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Pangea: il progetto per scaldare la Lombardia con la geotermia

Pangea: il progetto per scaldare la Lombardia con la geotermia, abbattere le emissioni di CO2 e i costi in bolletta. Articolo di di Tiziana Giacalone, Redattrice giuridica-ambientale, Nextville.it.

Produrre pomodori nelle serre idroponiche, volare sulle Alpi e riscaldare case e aziende con la geotermia. Attività apparentemente non allineate della Fri-ElGeo, una società che fa parte di un gruppo più grande che si chiama Greenpower, di Bolzano, leader nazionale per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. L’azienda negli anni ha diversificato le sue attività e ora lavora sul progetto Pangea che, sfruttando l’energia geotermica e la rete di teleriscaldamento già esistente, punta all’abbattimento di 40 mila tonnellate di emissioni di CO2 in Lombardia e alla diminuzione delle spese in bolletta. Ne parliamo con Andrea Ferrara, responsabile dello sviluppo della Fri-ElGeo. 

Com’è lavorare in una realtà che produce pomodori, vola sulle Alpi e intanto taglia le emissioni di CO2 in Lombardia?

«La gestione del nostro gruppo è a livello familiare. I Gostner sono tre fratelli visionari, partiti quasi trent’anni fa con un impianto idroelettrico in Friuli, da dove nasce il nome Fri-ElGeo. Abbiamo anche una compagnia aerea, la Skyalps, e sei anni fa uno dei fratelli insieme ai figli, tutti under 40, ha deciso di investire sulle serre idroponiche in provincia di Ferrara dove coltiviamo pomodori a grappolo. La nostra produzione è destinata alla grande distribuzione italiana. Ma non solo. Durante l’ultima crisi energetica l’aumento del costo del gas ha costretto l’Olanda a chiudere il ciclo di produzione invernale di pomodori. Noi non ci siamo mai fermati e abbiamo esportato il nostro pomodoro sul mercato olandese». 

Come avete fatto a produrre pomodori, esportarli e sostenere i costi dell’energia nel periodo di crisi che ha penalizzato cittadini e aziende?

«Le serre idroponiche sono energivore e ci siamo chiesti come decarbonizzarle. Da tempo abbiamo impianti di biogas che con i biogeneratori producono l’energia che ci serve. Ma stiamo facendo di più. Vicino alle serre c’è un impianto geotermico che scalda le abitazioni dei ferraresi. Abbiamo fatto delle verifiche sul “lago geotermico” di Ferrara scoprendo che si estende anche sulla nostra proprietà. Ci siamo messi a studiare per capire quale potesse essere la tecnologia migliore che non emettesse CO2 e producesse sia energia termica sia elettrica per le nostre serre idroponiche. Oggi siamo alla perforazione del primo pozzo che, secondo i nostri piani, sarà in attività nel 2026»…. continua a leggere gratis l’intervista su L’ECOFUTURO MAGAZINE

Redazione

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