Orbetello, Eutrofizzazione Goodbye?

La laguna di Orbetello, con la sua aria di mistero e la sua bellezza malinconica, è una perla della Toscana che negli ultimi anni ha vissuto tempi difficili. Non è solo un tesoro naturale, ma un vero e proprio simbolo di quel fragile equilibrio che lega la natura e l’uomo. E quando l’equilibrio si spezza – come sta accadendo con la crisi ecologica in atto – diventa evidente quanto siamo legati a questo ecosistema per la nostra stessa sopravvivenza. Ma dove c’è crisi, ci sono anche opportunità ed è proprio da questo fragile ecosistema che può nascere un nuovo modello di sviluppo locale, che potrebbe trasformare Orbetello da “paziente” malato a “paziente zero” di una rinascita ecologica esemplare.

È una storia complicata. Le alghe proliferano come se non ci fosse un domani, l’acqua stagnante si mescola con un cocktail non proprio delizioso di reflui urbani e agricoli. E i pesci? I pochi sopravvissuti alla devastante moria stanno cercando casa altrove a gambe levate, se le avessero. Tuttavia, la soluzione a tutto questo caos non è nascosta chissà dove. Ce l’abbiamo proprio sotto il naso, nero su bianco in un paio di articoli da noi pubblicati che meriterebbero una lettura approfondita. Certo non pretendiamo di avere le risposte a tutto, ma certo può essere una buona base per invertire la rotta. (Vd. Laguna di Orbetello: Una Proposta per Risolvere la Crisi EcologicaOrbetello: la Vendetta della Laguna).

Forse ci siamo.

Da una parte c’è un rapporto parlamentare che dipinge una cornice normativa perfetta (il dossier Am0043 che non parla specificamente della laguna di Orbetello, ma che descrive le misure generali che sono le fondamenta per qualsiasi intervento volto a proteggere ecosistemi come questo) per sostenere e finanziare la rinascita lagunare come si deve. Dall’altra parte, c’è chi come noi si è spinto a formulare delle proposte concrete, ma non troppo avveniristiche, per evitare che Orbetello si trasformi in una vasca stagnante.

Per chiudere in grande stile, a giorni, con la ratifica da parte del Senato, dovrebbe concludere il suo iter la proposta di legge 1202, a firma di Fabrizio Rossi, relativa all’Istituzione del Consorzio per la gestione e la salvaguardia della laguna di Orbetello.

A questo punto non ci sono più scuse ed è ora di rimboccare le maniche ed iniziare il salvataggio all’insegna dell’eco-sostenibilità e del buon senso. Niente più proclami, minimizzazioni e trovate fantascientifiche. Riattiviamo i cicli naturali, facciamo respirare l’ambiente e, soprattutto, recuperiamo il rapporto tra uomo e laguna gestendo adeguatamente reflui urbani ed inquinanti agricoli. Meno scarichi inquinanti = meno problemi a valle. Semplice, vero? È quasi troppo logico per essere vero, ma funziona così. Non dimentichiamoci anche delle tecnologie avanzate per monitorare costantemente la qualità dell’acqua, facendo in modo che laguna possa essere seguita passo passo da una schiera di “dottori” pronti a intervenire al minimo sintomo di malessere.

Ora, immaginiamo per un attimo che tutto questo si realizzi. Che la laguna ritrovi il suo splendore e la sua salute. Sarebbe una vittoria non solo per i pesci (che smetterebbero di galleggiare nell’innaturale posizione della pancia all’aria), ma anche per tutta la comunità di Orbetello. Pensiamo a tutte le attività vecchie e nuove che potrebbero trarne beneficio. L’ecoturismo, ad esempio, per quella grande fetta di mondo sempre più attratta dall’idea di una vacanza immersa nella natura, lontano dai soliti circuiti commerciali spinta da una coscienza ecologica che si sta facendo sempre più forte. Orbetello potrebbe diventare una piccola mecca per chi vuole esplorare la biodiversità della laguna, fare birdwatching o semplicemente godersi una giornata in barca. Un turismo lento e rispettoso che porti benessere economico senza intaccare l’equilibrio ecologico appena ritrovato e senza invasione di turisti stile “mordi e fuggi”.

Anche i pescatori potrebbero finalmente tirare un sospiro di sollievo. Una laguna sana significa più pesce. E con l’introduzione di pratiche di pesca sostenibile, i prodotti locali potrebbero ottenere quella certificazione verde che oggi fa brillare gli occhi ai consumatori più attenti. Magari vedremo Orbetello diventare una piccola capitale del pesce eco-friendly, con mercati e ristoranti che si fregiano del marchio di qualità della laguna.

Ma la laguna non si risolverà da sola, e neanche con qualche intervento isolato. È necessario coinvolgere tutti: residenti, pescatori, amministratori locali. Nessuno può tirarsi indietro. Formare le persone, educare le nuove generazioni all’importanza di questo ecosistema e creare nuove professionalità legate alla sua cura. E’ questa la vera chiave per una trasformazione duratura. E la ciliegina sulla torta sarà il monitoraggio continuo. Tenere d’occhio la laguna, agire al primo segno di allarme, e soprattutto non abbassare mai la guardia.

Certo, tutto questo suona bello, ma è anche impegnativo. Però, se ci pensiamo, Orbetello non ha molta scelta. O si dà da fare e diventa un modello di sviluppo sostenibile, oppure rischia di vedere il suo patrimonio ecologico e culturale evaporare, al pari di quella biodiversità che tutti conosciamo e amiamo. In fondo, la vera sfida non è solo proteggere la laguna, ma farlo in modo tale che questa protezione diventi un’opportunità di crescita economica e sociale per tutta la comunità. Una sfida ambiziosa? Sì. Impossibile? Assolutamente no.

Giancarlo Busti e Fabio Roggiolani

Immagine articolo di Annalisa Perusi

Redazione

Articoli correlati