruttori edili

L’ennesima modifica alle misure in corso, con il limite alla cessione dei crediti, rischia di bloccare le imprese e penalizzare le famiglie più bisognose. Non è così che si fermano le frodi.

“Basta con i continui cambiamenti al funzionamento del Superbonus. L’incertezza delle regole, anche con provvedimenti retroattivi, scoraggia il mercato e le imprese più serie”. Il Presidente dell’Ance, Gabriele Buia denuncia l’ennesima modifica alla normativa dei bonus fiscali.

“Giusto l’obiettivo di contrastare le frodi”,  sottolinea il Presidente Buia. “Ma non si possono colpire continuamente migliaia di cittadini e di imprese corrette impegnate in interventi di riqualificazione energetica e sismica. Ora dovranno necessariamente rivedere le condizioni contrattuali con i proprietari, generando migliaia di contenziosi e un blocco del mercato”. Non è la prima modifica in corso al funzionamento dei bonus edilizi, ricorda il Presidente Ance. “Ogni mese ci troviamo di fronte a qualche nuova norma che genera confusione e rischia di fermare i cantieri”. Non è questo il sistema per frenare abusi e irregolarità. 

“Contro le frodi abbiamo chiesto da tempo regole chiare per evitare speculazioni. Per esempio l’introduzione di prezzari di riferimento per tutti i bonus e un sistema di qualificazione delle imprese. Visto anche il recente proliferare di operatori improvvisati. Ma finora, al di là di qualche buon proposito, non si è fatto nulla, mentre in questo modo si colpiscono le imprese serie. Inoltre, con questa nuova ultima modifica sarà ben difficile per le imprese cedere i crediti. E di conseguenza saranno penalizzate proprio le famiglie più bisognose”.

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Redazione

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